Tra recinzioni e fichi d’india l’oasi canina di Isnello sulle Madonie

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di Luciana Cusimano

 

Avete presente quella sensazione che nasce dentro, e crescendo vi accompagna per giorni, dopo che avete capito di aver fatto una sensazionale scoperta che, forse, vi cambierà la vita? È assimilabile a una gioia purissima, senza tempo e confini, che si rinnova ogni volta che ci ripensate e attingete a piene mani alla memoria per far battere il vostro cuore.

Questa è esattamente l’emozione che proverete se, in un giorno qualunque di un momento qualunque della vostra vita, deciderete di salire in macchina, affrontando le dolci curve della Provinciale per Isnello, per approcciarvi a un’esperienza unica: la visita al “Rifugio sanitario e per il ricovero dei cani” (link alla pagina Facebook). Avete letto bene. Non un semplice canile qualsiasi e per come siete abituati a immaginarlo.

Già l’estasi per i panorami lussureggianti che si apriranno davanti ai vostri occhi e in cui vi sentirete immersi, dimenticando di trovarvi confinati nel vostro abitacolo, vi predisporranno al meglio per la mistica che vi attende.

Colline e montagne, campagne che declinano e si inerpicano verso boschi, ginestre straripanti di luce e fitta macchia a perdita d’occhio, casolari abbandonati emblema di antichi feudi e ricche possidenze, erbivori al pascolo e cavalli liberi al galoppo, profumi di primavera nell’aria, belare scomposto e sinfonie di campanacci, l’ombra di un borgo che si fonde con la montagna che lo cinge e tornisce da dietro sotto il cielo più limpido e luminoso che c’è.

Poco prima di immergervi nel dedalo di viuzze che caratterizza l’abitato di Isnello, seguendo le indicazioni per la nota grotta carsica dell’ Abisso del Vento, lo scenario vi stupirà togliendovi quel poco di fiato che ancora vi è rimasto. Il tracciato di quella che forse era una regia trazzera, immersa tra prati di un verde brillante, verde come l’Irlanda, vi condurrà ai piedi di un dominante massiccio roccioso. Comincerete a chiedervi, allora, per quale strano senso dell’umorismo abbiano chiamato questa località Contrada Terra dei poveri e se non siete finiti dentro un’ installazione virtuale in 3d di un quadro impressionista. Bianche rocce disseminate qua e là e simpatiche caprette che provano davvero, logicamente a modo loro, a dirvi ciao, saranno la prova che siete sulla strada giusta e quasi giunti alla meta.

Tra recinzioni e fichi d’India, alla vostra sinistra si apre un cancello, se accostate e spegnete il motore sentirete un silenzio che sa di pace intervallato da un festante abbaiare. Siete arrivati!
In una splendida vallata, che si staglia su colli che si inseguono a perdita d’occhio fino a lasciare intravedere il mare, si articola il Rifugio. Cosa aspettarsi di meno se siamo nel pieno del cuore del Parco delle Madonie?

Il Rifugio di Isnello rappresenta un esempio virtuoso di opera pubblica realizzata dall’Ente Parco e affidata alla gestione di privati secondo la formula del canile comprensoriale.
Il canile è stato realizzato per far fronte alle sempre più pressanti richieste di servizi attinenti al ricovero, alla custodia temporanea, alla cura ed al sostentamento dei cani randagi presenti nel territorio dei Comuni convenzionati e si configura come “Rifugio Sanitario e per il Ricovero”.

La struttura ospita i cani che vengono trovati sul territorio dei Comuni del comprensorio e che vengono affidati attraverso previa apposita ordinanza Sindacale. Attualmente, conta all’incirca 200 cani di ogni razza ed età.

Giunti in loco, verrete accolti dalla cordialità di Michele Macaluso (il responsabile della struttura) e dalla fresca bellezza e il sorriso della Dott.ssa Annalisa (il veterinario direttore sanitario della struttura).

L’organizzazione e la gestione del Rifugio realizza anche un esempio nobile di circolarità, visto che fornisce un’occupazione stabile anche a operatori del luogo che si occupano della pulizia e della manutenzione della struttura oltre che di vigilare sui cani e sulle operazioni di alimentazione e sgambamento. Basta un fischio o un “Amunì!” di incoraggiamento e tutti i cani accorrono ai loro posti, come se fossero addestrati. Questo a sottolineare il livello di empatia sviluppatosi in un ambiente gradevole e magistralmente gestito.

