Diciotti a Catania, Fico: “Migranti a bordo devono sbarcare”

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[AdnKronos]

 

E’ ancora braccio di ferro Italia-Europa sulla nave Diciotti, ormeggiata da lunedì sera al porto di Catania senza che i 177 migranti a bordo possano sbarcare. Sulla vicenda è intervenuto oggi il presidente della Camera Roberto Fico “La giusta contrattazione con i Paesi dell’Unione europea – ha scritto su Twitter – può continuare senza alcun problema, adesso però le 177 persone – tra cui alcuni minori non accompagnati – devono poter sbarcare”. “Non possono essere più trattenute a bordo, poi si procederà alla loro ricollocazione nella Ue”.

TRE PROCURE INDAGANO– Sulla vicenda la Procura di Agrigento ha aperto nei giorni scorsi un fascicolo e il procuratore Luigi Patronaggio nel pomeriggio è salito a bordo della nave della Guardia costiera. Intanto anche la Dda di Palermo ha avviato un’indagine per associazione a delinquere finalizzata al traffico di essere umani. Al centro degli accertamenti dei pm del capoluogo siciliano le testimonianze dei 13 migranti, che nei giorni scorsi sono stati evacuati per motivi sanitari dalla Diciotti prima che la nave facesse rotta verso le coste siciliane.

Anche la Procura di Catania ha aperto un fascicolo di atti relativi, mentre la Procura per i minorenni etnea ha inviato una lettera ai ministri dell’Interno e delle Infrastrutture, al capo dipartimento per le Libertà civili e per l’immigrazione e al prefetto per chiedere che siano sbarcati i minori non accompagnati. Secondo Unicef-Intersos sarebbero 29. “Sono stati elusi i loro diritti, tra cui il divieto di respingimento, essere accolti in strutture idonee, avere un tutore, presentare domanda di protezione internazionale e di essere ricongiunti ad eventuali parenti regolarmente soggiornanti in altri stati europei” spiegano da Unicef. Sulla banchina del molo di Levante, però, la macchina dell’accoglienza non si è messa ancora in moto.

UE – Per la Commissione Europea è “un imperativo umanitario” trovare una “rapida soluzione” alla vicenda, “per permettere di sbarcare alle persone che si trovano a bordo”. Lo ha detto una portavoce della commissione Tove Ernest, ribadendo che da domenica scorsa, su richiesta delle autorità italiane, “siamo contattando stati membri per provvedere al coordinamento, al sostegno ed anche dare il nostro contributo ad una rapida soluzione a questa soluzione”.

“Questo lavoro è ancora in corso”, ha aggiunto la portavoce facendo intende che non si sono ancora offerti Paesi della Ue per accogliere parte dei 177 rifugiati a bordo della nave della Guardia Costiera italiana. “Stiamo parlando di persone, oltre 170 persone, e la priorità di tutti dovrebbe essere naturalmente che queste persone ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno”, ha concluso la portavoce.

MALTA CONTRO L’ITALIA – Intanto La Valletta replica alle parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini, secondo cui Malta non avrebbe rispettato i propri impegni riguardo al precedente meccanismo di redistribuzione creato dalle autorità italiane. “Malta ha sempre partecipato ai meccanismi di solidarietà ed è stato il primo Stato membro dell’Ue a rispettare i propri impegni riguardo al meccanismo di solidarietà della Commissione europea verso Italia e Grecia”, si legge in un comunicato pubblicato sull’account Twitter del ministro dell’Interno maltese, Michael Farrugia.

Sottolineando che le autorità maltesi sono già in contatto con quelle italiane per rispettare i propri impegni nel più breve tempo possibile, La Valletta spiega che “tuttavia, le autorità italiane non hanno previsto alcuna procedura tangibile da seguire per Malta”. “Malta aderisce sempre alle leggi internazionali e alle convenzioni applicabili”, scrive ancora il governo, che accusa l’Italia di non ancora preso in carico i migranti che si era impegnata a ospitare come parte di un meccanismo di ridistribuzione istituito da Malta dopo lo sbarco lo sbarco sull’isola dei profughi della nave Lifeline, il 27 giugno scorso.

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