di Guido Di Stefano
Fu potenza marinara secoli prima di Cristo; fu faro di scienza e civiltà; fu scrigno di arte, di filosofia, di lettere; fu granaio di Roma; fu provincia publica; fu il regno più influente del Mediterraneo; fu sempre “Nazione di popoli e pace”; sempre ospitale e tollerante; aperta a conoscenza, verità e giustizia: la Sicilia, dea tra le dee bella come Venere, generosa come Demetra, eterna fanciulla come Korela e come i giovani curiosa per conquistare la sapienza di Minerva.
Tutti i popoli del Mediterraneo la amarono e la ambirono tranne quelli stanziati a nord di Eboli: quei popoli la videro e la vedono come un oggetto da sfruttare e annichilire. Per correttezza e precisione dobbiamo scrivere che in effetti furono i “poteri forti” (uniti in indegne convergenze di interessi laico-religiosi finalizzati a potere e ricchezza) radicati nei territori a nord a pretendere di disporre della Sicilia come di un feudo proprio, senza averne titolo alcuno se non quello derivante dall’arrogante esercizio di un immeritato potere.
Sostanzialmente predarono i Bizantini; attaccarono e predarono i crociati di Riccardo cuor di leone; vessarono e predarono gli Angioini per benedizione papale; con il “placet“ di teste spagnole e papaline si inquisì, trucidò e depredò; i Savoia si esibirono in una veloce “toccata e fuga” retribuita per barattarla poi con Sardegna e Corsica più vicine per lo sfruttamento; non furono da meno gli Asburgo che come da prassi toccarono e fuggirono dopo avere predato. Insomma l’imposizione di volontà esterne (internazionali?) è stato il “refrain” nella storia della Sicilia, grazie anche ai fuorvianti interessi di “bottega” (locali e non) anteposti all’interesse comune dagli immancabili “furbi”.
Intanto nel XIX secolo la marina militare USA si “affacciò” e vinse nel Mediterraneo: le distratte menti dei governi europei non intuirono “l’amore occulto e possessivo” che sbocciò negli yankees: eppure lo cantano ancora oggi! Erano tutti protesi a ingrandire i propri orticelli e le proprie bottegucce e a scorazzare “impuniti” nel Mediterraneo, sul quale sognavano il “monopolio” controllato “a distanza”: più che un sogno fu un vero e proprio miraggio partorito in lontani e tenebrosi palazzi i cui abitatori non compresero mai l’importanza di una potente nazione “alleata”, guidata da un governo serio e lungimirante, al centro del mare. Invece hanno predato e “occultato” le sue ricchezze e potenzialità preferendo (stoltamente) dannare la Sicilia a “zerbino” per i piedi di miopi e improvvisati potenti, duraturi come le meteore.
Quali sono state le esatte trame perpetrate a nord di Eboli? Non sappiamo, ma restano i fatti.
Facendo seguito a una sapiente e martellante campagna “pubblicitaria” farcita di disinformazioni e false promesse (disattese, rinnegate e sostituite con oltraggi già da oltre 150 anni), coronate da una pseudo-rivoluzione (ne abbiamo viste tante) la Sicilia fu “liberata” (sarebbe meglio dire invasa e occupata) con spese e danni a suo completo carico, da allora a oggi. Non sappiamo quante ricchezze migranti a nord e quanti morti successivi furono gli effetti collaterali oltre all’ignoranza e all’analfabetismo imposti per legge. Sappiamo che il principale divulgatore del “nuovo regno dei buoni, ossia Rosolino Pilo” morì misteriosamente in battaglia per un colpo alla nuca, giustificato come “palla di rimbalzo” (con il piombo e i fucili di allora?); e sappiamo anche che Ippolito Nievo, aedo e contabile della spedizione dei “mille”, sparì assieme alle casse di documenti contabili da lui redatti e al vascello che li trasportava. Quando si dice “il caso”! Indifferenti (tanto per dire) restarono i governi asburgici, francesi, teutonici e inglesi (questi ultimi spettatori compiacenti atteso che il loro naviglio ostacolò passivamente le artiglierie navali borboniche).
E finalmente sorse il XX secolo! Come definirlo: l’inizio dell’era del male e dei demoni suoi servitori?
In nome della “libertà” si inaugurò, oltre oceano, la moda di cedere (con arzigogoli semantici e politicamente corretti) una prerogativa sovrana (e quindi del popolo sovrano) a una ristrettissima cerchia di privati “plutocratici”: battere moneta tramite una banca centrale (ovviamente privata).
