Libri spariti, narrazioni “svilite”, rimaneggiamenti infiniti e pilotati: in Chi e cosa crederemo?

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di Guido Di Stefano

 

Riteniamo che troppi “buchi neri” costellino la nostra cultura mediterranea, troppe “radici” sono state asportate dal grande albero della civiltà.

Superando l’usura e le “deformazioni” delle reiterate trascrizioni, delle successive traduzioni a cascata, delle censure dei potenti (di turno) delle sparizioni sono rimaste tracce in quello che è rimasto e tante  enunciazioni quasi mitiche potrebbero essere circoscritte alla realtà purché si tengano presenti i modi di dire  e la concettualità delle origini. Così tanto per fare un esempio abbiamo letto che la dicitura “una moltitudine di seicento” poteva (impropriamente) essere interpretata  come “seicentomila”.

Non andiamo oltre perché rischiamo di sconfinare nei campi dell’esegesi e della semantica. Continuiamo quindi con le sparizioni.

In quello che resta disponibile dei nostri testi sacri (antico e nuovo testamento) è possibile riscontrare le citazioni relative a 13 libri (o scritti o testimonianze scritte) che non risultano a noi pervenuti. Molti accadimenti storici ci inducono a pensare che essi fossero “(limitatamente) disponibili” verosimilmente fino al settimo secolo dell’era volgare.

In ogni caso riteniamo che la loro sparizione non è imputabile a “eventi disastrosi” ma alla ferma e pervicace volontà di “alcuni” detentori di immeritato potere.

Non è “matematica” la datazione relativa alla stesura delle antiche opere somme proprie della nostra cultura. Ed è (in genere) indubbia la compilazione in vari periodi e a opera di estensori vari. A volte è possibile intravedere un “continuum” con altre opere di diversa provenienza; e a volte in miti e leggende di altri continenti è possibile ravvisare la controprova di veridicità.

Comunque tra i “dispersi” nei secoli evidenziamo il “Libro del giusto”, citato da Gesù di Nazareth: quindi nel primo secolo dell’era volgare esisteva. Qual era il suo “pesante” contenuto? Cosa poteva contrastare i successivi poteri imperanti? Forse Simon Pietro attinse al “Libro del giusto” quando scrisse che tre erano i comandamenti del buon cristiano? Proprio i più disattesi dal pensiero unico del nuovo ordine mondiale!

Altro grande disperso è il “Libro della guerra” o “Libro delle  guerre”. Noi sospettiamo che potrebbe essere coevo con il più noto “Arte della guerra” del generale Sun Tzu. Questo potrebbe essere stato rimosso perché magari non fondeva bene con una Bibbia presentata come testo religioso; però, chissà, se fosse stata presentata come testo storico sarebbe stato in perfetta sintonia; o forse anche avrebbe potuto dare un’immagine distorta del Creatore, presentandolo come Dio della guerra. Ma, chissà!

Non ci dilunghiamo con gli altri undici libri persi nel vuoto cosmico. Però a volere essere sospettosi e malpensanti può sorgere il dubbio che parte dei loro contenuti potevano essere, già allora, di impiccio  nella gestione miscelata dei poteri laico-religiosi.

I “devianti”  verso il pensiero unico asservito al potere totalitario sono ricorrenti nella storia dell’umanità e sempre hanno cercato di “coinvolgere” nella loro follia lo stesso “Creatore” o “Grande Architetto dell’Universo” (tanto per non tralasciare nessuna Istituzione).

In questo terzo millennio la situazione si è nuovamente aggravata e accelerata, perché lo consentono i mezzi e gli strumenti che ci trascinano nel cyber-universo.   E questo ci consente di mettere a confronto “critico” sacro e profano, visione e immaginazione (qual è il loro confine?), forse entrambi con addentellati mesopotamici: l’”Apocalisse di Giovanni”  e  “Alì Babà e i quaranta ladroni”. Cosa può unirli? Nell’Apocalisse (visione profetica del futuro?) quello che è stato tradotto come  666  dovrebbe intendersi come www; nella Favola (immaginazione profetica del futuro?) la caverna-scrigno potrebbe rappresentare “la grotta del cyber-spazio”, con apertura e chiusura regolata da parole d’ordine o pass-word! I ladroni? Provate a immaginare!

Alì Babà e i suoi? Magari le genti predate e oppresse!

Tante verità spariscono e tante “non verità” vengono ripetute fino a trasformarle in dogmi. I “pensieri diversi” vengono perseguiti e demonizzati. Spesso le menti libere e le schiene diritte hanno sempre pagato pesantemente.

Con questi vizi millenari ormai esasperati in Chi crederemo e cosa crederemo?  Seguiamo le orme di Einstein: Lui esiste ed è unico costruttore e arbitro dell’universo!

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