L’anno della svolta, l’anno che aspettiamo

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di Luigi Asero

Il 2017 ci ha salutato ormai da alcune ore, a mezzanotte alzavamo in alto i calici del mondo per salutare il 2018 appena entrato. Come ogni anno tante le aspettative riposte sul cambio data, sull’anno che arriva.

Sarà di certo un anno di svolte quello appena entrato. Se poi le svolte saranno positive o negative solo il futuro potrà dircelo. In atto abbiamo una situazione mondiale che è estremamente fluida e niente -pertanto- è prevedibile con certezza assoluta. I dati per azzardare qualcosa, comunque, ci sono. E allora brindiamo al nuovo anno ma rimaniamo con i piedi per terra, coscienti che sul tavolo ci sono -a tutti i livelli- grandi questioni irrisolte.

Dal conflitto possibile fra Stati Uniti d’America e Corea del Nord (conflitto più dialettico che bellico per fortuna e fino ad adesso, ma appunto esso stesso “fluido”) ai rapporti tesi o semi-tesi fra una parte degli USA e la Russia di Vladimir Putin.

Mentre malumori serpeggiano anche tra USA e Cina (e le motivazioni sono ben differenti dai presunti aiuti alla Corea del Nord da parte cinese). Lo scacchiere internazionale rischia in più parti del mondo e nell’Iran (di parte russa) sono in atto movimenti di piazza violenti che potrebbero innescare (e speriamo ciò non accada) una nuova Siria.
Perché sì, sembra che appena si avvia a soluzione un conflitto da qualche parte, se ne crea uno nuovo in un’altra. E sulla “spontaneità” di questi moti i dubbi sono sempre molto ampi.

Tutti fenomeni che poi spingono alla emigrazione di massa di intere etnie, una sorta di deportazione non assistita, ma certamente ad hoc provocata.

Cosa accadrà non sappiamo qui prevederlo, magari avessimo la sfera di cristallo!

Non diversa la situazione italiana. Il 4 marzo si va alle tanto sospirate elezioni politiche, ma la campagna elettorale già iniziata in una marea di colpi bassi non promette nemmeno in questo caso nulla di buono. Si combattono le fake news dichiarando falsità su falsità. Si formano liste e listini che sulla carta non possono avere nemmeno un punto percentuale di preferenza. In base a quale logica? Semplicemente in base alla logica di confondere l’elettorato e farlo ulteriormente disaffezionare dal desiderio di esercitare il proprio diritto di scelta. Così, moltiplicando l’astensionismo si fa il gioco dei pochi al potere che con una manciata (e una mancetta) restano così come sono. Al potere.

In Sicilia? Forse diventerà bellissima, adesso è un putiferio. Per la situazione ereditata dal passato, ma anche per la situazione che si è creata con una tornata elettorale (quella del 5 novembre scorso) in cui tutti han giocato male le proprie carte. Partiti, Movimenti ed elettori. Lo scrivevamo giorni addietro, lo ripetiamo: forse diventerà bellissima, per adesso temiamo diventerà sempre più un caos.

Abbiamo iniziato però dicendo che la situazione, a tutti i livelli, è molto fluida. Quindi non per forza ciò che oggi appare negativo (ai nostri occhi e a nostro modesto avviso), deve per forza rivelarsi tale. Magari la Sicilia diventerà stupenda (tanto bellissima lo è già di suo), magari dalle urne il 4 marzo uscirà fuori una nuova legislatura capace di attuare serie riforme e ammodernare questo Paese come merita, capace anche di punirne le numerosissime sanguisughe che lo hanno per decenni salassato. E chissà, anche nello scacchiere mondiale potrebbe invece scattare la Pace universale, e per i prossimi anni iniziare un periodo di benessere diffuso intriso di sentimenti di umanità.

Ci crediamo poco all’ultima parte del discorso, ma è Capodanno e vi chiediamo cari lettori: consentiteci di sognare.

Auguri a tutti.

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