Poi venne la Prima guerra mondiale 1914-1918 per “provocati” futili motivi, i cui noi Siciliani venimmo trascinati quali “fornitori” di carne da cannone per uno stato sovrapposto, che sembra aveva rifiutato proposte vantaggiosissime dagli Asburgo per la “non belligeranza”. E venne e i concordati, per cui il nostro pur bravo Vittorio Emanuele Orlando “tornò piangendo e sospirando”: gli alleati tutti si rimangiarono gli accordi iniziali e concessero all’Italia solo poche briciole negando all’Italia il “pasto concordato” (che le era stato assicurato in caso di astensione dalle armi). A chi giovò veramente quella guerra, da noi bagnata con sangue e lacrime? Per non dimenticare serve ricordare il largo consumo di gas tossici.
E dal 1918 al 1920 dilagò nel mono la “PANDEMIA”, denominata “SPAGNOLA” perché i “media” spagnoli, liberi e non allineati, lanciarono l’allarme pubblico! Si stimano in almeno 50.000.000 di morti (soprattutto civili) e forse un miliardo di contagiati. Tanto per comprendere il fenomeno aggiungiamo che gli scontri bellici determinarono circa 10.000.000 di morti, soprattutto militari. Fu il risultato di folli esperimenti per armi virali (altrimenti dette batteriologiche)? I mainstream di regime hanno sempre e solo parlato di “influenza”!
Non furono saggi i vincitori Francesi, Inglesi e Americani: non onorarono compiutamente gli impegni precedentemente assunti e umiliarono in tutti i modi gli sconfitti: in poche parole seminarono abbondantemente per nuovi disordini e nuovi conflitti.
Passiamo direttamente alla II guerra mondiale. Non ci sembra che si siano mai voluto evidenziare i precedenti “storico-politici” che costituirono “l’humus” ideale per la nascita delle nuove piante sanguinarie; né ci sembra che si siano voluto ricercare i veri colpevoli, i registi più o meno occulti che portarono all’apoteosi ogni nequizia e ogni più basso istinto. Forse i “vincitori” furono da subito troppo impegnati ad appropriarsi di invenzioni, scoperte e le menti collegate e nei momenti successivi (breve e medio termine) a legarsi con i più “discreti” referenti-esecutori del potere (qualsiasi potere), capaci di influenzare “discretamente” popoli e governi. Alcuni pagarono! Ma erano veramente solo loro gli unici e/o i massimi colpevoli? Sono state fatte le indagini patrimoniali e del tenore di vita di tutte le figure in qualche modo apicale con i poteri di prima e con quelli di dopo?
Il trattato di Parigi fra l’Italia e le potenze alleate, ricco di furbate e approssimativi rinvii al futuro, è il trattato di (quasi) pace , firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 tra lo Stato italiano e le (potenze) vincitrici (o meglio non alleate militarmente della Germania nazista) della seconda guerra mondiale. Mise formalmente fine alle ostilità e i suoi contenuti erano stati pre-definiti a seguito dei lavori della Conferenza di pace, svoltasi a Parigi, tra il 29 luglio e il 15 ottobre 1946. Insomma qualche capitolo fu chiuso parecchi decenni dopo. Qualche “umorista” ebbe adire che le conclusioni del trattato furono così “benevoli verso l’Italia” che il nostro “pleni-potenziario”, tornò a casa piangendo e sospirando come Vittorio Emanuele Orlando.
Le potenze definitesi come “alleate ed associate“, firmatarie del trattato furono, secondo le denominazioni di allora: l’Unione delle Repubbliche Sovietiche Socialiste (ora CSI), il Regno Unito, gli USA, la Francia il Belgio i Paesi Bassi, la Cecoslovacchia, la Polonia, la Grecia, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina , la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia (ora liberata e frazionata in stile politicamente corretto), l’Australia, , la Repubblica Socialista Sovietica di Bielorussia, il Brasile, il Canada, l’Etiopia, l’India, Repubblica di Cina (non quella di Mao),la Nuova Zelanda, l’Unione del Sud Africa.
Tanti firmatari e (sembrerebbe) nessuno attento lettore e memorizzatore, considerate le successive prevaricazioni a danno di tutti gli Italiani e di noi Siciliani in particolare. A meno che tra le pieghe e i codicilli delle carte fosse già scritto che certi divieti e restrizioni valevano per l’Italia e quasi per tutti ma non per gli “sceriffi e i loro vice”; o che addirittura fosse già prevista la gestione a “sovranità limitata” (salvo formali accordi bilaterali) del territorio.
