Genova, 41 vittime. Nella giornata “ufficiale” del dolore emergono responsabilità totali

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di Salvo Barbagallo

 

Quarantuno le vittime finora accertate nella tragedia del crollo del Ponte Morandi di Genova, la giornata del lutto nazionale vede venire a galla responsabilità totali, fra “sciacallaggi” mediatici, speculazioni politiche e polemiche a 360 gradi, rabbia di molte famiglie di vittime e della collettività nazionale che chiedono “giustizia”, timore per una situazione delle infrastrutture del Paese che appare senza controlli certi, ponti che si chiudono per motivi di sicurezza, incertezza che provoca (consequenzialmente) reazioni emotive difficilmente contenibili.

Tanti ponti (forse troppi) da un capo all’altro d’Italia portano la firma “Morandi”, tutti con le stesse caratteristiche tecniche da molti esperti contestate da anni: dal ponte della Magliana a Roma, al ponte di Benevento chiuso per precauzione dal sindaco Clemente Mastella dopo il disastro di Genova, al viadotto Akragas di Agrigento chiuso da tempo e la cui demolizione sarà discussa già il prossimo mese. Ma non solo ponti a firma “Morandi”: centinaia di ponti con oltre cinquanta anni di vita, con strutture ingegneristiche le cui tecniche di realizzazione da più parti e da tempo sono state messe in discussione e le cui norme di manutenzione spesso non sono state rispettate. Giuseppe Maria Margiotta, presidente della Consulta Ordini Ingegneri Sicilia e presidente del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, ha dichiarato: “L’invecchiamento delle grandi infrastrutture tocca da vicino la Sicilia in maniera eclatante almeno dal 2015, con il cedimento della campata dell’autostrada Catania-Palermo (…) È evidente che non è possibile monitorare contemporaneamente gli oltre 60.000 viadotti italiani ma tenere d’occhio quelli più delicati per età, arditezza costruttiva o semplicemente per degrado è assolutamente fattibile. Il monitoraggio a distanza con sensori in grado di registrare valori principali di deformazione, temperatura, inclinazione, etc. trasmessi a distanza in tempo reale e in modalità wireless, consente al gestore della struttura monitorata di avere informazioni dettagliate e continuamente aggiornate sull’integrità e sul buon funzionamento della struttura stessa (…)”.

Il ponte della magliana

Giuseppe Salvaggiulo sul quotidiano La Stampa scrive: Aumenti dei pedaggi superiori a quelli dell’inflazione. Investimenti inferiori a quelli programmati. Crescita delle irregolarità riscontrate nelle ispezioni. Poche sanzioni. L’ultima relazione del ministero delle Infrastrutture sulla società Autostrade, ben prima del crollo del viadotto Morandi, evidenzia un rapporto sbilanciato ai danni dello Stato concedente e a favore del privato concessionario (…) Dalla relazione (un documento di 650 pagine che si occupa di tutti i gestori autostradali) emerge che la vigilanza sulle società concessionarie non sia la priorità del ministero. Nonostante ciò, alcuni dati sull’attività di Autostrade per l’Italia sono significativi, soprattutto se letti assieme. Il primo riguarda la tariffa. Tra il 2008 e il 2016 aumenta del 25%, a fronte di una crescita dell’inflazione dell’11,5% (…) Questo nei piani. La tabella di monitoraggio degli investimenti racconta una realtà diversa. Nello stesso periodo gli investimenti effettuati sono 8,3 miliardi a fronte di 9,8 miliardi previsti. La differenza in negativo è di 1,5 miliardi, pari al 15%. In particolare su 9 anni monitorati ben 7 rilevano un saldo negativo sul fronte degli investimenti. Il trend di attuazione del piano investimento segna un peggioramento accentuato negli ultimi tre anni. Tra il 2009 e il 2012 gli investimenti annui superano il miliardo di euro. Poi precipitano. Nel 2016 sono i più bassi: 612 milioni, 400 milioni meno del previsto. Un capitolo specifico del piano investimenti è rubricato «Autostrade A10 Genova – Savona, A7 Genova – Serravalle e A12 Genova – Sestri Levante: Gronda di Ponente e interconnessione A7/A10/A12». Lo stato di attuazione è tra i più bassi: nell’ultimo decennio spesi 76 milioni anziché i 280 preventivati. Il 73% in meno. Ma intanto i pedaggi correvano (…).

E Fabrizio Gatti sul settimanale L’Espresso sottolinea: (…) Un altro aspetto su cui stanno cominciando a indagare gli investigatori, coordinati dalla Procura di Genova, è la concomitanza tra la proroga dal 2038 al 2042 della concessione alla società “Autostrade per l’Italia”, avvenuta il 27 aprile di quest’anno con il via libera della Commissione europea, e la pubblicazione appena sei giorni dopo, il 3 maggio, dell’avviso della gara d’appalto per venti milioni per «interventi di retrofitting strutturale del viadotto». L’indagine verificherà se importanti lavori di manutenzione, che avrebbero dovuto rinforzare proprio gli stralli del tratto ora crollato, sono stati rinviati per fare pressione sulle autorità e ottenere così la proroga della concessione. Con una sottovalutazione del pericolo, che ha portato al disastro. Le procedure di appalto sono tuttora in corso. Ma ormai drammaticamente inutili (…).

Dunque, responsabilità già poste in luce, altre responsabilità sulle quali si intende fare luce.

E oggi, 18 agosto 2018 Anno Domini, i Funerali di Stato per diciannove delle 41 vittime accertate del crollo del Ponte Morandi di Genova. Ieri a tarda sera, infatti, il feretro della 19esima vittima è stato trasferito nel padiglione B della Fiera, dove  vengono alle 11,30 celebrate le esequie alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Si tratta di Axelle Nèmati Alizèe Plaze, 20enne francese che ha perso la vita mentre viaggiava da Montpellier verso Genova insieme ad altri tre giovanissimi. Proclamata una giornata di lutto nazionale. Ma 19 famiglie hanno scelto le esequie in forma privata, rifiutando le celebrazioni solenni. Tra loro, quelle dei 4 giovani di Torre del Greco scomparsi nella tragedia e i cui funerali sono stati celebrati ieri pomeriggio e dove pesanti sono emerse le critiche verso le Autorità di Stato.

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