Sicilia: la “verità” va cercata sempre

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L'uccisione di Pier Santi Mattarella
L’uccisione di Pier Santi Mattarella

di Salvo Barbagallo

 

La verità va cercata sempre”: è un principio (o regola?) che diverse ideologie e religioni adottano, ma che nella realtà del quotidiano pochi riscontri risolutivi ha. Difficile trovare “verità” scoperte dai mass media il cui compito principale è (o dovrebbe essere) quello di fornire informazioni corrette. Fra l’altro, i mass media d’oggi (ma, tutto sommato, è stato sempre così) si prefiggono “principalmente” lo scopo di fare “sensazione” con le notizie che propongono, finendo magari involontariamente con l’inficiare il lavoro o l’operatività di quanti, invece, si dedicano veramente alla ricerca delle “verità”. Pseudo filosofeggiare, il nostro, in quanto partiamo da una convinzione (probabilmente errata) che le “verità” sono come i “misteri”: non si trovano e non si scoprono perché non fa comodo a tanti. E allora occorre prendere nel loro giusto significato le parole del presidente del Senato Pietro Grasso a Palermo partecipando alla commemorazione dell’uccisione del presidente della Regione Piersanti Mattarella assassinato il 6 gennaio 1980: Le indagini non finiscono mai, non devono finire mai, perché la verità va cercata sempre, in ogni momento: non ci dobbiamo mai arrendere. Vedremo se ci saranno ulteriori riscontri su questa ‘pista nera’ che non contrasta con il quadro di una convergenza di interessi, di una simbiosi tra politica e mafia e anche di interessi prettamente politici, che hanno voluto fermare l’azione politica di Piersanti Mattarella”.

Ma quante “verità”, non sono state scoperte e quanti “misteri” non sono stati svelati in Sicilia per fatti accaduti ancora prima della tragica fine di Pier Santi Mattarella, cioè dall’occupazione militare angloamericana negli Anni Quaranta? L’elenco è lungo, ed è un elenco che da decenni è stato archiviato e (volutamente?) dimenticato, per poi (a seconda delle necessità o delle opportunità) “ripescare” qualche episodio drammatico e riportarlo all’attenzione.

L’uccisione di Pier Santi Mattarella è uno dei tanti “buchi neri” della realtà Siciliana: nei decenni tanti, troppi “buchi neri” che hanno inghiottito verità e misteri, che hanno inghiottito lo sviluppo di quest’Isola, condizionandone il presente e il futuro con lo scorrere del tempo. Episodi rimasti avvolti nelle nebbie delle convivenze, delle complicità, episodi coperti dal silenzio dopo processi che hanno lasciato più dubbi che certezze dal lontano 17 giugno 1945 con l’uccisione di Antonio Canepa, che registrò forse il primo delitto di Stato, alla strage di Portella della Ginestra alla fine di Salvatore Giuliano, a Mauro De Mauro e Enrico Mattei, e via via con l’eliminazione di personaggi illustri, magistrati, giornalisti, sindacalisti, politici.

Pier Santi Mattarella è un “tassello” di un puzzle che non si può ricomporre perché i “pezzi” mancanti sicuramente saranno ben custoditi, anche perché la soluzione “completa” di un solo “caso” potrebbe provocare una reazione a catena e mettere in luce quelle “verità” che si vogliono tenere nascoste per interessi “superiori”. Quali “interessi”? Probabilmente “interessi” che sono sotto gli occhi di tutti, ma che non vengono denunciati perché (presumibilmente) entrerebbero in rotta di collisione con altri interessi.

Continuiamo a cercare le “verità”, chissà, forse domani… o dopodomani…

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