Gli “errori” di Renzi (& Company) pagati dalla Sicilia

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di Salvo Barbagallo

 

È solo questione di tempo ma (a volte, anche se non sempre) prima o poi le “verità” vengono a galla: Anche se spesso (o per dire, quasi sempre) vengono sottovalutate o non divulgate come sarebbe giusto che accadesse. È un discorso “ripetitivo”, cioè un modo di fare ritenuto “normale” (quello di chi ci governa o ci ha governato), cioè ancora “farsi belli” quando si gioca sulla pelle degli altri oppure a svantaggio d’altri. Contorsionismi mentali a fronte di realtà sconcertanti: in molti stanno criticando i Paesi dell’Unione Europea che non vogliono aprire i loro porti alle navi (autorizzate o meno) che devono sbarcare i migranti “salvati” (o, per meglio dire, “raccolti” in acque libiche e non in acque internazionali). Critiche fatte in mancanza di conoscenza, in caso di buona fede o, in caso contrario, per eccessiva conoscenza che si vuole coprire o distorcere nei fatti.

Come è venuto alla luce, grazie a una intervista della direttrice del Giornale di Brescia Nunzia Vallini a Emma Bonino, riportata, fra gli altri da Il Fatto Quotidiano e Il Giornale. L’ex ministra degli Esteri del governo Letta afferma:

“Siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino”. Il sostanziale isolamento dell’Italia in Europa sulla questione immigrazione, secondo Emma Bonino, è anche colpa dell’Italia stessa: “Nel 2014-2016 (quindi durante il governo Renzi) “nonostante che il coordinatore fosse a Roma, alla Guardia Costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia, lo abbiamo chiesto noi, l’accordo l’abbiamo fatto noi, violando di fatto Dublino (…) All’inizio non ci siamo resi conto che era un problema strutturale e non di una sola estate. E ci siamo fatti male da soli. Un pò ci siamo legati i piedi e un pò francamente abbiamo sottovalutato la situazione (…) disfare questo accordo adesso è piuttosto complicato (…)”.

Di fatto, è più che noto, i migranti sono stati sbarcati nella maggior parte dei casi nei porti della Sicilia, non risulta (o almeno noi non lo sappiamo) che i migranti siano mai stati sbarcati nei porti del nord Italia, a Genova o Livorno per esempio. Ed è la Sicilia che ha pagato e sta pagando il prezzo più alto dell’ininterrotto flusso di migranti che vengono “scaricati” nei suoi porti e dei quali, poi, non si conosce il loro effettivo destino e dove vanno a finire.

E come scrive Bianca Conte sul Secolo d’Italia in merito alle dichiarazioni di Emma Bonino che

(…) dando nome e cognome sulle colpe dell’esecutivo di centrosinistra capitanato da Renzi, significa affermare che, in nome di accordi scellerati di cui non si sono valutate le nefaste conseguenze oggi sotto gli occhi di tutti, l’operazione europea Triton, partita nel 2014 dopo la fine di quella nostrana di Mare Nostrum, doveva far sì che le navi dei Paesi europei che pattugliano il Mediterraneo portassero i migranti eventualmente soccorsi in Italia: dramma regolarmente verificatosi con una quotidianità ormai senza fine, anche se Triton non era stata pensata come missione di salvataggio, bensì come operazione di controllo delle frontiere (…).

C’è da chiedersi il perché le richieste del ministro Minniti non vengono prese in considerazione?

 

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