Il domani per la Libia è donna?

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di Mirco Arcangeli

 

È in corso a Siracusa un importante seminario dal titolo: Italia Libia. I tre orizzonti della governance locale: Donne protagoniste del buon governo locale, competenza amministrativa, sviluppo territoriale.

Il seminario si svolge presso la sede di “The Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights” ed è promosso e organizzato da MINERVA con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Il Seminario di Siracusa, cui seguirà quello di Roma ad inizio 2019, è parte del Progetto “Italia-Libia. Donne amministratrici locali-Azioni di sostegno e formazione alle donne libiche impegnate nelle comunità locali, per migliorare la governance territoriale e per costruire dal basso democrazia e sviluppo” e si colloca nelle iniziative del MAECI e di altre importanti Istituzioni italiane, Enti e Fondazioni pubbliche e private, orientate a incrementare le competenze del ceto amministrativo locale rappresentato dalle donne libiche quale fattore propulsivo del ruolo delle municipalità nell’attività di mediazione sociale e di riconciliazione nazionale dal basso, promuovendo sviluppo economico, sociale, ambientale e una diffusa cultura democratica e di cittadinanza attiva in Libia.

I saluti Istituzionali: Ezechia Paolo Reale, Segretario Generale The Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights; Paolo Amenta, Vicepresidente dell’ANCI Sicilia (ANCI – Associazione Nazionale dei Comuni). Pierluigi Severi presenta e modera il seminario quale Capo Progetto di Minerva.

Minerva è una cooperativa non profit che opera in Italia, in Europa e nel Mondo. Nel corso degli anni ha ampliato la sua missione alla realizzazione di progetti di cooperazione internazionale, attività internazionali sostenute dal (MAECI) e dall’Unione Europea.
Tra le manifestazioni più significative, ogni anno promuove e organizza il PREMIO MINERVA ANNA MARIA MAMMOLITI, primo riconoscimento italiano dedicato alle donne, con la medaglia del Presidente della Repubblica, creato da Anna Maria Mammoliti, fondatrice dell’associazione Il Club delle Donne nel 1983 e del mensile Minerva, a lei intitolato dopo la scomparsa nel 2009. (Cfr. brochure presentazione seminario).

Durante la discussione del primo giorno di seminario, si sono confrontate le esperienze amministrative tra gli amministratori libici e quelli italiani.

Dal confronto è emersa la grande battaglia verso il cambiamento che stanno conducendo le donne libiche. Infatti la Libia è permeata da una cultura profondamente tradizionalista (l’elettore vota per un uomo) che vede la donna esclusa dalla partecipazione alla gestione della cosa pubblica. Dopo tante battaglie però comincia ad affacciarsi, anche in questa realtà, la presenza delle quote rosa. E’ in essere oggi un rilevante confronto che intende portare tali quote al 30% (per i principali seggi). Altri elementi emersi dal confronto sono quelli relativi alla forte divergenza esistente tra norma (legge) e realtà, soprattutto nella gestione del decentramento amministrativo. Scendendo nei dettagli emerge come nelle amministrazioni locali la trasparenza degli atti amministrativi è ancora troppo debole, e lascia chiuse le porte all’effettivo controllo della collettività. Le donne libiche, che con grande forza e coraggio si sono espresse durante il seminario, in rappresentanza di una nuova classe dirigente locale femminile, sono fortemente convinte della necessità di una Libia unica e unitaria.

Il confronto tra amministratori locali ha approfondito l’aspetto tecnico amministrativo scendendo nei particolari delle leggi che regolamentano il decentramento dello Stato, sia in termini di risorse che in termini di impieghi, per arrivare ai servizi pubblici ed alle azioni che le amministrazioni locali devono affrontare.

Emerge inoltre la necessità di avviare uno scambio tra culture diverse, anche per dare nuovi spunti e stimoli ai giovani libici. Si chiede con forza una maggiore presenza italiana nel dibattito libico. Anche per questa ragione andrebbero ripristinate le tratte aeree che collegano la Libia all’Italia.

