Nella Sicilia, regno dell’indifferenza, ciò che non fa notizia

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di Aldo Coppola

 

Da una elezione all’altra, la principale constatazione è l’indifferenza che la gente Siciliana ha verso le “questioni” politiche sul piano regionale, indifferenza che si accentua verso ciò che accade sul piano nazionale. A poco più di due mesi dalla competzione elettorale in Sicilia, il nuovo governatore Nello Musumeci “non fa notizia”, nonostante che abbia cercato di attirare l’attenzione rivelando (come a mettere le mani avanti per quanto non potrà fare) che la Regione ha un disavanzo di quasi sei miliardi, e nonostante abbia espresso la sua opinione sulla necessità di riformare la Commissione antimafia siciliana (come forse per dire che negli anni precedenti non abbia funzionato a dovere).

A poco meno di tre mesi dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento nazionale, in Sicilia si muovono soltanto gli interessati che aspirano a una poltrona, facendo lavorare già a pieno ritmo le segreterie e mettendo in moto il solito e ben conosciuto sistema delle “promesse” a militanti e simpatizzanti. Un “sistema” che appare mal messo vista la situazione di confusione che domina le varie compagini politiche, sia a destra, sia nella presunta sinistra. È, comunque, l’indifferenza che domina ogni cosa.

La questione dei migranti appare marginalmente sui mass media solo quando ci si trova di fronte all’ennesima strage in mare, ma poi si ignorano gli sbarchi clandestini mentre indirettamente si giustifica l’ininterotto flusso di fuggitivi mettendo avanti le statistiche che indicano una riduzione del 37 per cento rispetto all’anno precedente. Naturalmente non si parla da tempo di ciò che accade nei cosiddetti Centri di accoglienza, naturalmente non si informa sul destino dei settantamila migranti giunti nell’Isola nel 2017. Non fanno notizia le preoccupazioni del ministro Minniti in merito alla “possibilità” del trasbordo di terroristi jihadisti mischiati ai fuggitivi. In compenso c’è chi si interessa (ma non tanto)  alle fibrillazioni di Vittorio Sgarbi interessato (chissà perché) a fare una copia delle Venere di Morgantina per portarla in tour per l’Italia.

Milioni di turisti hanno fatto tappa nel 2017 in Sicilia, abbandonando le mete privilegiate di Spagna o Francia: lo dimostrano i dati dei passeggeri transitati nei due principali aeroporti Siciliani, Catania (nove milioni) e Palermo (oltre cinque milioni). Flusso di turismo spontaneo, sicuramente non “richiamato” da una effettiva promozione dei competenti organismi regionali, e quindi neppure adeguatamente analizzato per poterne trarre utile indicazione per il rilancio del comparto nell’immediato futuro. Anche questo “elemento” significativo per la vita “produttiva” della Sicilia cade nel vuoto, viene sommerso dall’indifferenza.

In compenso se si parla di “mafia” uno “spazio” si trova costantemente sui mass media e, pertanto, le commemorazioni “saltuarie” sono un elemento imprescindibile della vita “siciliana”: ma di commemorazioni, in questo senso, la Sicilia può presentarne almeno una al giorno, tante sono le nefandezze criminali che hanno caratterizzato dal dopoguerra ad oggi la vita di quest’Isola. Anche le commemorazioni non durano più di tanto, e finiscono con il rappresentare un rituale standardizzato al quale si crede solo nel momento in cui viene compiuto. L’imprendibile Messina Denaro, da questo punto di vista, insegna che parole e buona volontà estemporanee non pagano e fanno notizia solo superficialmente.

E poi…

Non fa notizia il MUOS di Niscemi, non fa notizia la progressiva militarizzazione dell’Isola, eccetera, eccetera…

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