Israele e la memoria cancellata dell’Occidente

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di Salvo Barbagallo

 

L’Occidente ha cancellato la propria memoria, ha rinunciato e rinuncia ai suoi valori, Israele e ciò che ha significato e significa, “abbandonato”.

La decisione del presidente USA Donald Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele, al di là delle polemiche più o meno strumentali, ha posto chiaramente in luce la “posizione” dei Paesi Europei nei confronti del popolo di Davide, facendo contemporaneamente comprendere anche i risvolti oscuri dei rapporti con il mondo arabo islamico. E non solo: fa valutare con un’ottica diversa il “fenomeno” dell’immigrazione che potrebbe (o dovrebbe?) essere considerato come “pilotato” da forze occulte con finalità che, nel tempo immediato, possono portare alla capitolazione dell’Occidente a favore del mondo arabo.

Gerusalemme “capitale” d’Israele ha innescato la prevedibile reazione di ben 57 leader di Paesi musulmani (riuniti nella Conference Hall di Istanbul per il vertice urgente convocato dopo il riconoscimento americano) che hanno immediatamente proclamato Gerusalemme capitale dello Stato di Palestina. Quel che accadrà in seguito è altrettanto prevedibile, con l’intifada già in atto e con azioni di ritorsione che potranno avere conseguenze catastrofiche. L’Occidente (o per meglio dire, “chi lo rappresenta”) si è espresso condannando e disconoscendo la decisione di Trump.

Diversi anni addietro (2004) in un sito massonico (www.ritoscozzeseonline.org) si leggeva qualcosa d’interessante, anche se passato assolutamente inosservato:

Solo quando Gerusalemme diventerà capitale del mondo, simbolo dell’Unità monoteista, potremmo dire di avere messo le basi della costruzione di una convivenza dove la libertà della mente, del cuore, della ricerca dello Spirito Interiore ci farà accedere alla sintonia Divina. Quando Gerusalemme diventerà capitale del mondo, lo Spirito prevarrà sulla materia all’insegna dell’unione delle religioni monoteiste. Noi non crediamo allo scontro tra civiltà, riteniamo che oggi sia presente solo uno scontro interno alle civiltà per la conquista della loro esclusiva supremazia, tramite l’ausilio delle trasversali alleanze, vera fonte dell’attuale conflitto. Quest’ultimo è stato creato artificialmente, anche con profondi lutti, che però non hanno e non colpiscono mai gli attori (…).

Forse 13 anni addietro sussistevano le condizioni per realizzare l’utopica “fusione” delle religioni monoteiste, unica possibilità per una pacifica convivenza di collettività diverse culturalmente e socialmente, ma con un “credo” che possedeva e possiede un comune denominatore, l’esistenza di Dio.

Negli anni si è spezzato il filo del “dialogo” che religiosi di buona volontà stavano portando avanti, ed hanno avuto il sopravvento gli estremismi e i fanatismi all’insegna (strumentale) dell’Islam, estremismi e fanatismi che hanno portato il terrore ovunque, seminando vittime innocenti. L’Occidente ha reagito aprendo le porte ad una incontrollata immigrazione e in nome di una presunta “integrazione” sta rinunciando anche ai valori della Cristianità. Si toglie il Crocifisso dalle pareti, nei presepi vengono inseriti i barconi dei migranti, la ricorrenza del Natale viene sostituita (come è accaduto in una scuola di Milano) con “la grande festa” e la parola “Natale” eliminata. Tutto ciò con la giustificazione di evitare “discriminazioni”. D’altra parte c’è da dire che questa è la “linea” che l’attuale Pontefice e diversi esponenti politici italiani ed europei stanno portando avanti da tempo. Non c’è da chiedersi da quali “interessi” nascano tali “indicazioni” che dall’alto vengono trasmesse alla base.

Ora il “dialogo” (quale “dialogo”?) ha imboccato strade e mete ignote. I Cristiani? Gli Ebrei? Forse si vuole fare a meno di loro? Chi può dire se vero o falso?

Non c’è da stupirsi, dunque, se Israele viene sempre più “isolato”: se cade Israele (o per meglio dire, se “scompare” definitivamente) non ci saranno più barriere per l’Islam dei fanatici, dei vari Califfati jihadisti, alimentati anche da Paesi occidentali e non solo da Paesi arabi.

L’Occidente si suicida lentamente e in fretta.

Gerusalemme capitale d’Israele? Basti riflettere sulle parole di Erdogan: “Invito tutti i Paesi che difendono il diritto internazionale e la giustizia a riconoscere Gerusalemme occupata come capitale dello Stato palestinese. La decisione presa dagli Stati Uniti su Gerusalemme premia gli atti di terrorismo di Israele. Gerusalemme è la nostra linea rossa”. Erdogan Capo di uno Stato le cui forze militari sono all’interno della NATO, così si è espresso e 57 leader musulmani hanno accolto con frenetica gioia le sue parole, approvandole. Cosa c’è da aggiungere?…

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