Non è esagerato affermare che i cani, qui, non solo appaiono vispi ma addirittura felici; hanno sguardi sereni e lucidi, seppur desiderosi dell’amore di una vera famiglia.

Il cane, una volta arrivato, viene portato nella struttura ambulatoriale – al fine di rilevare la presenza del microchip o eventuali segni di riconoscimento (tatuaggi, medagliette ecc.) ed effettuare un’accurata visita sanitaria e comportamentale oltre che una profilassi antiparassitaria – e subito dopo ricoverato nel reparto di isolamento.

Alla fine del periodo di osservazione, i cani vengono sterilizzati e, decorsa la degenza post-operatoria, vengono destinati in box aperti per l’inserimento in gruppi al fine di stimolare la socializzazione e la comunicazione intraspecifica previo esame di compatibilità caratteriale che avviene all’interno di un’ area cinologica e dei recinti. Qui l’operatore sottoporrà il nuovo arrivato a semplici test caratteriali e li metterà a confronto con quelli dei cani del box identificato per il ricovero. Se l’esito sarà positivo tutti i cani contemporaneamente rientreranno nel box in modo tale da evitare elementi di territorialità dannosi alla convivenza. Se l’esito sarà negativo si procederà con lo stesso metodo ad identificare un nuovo box e nuovi compagni.

La struttura si sviluppa all’interno di un appezzamento di terreno di circa 16.063 mq, delimitato da una recinzione in cemento e rete metallica. Gli edifici destinati ai servizi e quelli destinati al rifugio sanitario si amalgamano magistralmente con il territorio rispettandone la continuità e divenendone parte integrante. I materiali di costruzione scelti e le caratteristiche architettoniche si rifanno esattamente alle natura della zona. Le ampie zone verdi, ricche di alberi, arbusti, cespugli e prati sono stati lasciati inalterati rispetto al paesaggio preesistente e contiguo.

Il Rifugio si suddivide strutturalmente e funzionalmente in tre parti, l’area dei servizi, il rifugio sanitario e il rifugio per il ricovero in modo tale che queste risultino distinte ma strettamente correlate.
L’architettura della zona di ricovero è stata studiata per rendere l’area strettamente inserita nel contesto ambientale, rifuggendo le sterili disposizioni a schiera e consentire nel contempo di soddisfare le esigenze etologiche rispetto all’ambiente di vita ed alla comunicazione intraspecifica e favorire l’arricchimento ambientale dello spazio.

Tutti i box hanno accesso ad un’ampia area di sgambamento, realizzata in terra battuta e piantumata con alberi di alto fusto che fungono da zona di riparo dagli agenti atmosferici, che rappresenta il vero punto di arricchimento e il fiore all’occhiello del canile.

Il Rifugio Sanitario è costituito, da una parte, dall’edificio polifunzionale e si distingue strutturalmente e funzionalmente dall’area dei servizi; ha, infatti, ingressi separati e diversificati per gli animali e gli operatori. L’area sanitaria è stata concepita per assolvere le esigenze di tutela sanitaria degli operatori e per fornire ogni cura e idonea terapia veterinaria prescritta nell’interesse degli animali ospitati, nonché per poter fronteggiare interventi di sterilizzazione, di primo soccorso e di urgenza. Essa è costituita da:

• un ampio Ambulatorio Veterinario per le cure di primo soccorso ed eventuali interventi d’urgenza;
• un’ampia sala operatoria per gli interventi di sterilizzazione degli animali;
• una sala per la degenza post-operatoria.

Il Rifugio Sanitario si completa funzionalmente con il reparto di isolamento per il ricovero degli animali per cui viene richiesto l’isolamento per l’osservazione e la cura individuale di patologie conclamate, per cani particolarmente aggressivi, nonché per il ricovero e l’osservazione dei cani in ingresso.

Tutti i cani possono essere adottati contattando il Rifugio sanitario di Isnello e previa ordinanza Sindacale di affidamento durante le ore di ricevimento (dalle 11,00 alle 13,00 di tutti i giorni della settimana escluso sabato e in altri orari previo appuntamento). Durante tali orari si potranno sviluppare anche attività di educazione e rieducazione, di addestramento, di pet-therapy.

