Inferno di fuoco in Australia: soccorritori salvano 8 mila persone. Foto

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Impressionante il resoconto di una serie di incendi boschivi (108) che hanno colpito lo stato di Queensland in Australia. La furia delle fiamme ha costretto i soccorritori nella notte a svegliare non meno di ottomila persone convincendole a fuggire via dalle fiamme che pericolosamente e improvvisamente si avvicinavano alle loro abitazioni incenerendo letteralmente tutto ciò che hanno incontrato durante il loro cammino.

La situazione pare adesso sotto controllo. Ma ci sembra opportuno riferire alcuni passaggi tratti dal “The Morning Bulletin”.

“I poliziotti trascinano centinaia di persone fuori dal letto per fuggire dagli incendi. Queste persone si sono rifugiate su una spiaggia del nord del Queensland”. Annastacia Palaszczuk, presidente del Quennsland è euforica per il risultato perfetto dell’evacuazione che ha evitato che anche una sola vita umana si perdesse, seppur ovviamente rammaricata per i gravi danni alle residenze distrutte e ai danni subiti dal patrimonio boschivo nell’incendio che a detta degli esperti non ha precedenti nella storia del Paese. Qualche difficoltà nell’evacuazione si è avuta nei centri di Rules Beach e Deepwater, a nord di Bundaberg, ma alla fine i residenti hanno capito il pericolo e obbedito all’ordine immediato di evacuazione.

Il forte caldo e i venti fortissimi hanno sviluppato le fiamme che secondo le autorità locali hanno assunto le caratteristiche di un tornado di forza 5, pertanto pericolosissime.

Impressionanti anche le immagini, tratte dai più popolari social che documentano più di ogni altra parola il terrore che per parecchie ore si è insinuato nella popolazione e nelle stesse autorità che hanno temuto un disastro anche in termini di vite umane (visto lo svilupparsi delle fiamme nelle ore notturne mentre tutti dormivano). Così, fortunatamente non è stato.
Restano delle riflessioni da fare sul clima che ha agevolato lo svilupparsi di fiamme appunto mai viste, come documentanto nel collage sottostante.

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