La lunga agonia delle ferrovie in Sicilia

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di Carlo Barbagallo

 

Trasporto ferroviario in Sicilia modernizzato e velocizzato? L’interrogativo mette sul tappeto una “presa in giro” che ormai si porta avanti  da anni ed anni, fra inutili proteste degli utenti e le promesse sempre declinate al futuro mentre il presente pone in luce una volontà “ambigua” del fare o non fare.

L’ultima ciliegina sulla torta riguarda la chiusura della tratta Catania-Siracusa-Catania dal prossimo 18 giugno al 10 settembre. Motivazione? interventi di velocizzazione e manutenzione avviati in parte lo scorso anno.  In particolare, lavori di velocizzazione che riguardano la tratta Catania-Lentini-Agnone dove sono previsti interventi all’armamento e all’infrastruttura. Mentre per Augusta e Siracusa lavori di riammodernamento.

Una beffa?

Nei giorni scorsi a Siracusa si è tenuto un incontro tra sindacati e Ferrovie dello Stato: i rappresentanti hanno ribadito la propria contrarietà alla scelta attuata da Rfi, sottolineando le evidenti ricadute per la mobilità e l’economia del territorio. Il risultato è stato negativo. Vera Uccello, Segretario Provinciale della Filt Cgil, ha dichiarato: Il territorio dell’intera provincia siracusana – afferma la sindacalista – rischia di non avere più il servizio ferroviario di collegamento con le altre province e con l’intera Sicilia, per non dire con l’Italia. Rischiano di rimanere fuori dal circuito ferroviario i lavoratori tutti, non solo i diretti del settore, che verrebbero – come dice la nota aziendale – impiegati in altre sedi della Sicilia, ma soprattutto rischiano l’occupazione i lavoratori dei servizi di appalto ferroviario che oggi sono già con contratto di Solidarietà. Alla fine, Filt Cgil chiedo una mobilitazione collettiva, sia da parte dell’Amministrazione Comunale sia per quanto riguarda le Istituzioni e la Politica nazionale e regionale, ma politici e governanti probabilmente hanno altro da pensare.

È una lunga agonia quella che riguarda il trasporto ferroviario in Sicilia, non si tratta soltanto del problema immediato che tocca alla tratta Catania-Siracusa. Il 7 maggio scorso nella Stazione ferroviaria di Caltagirone si è tenuta una manifestazione per la riapertura della linea ferroviaria Caltagirone-Niscemi-Gela. Giosuè Malaponti, a capo del Comitato Pendolari Siciliani-Ciufer ha promosso l’iniziativa per tenere viva l’attenzione e l’interesse su questa tratta ferroviaria, con lo scopo di sensibilizzare e sollecitare l’intervento della Regione Siciliana ad interessarsi sulle future sorti di questa importante arteria ferroviaria chiedendo a Rete Ferroviaria Italiana cosa vuole fare della Caltagirone-Niscemi-Gela a distanza di sei anni dal crollo di due arcate del viadotto ferroviario in territorio di Niscemi, contrada Angeli.

Le manifestazioni, le proteste e quant’altro viene portato avanti in cerca di soluzioni, cadono inesorabilmente nel vuoto. Due mesi addietro il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Simona Vicari, rispondendo  al Comitato Pendolari che aveva lanciato l’allarme in particolare per la linea Palermo-Catania ma anche per lo stato dell’intera rete ferroviaria dell’Isola, aveva dichiarato che Il raddoppio della ferrovia Palermo-Catania si farà, dopo i lavori che si concluderanno nel 2024 e si continuerà con una seconda fase che si concluderà nel 2027. Le risorse finanziarie saranno trovate (…) Il Governo sta portando avanti le opere di potenziamento delle linee ferroviarie siciliane, investendo, in particolare, nei lavori di raddoppio del Corridoio europeo TEN-T Scandinavia-Mediterraneo (Helsinki- La Valletta) che si sviluppa in Sicilia collegando Messina a Palermo, via Catania (…).

Proposizioni al futuro, e intanto le “penalizzazioni” vengono attuate nell’immediato, come appunto ciò che concerne i mesi più importanti per il turismo (giugno/settembre) con la chiusura della tratta Catania-Siracusa.

È eccessivo parlare di “presa in giro”?

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