L’attuale norma in vigore, la Legge 281/1991, stabilisce che i cani vaganti ritrovati e catturati, vengano trasferiti presso canili comunali o rifugi e non possano essere soppressi eccetto nei casi in cui risultino gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità. Dopo una permanenza di 60 giorni in canile sanitario (periodo durante il quale il cane può essere reclamato dal proprietario), l’animale viene trasferito al canile rifugio. La normativa vigente individua i Sindaci dei Comuni quali referenti, sia come autorità locali che come responsabili del controllo, della vigilanza sul benessere e della tutela di tutti gli animali presenti sul proprio territorio, siano essi d’affezione, da reddito, da cortile, selvatici o esotici.

Il benessere animale è oggetto, inoltre, dell’Accordo del 6 febbraio 2003, siglato in sede di Conferenza Stato-Regioni, tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome, che definisce alcuni principi fondamentali volti a realizzare una maggiore interrelazione tra uomo e animali da compagnia, assicurare in ogni circostanza il loro benessere, evitare che siano utilizzati in modo riprovevole e favorire lo sviluppo di una cultura di rispetto per la loro dignità. Esso prevede, quindi, una serie di misure al fine di ridurre il fenomeno del randagismo:

1. l’introduzione del microchip come unico sistema ufficiale di identificazione dei cani;
2. la creazione di una banca dati informatizzata su base regionale o provinciale;
3. l’attivazione di una banca dati nazionale istituita presso il Ministero della Salute (Anagrafe canina nazionale), alla quale confluiscono i dati delle Anagrafi territoriali, che intende fornire on-line i riferimenti utili per rintracciare il luogo di registrazione degli animali e il loro legittimo proprietario, nel rispetto della tutela della privacy del cittadino.

È possibile individuare quattro presunte fonti di provenienza dei cani che alimentano il fenomeno del randagismo, il cui rapporto reciproco varia in funzione delle caratteristiche territoriali dell’area (più rurale o maggiormente urbana):

1. cani legati alla pastorizia e liberi di vagare sul territorio, anche e soprattutto durante le ore notturne, a causa del mancato ricovero. Si tratta di cani padronali, utilizzati o meno come cani da lavoro e, in parte, sprovvisti di microchip o non sterilizzati;
2. cani legati all’attività venatoria, perduti o abbandonati a causa della loro scarsa “efficienza”.
3. cani abbandonati. L’abbandono scaturisce dalla mancanza di un atteggiamento di possesso responsabile da parte dei proprietari, violando quanto dettato dalla normativa vigente; la bassa percentuale di cani iscritti all’Anagrafe canina aumenta le possibilità di abbandonare un animale senza
correre alcun rischio di essere rintracciati. A ciò si aggiunge spesso una pessima gestione delle cucciolate indesiderate, regalate o soppresse
4. La riproduzione non controllata dei cani vaganti (padronali, randagi e inselvatichiti), conseguenza di una mancata sterilizzazione degli stessi, alimenta ulteriormente il fenomeno. Allo stesso tempo esistono dei fattori, quali le realtà socio-economiche e le condizioni di degrado ambientale, ma anche la mancata piena applicazione della normativa vigente, che favoriscono il randagismo canino e l’inselvatichimento. Tra questi, annoveriamo: abbondanza di cibo e/o presenza di discariche non adeguatamente gestite; carenze negli strumenti di controllo (legislazione, servizio di cattura, canili); e mancanza di educazione al possesso responsabile da parte del proprietario del cane.

All’aumentare del fenomeno corrispondono tutta una serie di ripercussioni negative di diverso impatto ambientale, economico e sociale, quali:
1. una maggiore incidenza degli attacchi diretti alle persone
2. Una rilevante contaminazione ambientale dovuta alle deiezioni, alla diffusione di ectoparassiti (pulci, zecche, acari), alla dispersione di immondizie (che facilitino la ricerca del cibo da parte di ratti e topi);
3. Indubbi fattori di disturbo (quali rumori, per abbai, ululati, interazioni aggressive, o odori, legati alla marcatura con l’urina, alla contaminazione fecale, ecc).
4. Zoonosi, ovvero patogeni che possono essere trasmessi dal cane all’uomo, il cui grado di trasmissione varia con la gravità della patologia e il luogo;
5. Danni dovuti alla predazione o, comunque, ad aggressioni dirette. Questi comportamenti aggressivi hanno una ricaduta sia sul singolo proprietario (che subisce il danno) che sull’intera collettività;
6. Trasmissione di malattie al bestiame domestico;
7. Pericolo per la fauna selvatica e domestica non solo come possibili predatori ma anche come potenziale fonte di infezioni (anche per i carnivori selvatici).

