Caos Libia: guerra fratricida a due passi da casa nostra

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di Salvo Barbagallo

 

A due passi da casa nostra, in Libia si combatte: oggi (come ieri e l’altro ieri) è guerra fratricida mentre si discute all’ONU sul precipitare di una situazione che dalla fine di Gheddafi non trova pace, né equilibrio.

Le forze del generale  Khalifa Haftar sono alle porte di Tripoli  e già si parla che è a rischio la “Conferenza Nazionale” che si dovrebbe tenere a giorni (dal 14 al 16 aprile) nell’oasi di Ghadames, nel sud-ovest del Paese. Come ricorda Lorenzo Cremonesi su Il Corriere della Sera è dalla rivoluzione “assistita” dalla Nato nel 2011 e il linciaggio di Muammar Gheddafi che in Libia politica e scontro militare vanno spesso a braccetto. La “Conferenza Nazionale”, organizzata dall’inviato dell’Onu Ghassan Salamé, può andare incontro al fallimento prima ancora che abbia inizio a seguito degli scontri alle porte di Tripoli, per ora irraggiungibile per la difesa delle truppe di Misurata, mentre i miliziani avrebbero ripreso il controllo di un checkpoint nei pressi di Sorman. Volente o nolente, il premier riconosciuto Fayez al-Sarraj è ancora una volta sotto assedio. Dopo aver conquistato il sud del Paese tra febbraio e marzo, il generale Haftar ha lanciato questo nuovo attacco che ha definito “l’Operazione per la liberazione di Tripoli” dopo che le sue truppe sono entrate senza combattere a Garian, un centro situato a 80 km in linea d’aria dal centro di Tripoli. Diversi analisti ritengono che Haftar  non abbia la forza per espugnare la capitale libica come invece ha fatto con Bengasi e Derna. Misurata ha spostato gran parte delle milizie verso la capitale posta in “stato d’emergenza massima” con allerta anche per l’Aviazione. Questa operazione, pertanto, viene ritenuta una “mossa” di Haftar per presentarsi in posizione di forza alla “Conferenza Nazionale” di Ghadames. Il segretario generale dell’Onu, Guterres, ha invitato alla “calma e moderazione” perché, “in queste condizioni”, il vertice che dovrebbe stabilire una data per le elezioni “è impossibile”.

“I governi di Francia, Italia, Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna e Stati Uniti sono profondamente preoccupati per i combattimenti nei pressi di Garian, in Libia, ed esortano tutte le parti a ridurre immediatamente le tensioni che stanno ostacolando le prospettive di una mediazione politica dell’Onu”: è questa una dichiarazione congiunta che si aggiunge a quella segretario di Stato americano Mike Pompeo nella conferenza stampa conclusiva del vertice dei ministri degli Esteri della Nato a Washington dove si afferma “Stiamo seguendo quello che succede e cercando di fare del nostro meglio per fornire buone soluzione al popolo libico e aumentare la stabilità del Paese”.

Insomma, la comunità internazionale è in allarme e se ne discute nel Consiglio di sicurezza Onu, chiesto dalla Gran Bretagna, nel quale l’inviato speciale Ghassan Salamè farà il punto sulla situazione.

Sembra lontanissimo quel 13 novembre dello scorso anno, il giorno in cui sul sito del Governo Italiano, nel corso dell summit tenuto a Palermo, apparve la foto della stretta di mano tra Haftar e Sarraj: Conte e Sarraj apparivano sorridenti con Haftar, che (a parte la foto) l’uomo forte della Cirenaica aveva dichiarato “Non parteciperemo alla conferenza neanche se durasse cento anni. Non ho nulla a fare con questo evento”.

Ora bisognerà attendere lo sviluppo degli eventi delle prossime ore e dei prossimi giorni, ma guerra è in una Libia a pochi chilometri da casa nostra.

Sarraj,Conte e Aftar a Palermo nel novembre scorso
Sarraj,Conte e Aftar a Palermo nel novembre scorso

 

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