La tragedia pirandelliana della scuola di via Napoli a Francavilla di Sicilia

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di Nello Cristaudo

 

La chiusura della scuola elementare di Francavilla di Sicilia, decretata con improvvisa ordinanza dal sindaco Vincenzo Pulizzi,  continua a destare preoccupazione nella gente,  ma anche nella vita politica locale. In una apposita conferenza stampa, tenutasi ieri sera nell’abitazione dell’ex sindaco, il gruppo consiliare di minoranza “Scriviamo Insieme il Futuro”, presieduto da Lino Monea, insieme ad altri sostenitori e politici, ha fatto il punto della situazione analizzando l’intera vicenda  e manifestando viva preoccupazione per le sorti dei piccoli alunni che sono i primi a subirne le conseguenze insieme ai genitori.

Ma cosa si cela dietro l’improvvisa ed inaspettata chiusura dell’edificio scolastico di via Napoli?  Questo il quesito cui si è cercato di dare risposta analizzando fatti e misfatti.

Il capogruppo d’opposizione, Lino Monea, ha fatto un approfondito excursus sulla vicenda, spiegando alcuni punti. «Più volte in aula consiliare il sindaco Pulizzi ha ribadito della problematica legata alla scuola elementare e della sua pericolosità.  In una nostra recente interrogazione consiliare, abbiamo chiesto  che fine avessero fatto i finanziamenti che la mia Amministrazione Comunale aveva procurato a tale istituto scolastico per il suo efficientamento energetico. Il sindaco Pulizzi ci ha risposto che si trattava non di un finanziamento bensì di un mutuo, mentre posso ampiamente dimostrare che trattasi  di un finanziamento interamente ammortizzabile nel tempo attraverso il risparmio energetico. Ma sta in quella risposta – tra l’altro piena di falsità – la vera causa della chiusura della scuola:  solo per fare un “dispetto” al sottoscritto avversario  l’istituto è stato interdetto… dalla sera alla mattina, senza informare la minoranza su un argomento così importante, anzi snobbandola come  in genere fa. Più volte abbiamo dato la nostra disponibilità a collaborare con la maggioranza,  per dare soluzioni condivise alle varie problematiche senza incorrere in iter burocratici molto discutibili sotto il profilo della legalità. Ma è come se parlassimo con un muro di gomma, fra l’altro non osservando quanto prevedono i regolamenti consiliari e le norme di legge.

Noi consiglieri dell’opposizione ci siamo sempre sforzati di essere collaborativi con l’attuale Amministrazione Comunale, la quale però ci ha sempre e sistematicamente ignorato ed addirittura impedito di poterci esprimere nelle competenti sedi istituzionali».

Il consigliere Alessandro Vaccaro
Il consigliere Alessandro Vaccaro

Il consigliere Alessandro Vaccaro, in una sua nota, esprime quanto segue: «Dopo aver sentito proferire più volte, anche in Consiglio Comunale, al sindaco Pulizzi l’espressione “la scuola elementare di Via Napoli è inagibile“, noi abbiamo ritenuto doveroso, nelle settimane scorse, presentare un’interrogazione al riguardo, cui ha fatto seguito il repentino provvedimento di chiusura dell’edificio scolastico. Si sappia intanto che questa scuola non l’abbiamo certamente chiusa noi consiglieri di minoranza, bensì il sindaco in carica, che nella riunione con i rappresentanti dei genitori di qualche giorno fa, malgrado il nostro interessamento alla problematica in questione, non ci ha invitato. A quella riunione erano invece presenti diversi esponenti della maggioranza (assessori e consiglieri comunali) nonché qualche “sindaco ombra” e qualche supporter…».

Ma, interviene dando il proprio  contributo alla discussione, il consigliere Salvatore Bardaro, il quale ci porta a conoscenza che: «Non appena saputo della relazione tecnica,  giunta “nuovamente” nel nostro Comune tra il 29 ed il 30 gennaio scorsi, che avrebbe indotto il sindaco a decretare la chiusura della scuola, mi sono recato negli uffici comunali per chiederne copia. Ho usato di proposito l’avverbio nuovamente, perche si tratta dell’identica perizia che lo stesso studio tecnico privato aveva già inviato un anno fa all’Amministrazione Comunale di Francavilla di Sicilia, che gliel’aveva commissionata nell’autunno del 2017, per un costo di quasi cinquemila euro. Dallo studio effettuato da questa società di ingegneria si deduce chiaramente  che l’immobile di Via Napoli avrebbe, allo stato attuale, difficoltà a resistere ad eventi sismici di grossa entità, cui si potrebbe ovviare con un intervento infrastrutturale del costo pari a meno di quattrocentomila euro, facilmente finanziabile dagli enti competenti. Gli stessi professionisti, redattori di tale relazione tecnica, ipotizzano anche un più drastico e costoso intervento da cinque milioni di euro per abbattere e ricostruire integralmente l’immobile, soluzione, questa, preferita dagli attuali amministratori comunali francavillesi. In ogni caso da tale perizia tecnica, stranamente “riesumata” a distanza di circa un anno, non si evince alcun rischio immediato per la scuola elementare di Via Napoli. Perché, dunque, questa improvvisa chiusura del plesso scolastico, frequentato da circa centocinquanta bambini?!…».

