MUOS, autorità indifferenti alle marce della pace

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di Salvo Barbagallo

 

Sarà perché alla fine le marce per la pace assumono colori di “parte”, la verità più probabilmente è che le “marce” quando non supportate dalla politica “ufficiale” non provocano risultati, ma si concludono solo a livello di animate passeggiate. Ammirevole che i Comitati “No MUOS” con le manifestazioni che organizzano ricordino lo scempio che viene perpetrato nel territorio di Niscemi e oltre (forse, quasi sicuramente, sicuramente?) molto oltre. Purtroppo tutto finisce quando si conclude la manifestazione di protesta e i giovani che sono scesi in strada con striscioni e bandiere se ne tornano alle rispettive abitazioni. Le cosiddette autorità rimangono sorde (ovviamente perché non vogliono sentire) alle richieste di smantellare uno dei più costosi impianti bellici “stabili” che esistono sulla faccia della Terra. I Comitati hanno fatto appello al neo governatore della Sicilia, Nello Musumeci, affinché intervenga, e già là, l’appello sembra filosofia d’altra tempi. Senza considerare i problemi che deve affrontare quotidianamente per continuare a “governare” la Sicilia, Musumeci non ha alcuna voce in capitolo, là dove l’installazione del MUOS è stata possibile solo ed esclusivamente a seguito di accordi bilaterali tra Governi nazionali (Italia/USA). Né, d’altra parte, si è mai avuto una mobilitazione effettiva di una forza politica al Governo (nazionale e regionale) tale da scuotere (da scuotere, sottolineiamo) concretamente l’opinione pubblica (regionale e nazionale) che rimane, nel migliore dei casi, indifferente.

La questione “progressiva militarizzazione” dell’Isola da parte di una Potenza straniera (gli Stati Uniti d’America) scivola come acqua sul tessuto impermeabile che indossano governanti e politici, e la collettività (regionale e nazionale) o per mancanza di conoscenza “reale”, o per disinformazione non si rende conto dei veri pericoli che derivano dalla presenza (fortemente) armata straniera. L’impianto satellitare MUOS nel suo utilizzo non provoca soltanto danni all’ambiente e alle persone. Il MUOS è un’arma della quale si sconosce il potenziale, e in Sicilia non è una postazione militare USA  isolata: a pochi chilometri di distanza c’è  la base di Sigonella che di “italiano” ormai ha solo l’etichetta, così come è occupata dai mezzi aerei statunitensi, fra i quali i micidiali droni Global Hawks, e non lontano la base di Augusta con i suoi depositi di munizioni il cui contenuto (ovviamente) è segreto.

Insomma, c’è tutto un apparato militare “straniero” che circonda il MUOS di Niscemi: come si può pensare che una “marcia” di giovani desiderosi di pace possa avere la forza di cambiare lo stato delle cose? Eppure queste “marce”, quanto meno, sono utili a “ricordare” anche ai “sordi” che il problema esiste.

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