Il seminario si svolge in quattro sessioni:

  • Lo Stato e i Consigli distrettuali: principi costituzionali e legislativi che ne regolano i rapporti e che favoriscono la crescita del sistema istituzionale locale.

  • Cultura amministrativa e partecipazione: incoraggiare forme di innovazione della democrazia dal basso e la disponibilità ad un continuativo atteggiamento cooperativo.

  • La gestione amministrativa e finanziaria: modelli di acquisizione delle risorse finanziarie e destinazione delle risorse rispetto ai livelli di protezione sociale e di sviluppo del territorio.

  • I programmi: dalle buone pratiche alle politiche di promozione dello sviluppo sociale, economico, educativo, ambientale e culturali.

Tra gli interventi dei relatori italiani viene sottolineata la necessità, in Italia, di superare gli attuali confini delle comunità, legati a schemi oltremodo superati e che risalgono al 1815. I confini vanno ridisegnati secondo esigenze di interesse economico (vocazione unitaria) o per area di sviluppo, o per intervento di sistema. Nel contempo, in una realtà storica che vede la globalizzazione farci divenire cittadini del mondo, un mondo aperto, un mondo costituito da una unica città perché un’unica dimensione, necessita che al “più” globale debba corrispondere un “più” locale. Senza una realtà locale organizzata i territori diventano periferie, marginalità. Appare quindi sempre più urgente che a livello organizzativo si pongano queste questioni. L’Europa non riconosce più i comuni, non riconosce le regioni, ma riconosce i territori. Dobbiamo anche noi ridisegnare le mappe dei territori e programmare interventi con progetti integrati. (Cfr. intervento Paolo Amenta).

Insomma le problematiche aperte sono sempre molte, e in una società dinamica come la nostra non può sicuramente mancare la necessità di un rinnovamento anche nel nostro paese.

Il confronto è stato decisamente interessante per entrambe le parti, ed ha posto in evidenza che c’è una Libia operosa, organizzata, con la voglia di crescere e progredire, ansiosa di migliorare la gestione democratica delle proprie autonomie amministrative, con la grande energia e passione che le donne sanno mettere nei propri obiettivi.

Ancora una volta la Sicilia può essere “ponte sul mediterraneo” e unire le popolazioni, diverse per cultura e religione, ma figlie dello stesso mondo che ci appartiene.

Sono intervenuti esperti italiani e libici, o meglio esperte libiche, (dato che per la Libia vi è stata una rappresentanza esclusivamente femminile) che hanno avviato un complesso confronto. Fra gli stessi possiamo annoverare: Munay Abu Abd Almuqaddim, Presidente “Membralhac Organization”; Haniya Abu Khirais, Membro del Consiglio Municipale di Sirte (Responsabile Donne, Salute e Bambini): Awatif Fathi Aljidaemi, Membro del Consiglio Municipale di Souk Ajjoma; Feira Mohammed Ali Mansour, Membro del Consiglio Municipale di Azzawia, Khadeejah Altahir Alhabeeb, Membro del Consiglio Municipale di Algrifa; Amaal Altahir Alhaaj, Board Director Free Communications Development.Org; Sofia Amoddio, Avvocato; Layla Mohammed Alsunousi, Capo del Consiglio Municipale UM Alaraneb; Lile Selim Ben Kelife, Consulente dei Comuni; Pietro Coppa Assessore all’Ambiente Scuola e Servizi territoriali del Comune di Siracusa; Marcella Distefano Professore associato di Diritto internazionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina; Samira EI Masoudi, Presidente Development Organization in Support of Youth and Women in Libia”: Najiyah Abdullah Jibreel, Membro del Consiglio Municipale di Bengasi. Nicola Lo lacono, Assessore al bilancio del Comune di Siracusa; Caterina Riccotti, Avvocato e Vice Sindaco del Comune di Scicli (RG): Melania Sorbera, Giornalista e Sociologa.

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