Sulle navi dei corsari/predatori nelle elezioni in piena corsa

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di Salvo Barbagallo

 

Da qualche parte in Italia, a macchia di leopardo, c’è sempre una qualche competizione elettorale, regionale o comunale che sia, che mette sempre in fibrillazione gli apparati politici tradizionali (quelli che resistono all’usura del tempo) e quelli nuovi, che si ritengono “innovativi”. Sta di fatto, però, che a destra come a manca i “trasformismi”, le “rottamazioni”, oppure i continui “cambi di casacca” hanno determinato inevitabili scompaginamenti e confusioni organizzative che già stanno pesando nella preparazione della campagna elettorale in corso d’opera. Scompaginamenti e confusioni che, comunque e almeno in apparenza, vengono superate con disinvoltura in quanto sul campo di battaglia sono presenti principalmente i “soliti noti” i quali tirano diritto, pur essendo spesso in rotta di collisione fra di loro all’interno delle singole fazioni, con lo scopo di assicurarsi la conquista (o riconquista) delle posizioni cardine nei nuovi assetti del governo del Paese.

Maria Elena Boschi

Facce conosciute, dunque, si presenteranno al “giudizio” dell’elettorato nazionale, facce scolpite nella piena dell’arroganza, pietra dura che non teme scalfitture, nella convinzione (purtroppo, con pochi forse, a ragione) che il potere acquisito nel corso degli ultimi anni li potrà preservare dal collasso. Così nessuna meraviglia alle esternazioni dell’ex premier e attuale segretario Dem, Matteo Renzi che sostiene, grazie alla nuova legge elettorale: Il sottosegretario Boschi si candiderà in più di un posto, come tutti gli altri. Come io mi candiderò in Lombardia e Campania, lo stesso faranno gli altri (…) Mi accuseranno comunque di aver scelto fedelissimi: mi hanno accusato di tutto, anche dei sacchetti di plastica. Ma valutiamo i nomi del Pd: si candideranno Gentiloni, Padoan, persone in prima linea nella lotta alla criminalità, chi si batte a favore dei vaccini (…). Non c’è che dire o commentare: i “fedelissimi” sono quelli che hanno operato come tutti sanno e, probabilmente (e non ci vuole la sfera di cristallo per capirlo) riusciranno a spuntarla un’altra volta, andando a rioccupare le poltrone appena lasciate. E come scrive Maria Teresa Meli su Il Corriere della Sera Gentiloni, dunque. Il premier verrà candidato in più regioni possibili nel proporzionale. E nella squadra ci sarà pure Padoan, candidato nel collegio di Roma 1 o di Milano centro. Già, perché Renzi vuole che tutti i ministri si presentino non solo al proporzionale, ma anche nell’uninominale. «Ognuno di noi dovrà lottare e conquistare dei voti», è il suo convincimento. Pure a costo di perdere nel collegio.

Matteo Renzi

Sempre a “manca” (scusate, a che serve parlare di “Sinistra”?) il nuovo leader Pietro Grasso viene criticato per le promesse avanzate: La proposta di abolire le tasse universitarie, lanciata dal leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, può portare a un grande rischio, quello di ritrovarsi con gli Atenei “intasati da iscritti virtuali, fasulli”. L’avvertimento arriva da Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze nel primo governo Prodi, ora tra i sostenitori di LeU e tra i partecipanti all’assemblea nazionale del neonato partito (…).

Non mancano le polemiche neanche a destra, ma il “carisma”di Berlusconi copre ogni disaccordo con quel faro che indica una vittoria al 45 per cento. Tutto è possibile, ma resta l’incognita Cinque Stelle che conta sullo spontaneismo dell’elettorato deluso. L’elettorato: sarà ancora una volta quello che non andrà alle urne ad avere l’ultima parola nel favorire (direttamente o indirettamente, poco cambia) i contendenti, veri “corsari/predatori” di un’Italia che si è lasciata vincere dall’indifferenza nonostante che paghi caramente le conseguenze.

Avremo, pertanto, nuovamente sugli scranni parlamentari i Renzi, le Fedeli, le Boldrini, le Bonino, le Boschi, i Padoan, i Grasso, i Berlusconi, i Salvini, i Di Maio (eccetera eccetera), tutte “facce” ben stigmatizzate nella loro politica a favore della collettività nazionale.

Scandali passati e presenti non devono far notizia in campagna elettorale, e così sia per le navi dei corsari/predatori nostrani… Perché non comprendere le ragioni dell’astensionismo?

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