Rinascimento in Sicilia finisce prima di iniziare: la lettera di sfiducia dei sostenitori

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FUGA DAL “RINASCIMENTO”, IL MOVIMENTO SI SVUOTA: LA PROPOSTA POLITICA IN SICILIA DI VITTORIO SGARBI FINISCE ANCOR PRIMA D’INIZIARE

Nel giorno in cui i partiti rendono note le liste dei candidati, Giuseppe Stefano Proiti annuncia l’uscita dal movimento Rinascimento (di cui è stato il principale sostenitore in Sicilia) e la formazione di un nuovo gruppo da egli stesso diretto a cui presto darà un nome.
“Il movimento Rinascimento in Sicilia non esiste più – afferma Proiti – si è spostato in qualcosa di strumentalmente idoneo alla soddisfazione di interessi personali del critico Vittorio Sgarbi sulla base di “accordi di Palazzo”.
Vengono allora meno le condizioni etiche e di pensiero che avevano portato alla nascita della suesposta entità politica. Per queste ragioni le persone di spicco che lo costituivano adesso non ne fanno più parte: il segretario nazionale de La Voce del Popolo per un Risveglio Italiano (V.D.P.R.I.) Rosario Pietro Cannarozzo, l’avvocato Antonino Granata, la scrittrice Melinda Miceli, l’attrice Rosemary Calderone, l’artista Tanya Fiandaca, gli architetti Sebastiano Caruso, Maurizio Militello, la giornalista e critico d’arte Maria Teresa Prestigiacomo, l’antropologo Salvatore Patanè, il politico Agostino Cascio, il presidente onorario dell’associazione socioculturale Augusto Lucchese, gli esponenti dei movimenti sicilianisti, i cdd. “Forconi”,  e tante altre note personalità del mondo della legalità, delle professioni, dell’arte, della cultura, delle università, dell’imprenditoria e della società civile“.

Prosegue Giuseppe Proiti: “Credo che un uomo valga quanto la sua parola, e la parola, come asseriva il filosofo Democrito, è un’ombra dell’azione. Vittorio Sgarbi nei fatti ha dimostrato incoerenza. Un politico non può avere nessuna speranza se è incoerente, perché questo è indice di inaffidabilità. E’ venuto in Sicilia dicendo: “Corro da solo per la presidenza della Regione siciliana. Io sono io e gli altri non sono niente. Renderò la Sicilia altro che bellissima, ma stupefacente”! Un mese prima delle elezioni dichiara: “Al posto di avere un idealismo spinto con poche carte in mano, preferisco un assessorato, un concreto esercizio di potere sul territorio, che mi viene gentilmente concesso da Musumeci”.
Ha realizzato qualcosa di simile al reato di “truffa elettorale”, radunando attorno a sé un apprezzabile seguito che verteva su un preciso progetto politico, per poi divertire il probabile consenso in una discutibile coalizione di cui è diventato alleato, in assoluto dissenso con la base attivista del movimento. Poco importa se oggi abbia presentato o meno i nomi delle sue pedine all’Ars: il suo nuovo intento è quello di non creare disturbo, non ostacolare l’ascesa – a suo dire certa – del candidato presidente Nello Musumeci.
Questo comportamento scorretto denota non una scelta di opportunità politica nell’esclusivo interesse dei siciliani, bensì di opportunismo individuale, dal momento che ha contestualmente dichiarato di essere disposto ad accettare l’incarico anche solo per un semestre.
Ditemi voi, se in tempi così ristretti, sarebbero credibili sue recenti proposte del tipo: “Rimetto in piedi il teatro di Selinunte”!
Vittorio Sgarbi, non metta più piede in Sicilia, perché ha tradito il cuore vivo e onesto, colmo di fiducia e di speranza, del popolo siciliano”.

Giuseppe Stefano Proiti

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