Legittima difesa: è una legge della Lega ed è nel contratto di Governo. Ma spuntano frizioni nel M5S

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di Luigi Asero

 

Luigi Di Maio intervistato da RTL commenta l’approvazione imminente della legge sulla legittima difesa e ammonisce l’ala dissidente pentastellata: “Sicuramente questa è una legge della Lega. Come quando si è votata la legge contro la corruzione voluta dal Movimento 5 Stelle non è che ci fosse tutto questo entusiasmo nella Lega. Allo stesso modo quando si vota la legge sulla legittima difesa che è una legge che sta nel contratto e che per questo porteremo avanti perché noi siamo leali, non è che ci sia tutto questo entusiasmo nel Movimento 5 Stelle“.

Eppure proprio nelle fila del Movimento starebbe girando una sorta di dossier interno, pare preparato dalla deputata pentastellata Rina De Lorenzo che punta all’incostituzionalità del provvedimento in fase di imminente approvazione. Si tratterebbe di un documento di una decina di pagine in cui già all’art. 1 della legge si ravviserebbe una presunzione di proporzionalità assoluta. Così riportava ieri l’agenzia di stampa AdnKronos: “L’articolo 1 della proposta di legge in questione modifica il comma 2 dell’articolo 52 c.p., precisando che nei casi di legittima difesa domiciliare si considera ‘sempre’ sussistente il rapporto di proporzionalità tra la difesa e l’offesa. L’inserimento dell’avverbio ‘sempre’ tra il verbo ‘sussiste’ e le parole ‘il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo’ introdurrebbe una presunzione di proporzionalità assoluta” concludendo quindi che “per effetto di tale modifica finirebbe con l’essere ritenuta sempre legittima qualsiasi reazione difensiva anche se sproporzionata. Tale presunzione assoluta è chiaramente costituzionalmente illegittima in quanto finirebbe con l’essere postulata come esistente sempre e quindi anche nei casi, pur se marginali, in cui una proporzione non esiste, derivandone una violazione del principio di uguaglianza considerato che verrebbero ad essere trattati in maniera eguale fatti difensivi diversi“.

Lo stesso documento farebbe poi riferimento anche al nuovo quarto comma dell’articolo 52 del codice penale, che “introdurrebbe una presunzione di legittima difesa“. “La difesa in quanto tale non è sempre e comunque legittima, considerato che per essere tale deve rispettare i fondamentali requisiti enunciati dal primo comma dell’art. 52 del c.p“.

Dubbi, nello stesso documento, sarebbero espressi anche per quanto riguarda la formulazione dell’articolo 2 laddove dice “attraverso lo stato di grave turbamento si giustificherebbe ogni atto come espressivo di una legittima difesa” e sull’articolo 8 che disciplinerebbe invece la “liquidazione dell’onorario e delle spese per la difesa di persona nei cui confronti è emesso provvedimento di archiviazione o sentenza di non luogo a procedere o di proscioglimento nel caso di legittima difesa“, infatti così si ipotizza che verrebbero poste a carico dello Stato soltanto le spese del soggetto a cui è riconosciuta la  legittima difesa e non anche le spese “sostenute da colui a cui viene riconosciuto lo stato di necessità, l’esercizio di un diritto, l’adempimento di un dovere o l’uso legittimo delle armi. Ne deriverebbe dunque una violazione del principio di uguaglianza tra la scriminante della legittima difesa e le altre“.

Insomma, pare che per una parte del Movimento 5 Stelle ciò che non va difeso sia proprio la legge sulla legittima difesa… e forse questo creerà non poche frizioni all’interno del Movimento se, come appare probabile, la legge verrà approvata così com’è.

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