Una poesia per ricordare, nel Giorno della Memoria

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di Anna Studiale

 

Oggi, 27 gennaio, Giornata della Memoria. Come ogni anno è giusto ricordare i sei milioni di ebrei uccisi che assieme a tanti zingari, omosessuali, oppositori politici hanno trovato la morte nei campi di concentramento e sterminio nazisti. Era il 27 gennaio del 1945 quando alcune truppe dell’Armata Sovietica entrarono oltre il recinto del campo di Auschwitz. La completa disfatta della follia nazista era ormai alle porte e per la prima volta il Mondo ha visto ciò che per molto tempo in molti hanno fatto finta di non vedere. Tutto il resto è stato un percorso negli anni portato avanti di ricerca, scoperta, denuncia di atrocità inumane che nessuna parola potrà mai sintetizzare e descrivere. Forse solo gli occhi dei sopravvissuti che per tanti anni hanno scelto di stare in silenzio possono dirci di cosa noi uomini siamo capaci di fare. Auschwitz fa oggi più paura di ieri, più paura di sempre. Forse al di là di tante parole e retoriche vane oggi dobbiamo stare in silenzio.

 

Le pagine gialle di un registro
s e g n a n o
lunghi anni
come su f e r r a ti

binari

bianche mani tengono
s t r e t t e
grandi valigie
n e r e

piene di n u l l a
di sogni bruciati
dal
f u o c o

a scaldare la neve
b i a n c a di luce

sotto i piedi

n u d i
i corpi

n u d i
quegli occhi
smarriti dentro
alti camini
nel

f u m o.

Ora salgono
l i b e r i al cielo.
Stelle lontane
Ora sono
c a n d e le di vita

piccole luce
illuminano
gialli registri

di m o r te
di u o m i n i

partiti per i l viaggio
e non ancora
t o r n a t i.

Un f i o r e
c a n d i d i petali
d o l c e profumo

c a n t o la mia

P R E G H I E R A.

#giornatadellamemoria

Ventisette gennaio 2015

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