Torna in libreria “Tu non dici parole” di Simona Lo Iacono

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di Salvo Zappulla

 

Torna in libreria “Tu non dici parole” di Simona Lo Iacono, libro dal titolo  evocativo, tratto da una poesia di Pavese. Il romanzo, che si aggiudicò il premio Vittorini opera prima, è stato ripubblicato, a distanza di anni, da Giulio  Perrone editore, forte del consenso sempre crescente che la scrittrice siciliana sta riscuotendo in ogni parte d’Italia.

Una storia forte, carnale, che affonda le sue radici in una Sicilia oscura  vittima della Santa Inquisizione dove i potenti faticavano a contenere il malcontento popolare e lo opprimevano in maniera violenta, spesso con vero sadismo. Un libro che già allora, quando uscì, nel 2008, avrebbe meritato una più ampia diffusione.  La Lo Iacono affronta i grandi temi della vita, della morte, dell’amore. La spiritualità, la fede, il bene e il male, con la sua scrittura musicale e barocca, arricchita da espressioni in latino, in volgare e in dialetto siciliano. Una storia tratta da fatti realmente accaduti. Siamo in Sicilia, nel 1638, a Bronte. La plebe deve difendersi dalle carestie, dall’ignoranza, dalla fame e, per ultima, dal clero che sull’ignoranza del popolo edifica il proprio potere. Suor Francisca Spitalieri coltiva la sua unica ricchezza: le parole belle. Le cerca, le trova, le ruba, le regala per lenire sofferenze, per insegnare alla gente a difendersi dai soprusi. Le parole sono temute dai potenti, sono portatrici di un mistero arcano, sono magia e incanto, bestemmia e purezza. Chi non ne sa fare uso le combatte. E l’arcivescovo Angimbè  per sbarazzarsi di Francisca la condanna al rogo. La Lo Iacono utilizza questa metafora per lanciare un messaggio, sembra voglia ricordarci che la comunicazione è la condizione primaria dell’essere umano. I pensatori danno fastidio ai potenti. Le opere di Pitagora furono bruciate ad Atene, nel lontano 411 A.C.

Il primo imperatore Cha Huang-ti ordinò la distruzione di tutti i libri esistenti in Cina; così come i nazisti bruciarono i libri contrari allo spirito germanico. L’imperatore Caligola condannò al rogo i libri di Omero e Virgilio. Diocleziano fece bruciare tutti i libri dei cristiani. ”Tu non dici parole” è un romanzo in bilico tra misticismo e superstizione, tra reale e fantastico, tra verità e leggenda, tra mistero ed esoterismo, che attrae nel suo vortice lento ed ammaliante.   Il clima sospeso e rarefatto, impregnato di mistero; il ritmo incantatorio, una scrittura lirica e visionaria di presa immediata, che incide nell’animo, lo stile personalissimo e inconfondibile, ne hanno fatto il prezioso atto di battesimo di una scrittrice tra le più amate  dai lettori.

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