Il nonno è un pirata (Il guardiano del tempo)

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di Salvo Zappulla

 

Dopo il successo riportato con la prima edizione de  “Il nonno è un pirata”,  tra i libri  più venduti da  “Le Ed. Il foglio, questo sequel credo sia venuto naturale. Conoscendo quel vecchio marpione di Gordiano Lupi, difficilmente si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di riproporre in libreria uno dei suoi autori più promettenti. E, dopo avere letto questa entusiasmante storia di pirati e di viaggi a ritroso nel tempo, devo dire che Nino Genovese non ha tradito le aspettative.

L’autore di ‘Barcellona Pozzo di Gotto’ con gli anni acquista maturità, consapevolezza dei propri mezzi (che sono notevoli), e la fantasia rimane sempre fervida. Anche questa volta troviamo la bella Ludovica (bella grazie alle illustrazioni di Roberta Guardascione) alle prese con le sue rocambolesche avventure, determinata più che mai a ritrovare il suo papà dopo aver saputo che è ancora vivo. Anche a costo di andare a scovarlo all’inferno. E già all’inferno sarebbe impresa difficile, ma il giovane autore siciliano va oltre, scavalca con la fantasia le barriere del tempo, porta la scalcagnata ciurma della Cantunera ad Atene, nel bel mezzo della guerra di Troia a confrontarsi con gli eroi della mitologia greca. Situazioni rocambolesche, improbabili sfide ai rigori con Agamennone, battibecchi accesi con Menelao; illusioni e disillusioni si susseguono a ritmo sempre più incalzante. Tecnologia e tradizioni si fondono in maniera armonica.  E poi ci sarà il problema del ritorno a casa.

Libri come questo dovrebbero arrivare nelle scuole, inculcare nei ragazzi il gusto per l’avventura, togliere loro dalle mani videogiochi e smartphone per farli viaggiare lontano con la fantasia.  Sia benedetta la buona letteratura, quella creata per divertire e divertirsi, per riflettere e far riflettere, lontana da beceri calcoli commerciali Vero è che fare editoria significa fare impresa, i libri costano a stamparli e si devono vendere ma ci si può arrivare anche proponendo prodotti di qualità come questo, senza sgomitare per andare nei salotti televisivi, senza impegnare l’anima al diavolo per apparire a tutti i costi; senza inseguire gli argomenti che tirano di più sul mercato per vendere qualche copia in più. Si può scrivere una bella storia anche solo per il piacere di scriverla, seguendo le proprie aspirazioni e le proprie tendenze. L’importante conoscere gli strumenti del mestiere  e Nino Genovese ha tutte le carte in regola.

 

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