La Grecia brucia e le magliette rosse? Nell’inferno del nostro schifo!

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di Luigi Asero

 

Una breve riflessione che farà storcere il nasino a chiunque. Ma tant’è, oggi gira così.
Il fuoco devasta la Grecia (e non solo), ma in Grecia provoca morte e distruzione. Ovviamente bisogna far il conto con i tagli imposti dalla “troika” per il risanamento greco, il tradimento di Tsipras ai suoi elettori, le condizioni in cui un popolo si trova a dover fronteggiare una simile emergenza con un quarto dei mezzi dei pompieri in disuso perché guasti e un parco mezzi vecchio e inadatto a fronteggiare l’emergenza.
Aggiungo con un sistema sanitario che non ha medicine e personale nemmeno per i malati ordinari.
Leggiamo l’indignazione di tanti che -anche giustamente sia chiaro- si chiedono dove siano le magliette rosse per il popolo greco o si chiedono del silenzio in merito dei Saviano e Boldrini (nomi a caso perché i silenzi sono tanti), che si chiedono perché l’Ue ancora cerca di capire come coordinare gli aiuti mentre intanto tutto brucia.
Beh una prima risposta è semplice: gli stessi silenzi per cui ipocritamente tantissimi e non solo savianboldriniani diventano a caso dei #jesuischarlie o #iamfromlondon ma nessuno poi cambia bandierine e posta lacrimuccie per gli eccidi continui fra i cristiani in Nigeria (ma anche fra i musulmani), nessuno mette un segno per gli eccidi in Afghanistan. Tutti pacifisti in Siria ma pronti a puntare il dito contro Putin (giusto) e nessuno che lo punti contro Sigonella da cui spesso decollano i droni contro la stessa Syria. Perché non lo sanno? Lo sanno, lo sanno. Ma Sigonella è “dollari americani”.
Siamo razzisti. Sì certo. E poi gli arabi diciamocelo, ci stanno sul cazzo. Ma se sono emiri e sceicchi apriamo le porte e stendiamo tappeti rossi inneggiando al loro “affascinante fare arabeggiante”.
È un fatto religioso fondamentalmente. Non ci interessa Allah, non ci piace. Però, poi… quando cade Pasqua? E ce lo chiediamo non perché ci interessi la Messa e il senso della ricorrenza, ma perché non dovremo sfigurare con i regali e le mangiate, con le uova e il weekend da esibire.
 
Dove sono i Saviano e i Boldrini con le loro magliette rosse ora che la Grecia brucia? Dove siamo noi ogni volta che non ce ne frega un cazzo di un altro. O almeno la sua disgrazia non colpisce i nostri sensi.
Dove siamo ogni volta che siamo infastiditi perché un’ambulanza messa di traverso ci fa perdere un paio di minuti di tempo per soccorrere qualcuno che rischia di morire. Che ci frega? Rischia quello lì a terra, sfracellato. Mica nostro figlio!
La verità? Facciamoci un esame di coscienza serio e vedremo che tutti, a turno, me per primo, facciamo schifo. Lì siamo: nell’inferno del nostro schifo.

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One Thought to “La Grecia brucia e le magliette rosse? Nell’inferno del nostro schifo!”

  1. Questo articolo del signor Asero (che non ho il piacere di conoscere), depurato dai “peni” superflui e da qualche schizzo d’ira, ha il pregio di cercare la verità, di richiamarci alla coerenza, alla solidarietà umana. Valori che, talvolta, infastidiscono tanti. Compresi certuni che continuano a chiamarsi di “sinistra” quando è notorio che si sono venduti “l’anima” alle ideologie neoliberiste.
    E, spiace, dirlo, a partire dalla Grecia di Tsipras, il leader del partito Syriza che- com’è noto- è una ”evoluzione” di “Synaspimos” che era una formazione politica, interessante ma poco consistente, uscita dalla rigidità dei due partiti comunisti (ancora) esistenti in Grecia.
    A metà degli anni 90’, ebbi modo di frequentare (1) questa piccola formazione da cui viene Tsipras (allora sconosciuto), improvvisamente catapultato al governo di un Paese sull’orlo del fallimento politico e finanziario.
    Il fatto (clamoroso e inspiegabile) destò tanta impressione e curiosità e qualche… legittimo dubbio.
    Tanto che, nel 2014, mi recai in Grecia (nella zona di Salonicco) per seguire la campagna elettorale per le europee, nella speranza di capire. Vidi due sinistre fra loro contrapposte e la pena di tanti compagni costretti a scegliere da che parte stare. Vidi due Grecie fra loro separate: una ricca e potente grazie agli intrighi e all’evasione fiscale (l’austerità non ha colpito tutti!) e l’altra povera dei pensionati, dei disoccupati, degli impiegati, degli operai già tartassati dal governo di Syriza per conto della “troika”. Oggi, la Grecia brucia e il signor Asero ci ha spiegato (in parte) il perché.
    Agostino Spataro

    (1) Nel 1997 partecipai ad Atene a un meeting della sinistra europea (promosso da Synaspimos) nel quale svolsi una relazione sul tema: “L’alleanza per il progresso del Mediterraneo”, il cui testo ho pubblicato qui: http://montefamoso.blogspot.it/2018/05/la-frattura-nuovo-libro-di-agostino.html

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