Avrete notato che non partecipò alla firma del trattato la Regione Siciliana pur essendo già a Statuto Speciale!
E i capi delle nazioni firmatarie (e non) parlano senza sosta di geopolitica e si atteggiano a grandi strateghi della stessa: senza capirla per quanto si può constatare!
Tanto per cominciare a intenderci: la Sicilia doveva essere denuclearizzata e smilitarizzata, totalmente all’opposto della situazione attuale! Violazione del trattato o semplice occultamenro di intese e/o opposizioni occulte (o secretate ai popoli) collegate al trattato e stolidamente e/o vilmente occultate dai nostri governanti? Le vicende attuali “insegnano”!
A seguire sono arrivate le “fasulle” vittorie dei successivi trattati relativi alla conclamata e non attuata “UE”. I nostri “statisti” del passato annunciarono (a suo tempo) di avere vinto (in “danno” della Sicilia “in primis” e dell’Italia in genere) per esempio raffinerie, industrie inquinanti e depositi di rifiuti radioattivi e inquinanti “fregando” gli altri (Germania, Francia, ecc.) con l’abbondante cessione delle quote agricole e zootecniche.
I nostri statisti contemporanei hanno nel silenzio “fregato” e proclamato nelle dichiarazioni pubbliche Pro-italici e pro-Siculi che la volontà europea e i doveri di solidarietà ci imponevano l’accoglienza indiscriminata e incontrollata! Mentre ci siamo citiamo velocemente il nuovo trattato “inpostoci” e cioè il CETA: senz’altro favorevole ai Canadesi non certo ai Siciliani.
E “le stelle” dei poteri occidentali (laiche o religiose) se ne sono state solidalmente a guardare e/o annuire ammiccando. Tanto le cavie predestinate sempre in prima restiamo noi Siciliani e la nostra meravigliosa madre, la Sicilia.
Intanto tutti hanno continuato a propugnare con sperticati elogi un nuovo sistema geopolitico, da loro vocato “nuovo ordine mondiale unipolare a pensiero unico”. Solo da “pochi attimi” si è manifestato qualche piccolo ripensamento!
Non si sono accorti tutti i sommi saggi del mondo che l’intero creato non ammette l’unipolarità; anzi la vita non è unipolarità!
E non avendo mai studiato la Sicilia non conoscono le grandi menti che ha generato: ad esempio Archimede, ignorato scopritore del “principio di Archimede” (importante per la navigazione e anche per il volo) e anche ignorato per quello che noi chiamiamo il “segreto della leva”.
Disse il sommo: “datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo”.
Il punto d’appoggio è il fulcro che consente l’azione della forza attiva in contrasto con la resistenza o forza passiva (parliamo già di dualismo): per raggiungere un equilibrio o una vittoria!
E la “Sicilia è il fulcro nella geopolitica del terzo millennio in particolare e di sempre in generale”. Come mai i rappresentanti delle potenze determinanti hanno potuto lasciare la Sicilia in balia dei poteri dominanti nella vecchia Europa “stanziati” a nord di Eboli? Perché si opposero all’indipendenza che avrebbe fatto della Sicilia una nazione piccola ma ricca, forte e affidabile nell’interesse dell’umanità?
Chiudiamo con modesti cenni di “pettegolezzo”. Chissà perché in Sicilia esiste un giacimento unico al mondo, che avrebbe consentito ai Siciliani di vivere di rendita: una miniera “superficiale” estesa 3.000 chilometri quadrati e “sovraricca” di “derivati” del magnesio . Mai utilizzata per preciso rifiuto di sommi “statisti” non siciliani. Ma negli archivi Usa ed ex URSS dovrebbe esserci traccia del diniego datato anni “60” del XX secolo. E del tungsteno presente in Sicilia cosa si sa? E della “crisi” idrica incombente su tutto il bacino del Mediterraneo, che ha visto attivarsi la Sicilia come capofila? Forse poi i grandi non sono così grandi e così competenti di geopolitica da interessarsi della Sicilia e delle sue potenzialità note e (ancora di più) ignote! Perché se sanno e fingono di non sapere allora il loro comportamento sarebbe spregevole e di ostacolo al bene comune.