Vale la pena ricordare che il nostro ordinamento prevede e punisce l’abbandono di un animale domestico (art. 727 cod. pen.), fenomeno che rappresenta una piaga sociale e che raggiunge il suo apice con l’approssimarsi della bella stagione.

In Sicilia esistono 59 strutture adibite ad ospitare gli animali, i cui costi gravano sulle casse pubbliche e sulle persone che con grande sacrificio le gestiscono. Le suddette strutture, ad oggi, risultano insufficienti per attenuare il fenomeno del randagismo.

Per tali ragioni, è in discussione all’ ARS un disegno di legge, messo a punto dall’on. Figuccia che, analogamente a quanto già accade in Regioni come l’Umbria e la Toscana, intende agevolare quanti intendano adottare un animale ospitato in un rifugio.

La norma presentata, infatti, prevede l’erogazione delle spese veterinarie gratuite sostenute da chi intraprende il percorso dell’adozione, ma è rivolta anche ai proprietari di cani e gatti in situazione di svantaggio economico, persone disabili e persone anziane.

Grazie a questa proposta di legge, i Siciliani saranno posti nelle condizioni di poter accudire più facilmente un animale e, nel contempo, si tenderà ad alleggerire la portata dei rifugi per cani e delle oasi feline che, ad oggi, rappresentano un costo per le casse pubbliche e un impegno non indifferente per i gestori.

E’ importante, infine, rimarcare come l’impatto economico del randagismo canino sia estremamente consistente soprattutto per gli ingenti fondi che vari Enti pubblici elargiscono sotto forma di risorse umane, infrastrutturali e strumentali per il suo controllo, prime fra tutte le Amministrazioni comunali, responsabili della cattura dei cani vaganti e del loro mantenimento in canile.

I Comuni convenzionati e, quindi, il bacino di utenza cui il canile si riferisce prevalentemente è costituito dai seguenti comuni del comprensorio: Alimena, Blufi, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù, Gangi, Geraci Siculo, Lascari, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato, Sclafani Bagni.

Il rifugio Sanitario di Isnello, in linea con le sue finalità, sta attivando una serie di nuovi servizi volti all’educazione e alla divulgazione della mentalità per cui sono innumerevoli i benefici che derivano dalla socializzazione con i cani.

Tra questi :
– Percorsi educativi o rieducativi ai cani che coinvolgano privati cittadini.
– Progetti didattici nelle scuole di ogni ordine e grado volti a: fornire una corretta cultura sul cane per sensibilizzare i bambini sul benessere animale e il rispetto dell’altro, anche per prevenire incidenti di morsicatura.
– Interventi assistiti con gli animali da affezione (“pet-therapy”) nelle case di riposo, scuole, asili, ecc…
– Classi di socializzazione con cani del canile
– Organizzazione di giornate culturali per favorire l’avvicinamento e la conoscenza della struttura e degli ospiti.

Tutti questi motivi non vi sembrano ancora sufficienti per programmare la vostra visita e non hanno solleticato la vostra curiosità per avvicinarvi alla scoperta di questo mondo?

Possiamo garantirvi che è un’esperienza che vale la pena di provare anche soltanto per staccare la spina dal logorio quotidiano e dalla frenesia stressante che ci ingabbia e limita. Di certo, non tornerete a casa per come siete arrivati. Ne beneficerà il vostro spirito e la vostra persona ne uscirà arricchita. Nella migliore delle ipotesi, poi, verrete sopraffatti da così tanta gioia e tenerezza che il minimo sarà scegliere o farvi scegliere da uno di questi esseri che, a differenza dal tran tran a cui siamo miseramente rassegnati, vi vorrà offrire il meglio e la sua incondizionata fedeltà senza nulla chiedervi in cambio se non una carezza e qualche attenzione. Amatelo per amarvi e vi amerà come nessuno mai.

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