Sulla circostanza interviene anche Lucia Camuglia (ex consigliere comunale ed esponente del PD, che alle ultime amministrative appoggiava la candidatura di Monea) la quale pone l’accento su alcuni aspetti ritenuti  quantomeno inquietanti a suo parere. L’esponente del PD, analizzando la situazione, afferma: «Questa vicenda è di una gravità estrema sotto tutti i punti di vista. Intanto siamo in presenza di una relazione tecnica spacciata per “nuova”, mentre in realtà risale a circa un anno prima e che è stata improvvisamente “riesumata”, non si sa su commissione di chi…, col frettoloso sistema del “copia ed incolla” (sintomatico, in una sua pagina, il riferimento al limitrofo “Liceo Scientifico Caminiti-Trimarchi di Via Napoli” anziché alla “Scuola Elementare di Via Napoli”…). Mi permetto inoltre di far osservare al sindaco Pulizzi che se l’edificio della scuola elementare di Via Napoli è a rischio di crollo sarebbe stato anche suo dovere interdire al transito pedonale e veicolare ed al posteggio di automobili tutta la strada antistante. Una così importante decisione, come la chiusura di una scuola peraltro frequentata da oltre 200 persone tra alunni e personale docente ed ATA, si sarebbe dovuto consultare il Consiglio Comunale. Ma capisco che a Francavilla di Sicilia, da qualche anno a questa parte, questa è un’”utopia”, visto che l’attuale classe amministrativa insediatasi nel giugno del 2017 alla guida del nostro Comune, tende giorno per giorno a scardinare i principi fondamentali della democrazia, prendendo disinvoltamente “a porte chiuse” decisioni che incideranno pesantemente sul futuro della nostra comunità (vedi la cessione all’Enel dell’azienda elettrica comunale e l’approvazione del regolamento per il rinnovo delle concessioni cimiteriali). Ci troviamo di fronte, pertanto, ad un modo assolutamente irrituale di amministrare, tra semplici cittadini che, senza rivestire alcun incarico istituzionale, durante il giorno condizionano le scelte del sindaco (stazionando permanentemente nella sua stanza in municipio…) e che la sera si  permettono di fare disinformazione ed “offendere” sui social network, tra commissioni consiliari che vengono formalmente convocate per poi essere sistematicamente “annullate” e tra assessori che (come è avvenuto nel recente incontro con i rappresentanti dei genitori degli alunni delle scuole elementari) leggono “in anteprima” ai cittadini  i verbali dei Consigli Comunali senza che questi siano stati ancora redatti dagli uffici municipali competenti ed approvati, fatto questo gravissimo perché non garantisce la terzietà di chi dovrebbe redigere il verbale e fuori da ogni regola. Tutto, dunque, è all’insegna della mancanza di serietà e di rigore amministrativo e, soprattutto, del premeditato intento di impedire agli avversari politici di esercitare il proprio ruolo. Per non parlare del clima di odio sociale che viene quotidianamente alimentato nelle più diverse forme. Ritengo che, a questo punto arrivati, occorra appellarsi alle autorità superiori, a cominciare dal Prefetto e dall’Assessorato Regionale agli Enti Locali, per tentare di imprimere un cambio di rotta alla vita politica, amministrativa ed anche sociale di Francavilla di Sicilia».

Anche Giuseppe Di Natale, più volte consigliere comunale e assessore, ha voluto dire la sua sulla questione scuola ribadendo: «Il sindaco avrebbe dovuto prendere un simile provvedimento se avesse avuto a suo supporto una relazione tecnica stilata  dagli organi competenti, come il Dipartimento di Protezione Civile. Ed in ogni caso, come facevano le Amministrazioni Comunali francavillesi del passato, decisioni di questo tipo vanno prese interpellando tutti i consiglieri comunali. Per il resto sono pienamente d’accordo con la dirigente scolastica Angela Mancuso, la quale ha “bocciato” il “Piano B” approntato dal sindaco Pulizzi e dai suoi collaboratori in quanto non attuabile nei locali della scuola media di Piazza Pirandello né in quelli dell’ex Opera Pia, perché logisticamente non idonei, anche sotto il profilo della sicurezza, ad ospitare i centocinquanta alunni della scuola elementare ed il personale dipendente dell’Istituto Comprensivo».

È evidente che la questione scuola elementare non finirà di attrarre  l’attenzione della popolazione francavillese, la quale di botto si è vista catapultata in una sorta di tragedia pirandelliana, dove i piccoli alunni – loro malgrado – sono diventati attori protagonisti di decisioni calate sulle loro teste in maniera improvvisa. Ma un altro fattore è da tenere presente sulla vicenda, che la dice lunga su come risolvere i problemi di una comunità da parte di chi l’amministra. Il 16 agosto 2017 è uscito l’avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza e riqualificazione degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico finanziabile sino a due milioni e mezzo di euro, bando prorogato sino a febbraio 2018.  Come mai l’attenta amministrazione comunale non ha ritenuto opportuno partecipare a tale bando e a quelli successivi che mettono a disposizione ingenti somme nazionali ed europee totalmente a fondo perduto? Indubbiamente aderendo a quella misura – sempre che  chi di competenza avrebbe inviato correttamente la pratica –  si sarebbe potuto ottenere il finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro che avrebbe di sicuro fatto alzare la soglia di sicurezza  per gli eventi sismici  dando l’opportunità di non chiudere la scuola. Ma viene spontaneo chiedersi, se il progetto dell’amministrazione Pulizzi, di rifacimento ex novo dell’attuale edificio,  fosse andato a buon segno era già stato previsto per i 150 alunni un piano B dove allocarli nelle more della costruzione del nuovo fabbricato? Da quel che sta succedendo, visto che a distanza di otto giorni dalla chiusura della scuola primaria ancora  gli allievi  sono a casa, sembrerebbe di no! Continueremo a scrivere di questa vessata vicenda cercando di fare chiarezza sui fatti.

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