Messina, teatro Vittorio Emanuele: un “viaggio pulp” nell’arte medievale con Crifò e Sgarbi

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di Giuseppe Stefano Proiti



C’è un mare di gente che dal pomeriggio attende impaziente l’apertura della porta d’ingresso del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, per uno spettacolo inusuale: “EsotericArte – i misteri dell’arte italiana medievale”, unica replica in Sicilia con l’autore, regista, attore Elio Crifò e la partecipazione straordinaria del prof. Vittorio Sgarbi.
L’inizio è previsto alle ore 21.00, in coincidenza con l’arrivo della sera, chiara metafora del concetto da cui si vuole partire: il buio. Il buio è del Medioevo, ma è anche quello del presente, che annulla sempre più la concezione dell’uomo come “essere pensante”, dotato di coscienza critica, costringendolo nei binari rigidi e squallidi della tecnica, del turbo-capitalismo. Questa logica binaria, non lascia spazio al tempo della riflessione, che richiede “lentezza”, di contro alla rapidità e all’utile, come unico valore da calcolare. L’efficienza del “materialismo economico”, si traduce in qualcosa di tangibile, si potrebbe esemplificare in tutto quello che stringiamo sul palmo della mano. L’idea di base che è racchiusa in “EsotericArte” afferma un principio diametralmente opposto: quello che vedi non è mai quello che è. Oggi crediamo di essere liberi, ma in realtà siamo più “imbrigliati” del Medioevo. Ecco che bisogna andare oltre: l’arte rappresenta uno scardinamento, una possibilità di superamento dell’odierna concezione “dualistica”, verso la conquista di quella verità che faceva dire a Gioacchino Da Fiore: “Un’umile servitù è più nobile di una libertà prostrata al potere“.

L’arte è come una religione, ha i suoi segnali da decifrare. E in questo senso s’innesta l’iconografia cristiana, un “catechismo illustrato”, un racconto per immagini sulla scia emozionale dell’entusiasmo di chi ha il Dio dentro; e poi la “lettura esoterica” delle opere attraverso i simboli che caratterizza lo spettacolo che andrà in scena questa sera. Il Medioevo è simbologia per eccellenza: in tutta la storia dell’arte di quel periodo storico c’è un sottotesto sconosciuto ai più, un contenuto nascosto non decifrabile. Affrontando l’esoterismo ci si ritrova dunque ad approfondire grandi scienze come la cabala e l’alchimia. Lo spettacolo – seguendo le dinamiche esoteriche – si struttura su una narrazione circolare, che parte dai mosaici di Ravenna e si conclude sulla tomba di Dante, poeta legato profondamente alla cultura esoterica.

Si tratta di “un viaggio pulp nell’arte”, spiega Crifò in un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Sud. “Con questo termine mi riferisco  al ritmo dello spettacolo, che contestualizza il Medioevo al tempo presente. Ci si sofferma sul Medioevo, sull’arte bizantina, sull’arte normanna, romanica, gotica, intervallando descrizioni stilistiche di monumenti e opere rappresentative del nostro tempo, per arrivare a riflessioni profonde sulla condizione umana, diversa ma eguale e immutabile in ogni tempo. Questi temi “impegnati” io li stempero attraverso un testo divertente, in cui si rincorrono provocazioni filosofiche e politiche. Mi riferisco a un modo di affrontare registicamente lo spettacolo, che crei suspance negli spettatori e che renda la narrazione ancora più viva e coinvolgente“.

Grazie a una proiezione che abbraccia l’intero palcoscenico, gli spettatori saranno catapultati quasi realisticamente in un percorso inedito all’interno dei “mille anni” del Medioevo, che si addentra nella fitta mole di mosaici, grandi dipinti, cupole, affreschi e sculture dell’arte medievale, ricoperti di simboli alchemici, gnostici, cabalistici. Così, un grande edificio del passato si trasforma nel numero “8”, mentre in una cattedrale si riscontra la filosofia del numero “3”. E ancora: che rapporto c’è fra le architetture dei palazzi e i loro giochi geometrici, proporzioni auree e disposizioni astrali e cosmologiche?
Di tutto questo parlerà Elio Crifò in uno scenario privilegiato come il palco di un teatro, ma con tutte le difficoltà di un monologo: davanti solo un leggio, alle spalle un megaschermo di dieci metri. Le uniche conversazioni restano quelle in presenza di due testimoni: il silenzio dell’intervallo, l’applauso del pubblico.
L’ultima parte dello spettacolo è affidata a Vittorio sgarbi, che proporrà un suo personale excursus sulla storia dell’arte medievale, chiaramente intriso della sua personalità istrionica ed eccessivamente critica, sempre capace di spaziare dal gioco della provocazione intellettuale al punto di vista stricto sensu accademico.
EsotericArte” è una produzione del catanzarese Stefano Baldrini (presidente e direttore artistico dell’associazione culturale “La Fenice”) che proprio con tale opera – commissionata dal Festival del Tetro medievale e rinascimentale di Anagni – ha festeggiato trent’anni di carriera, dando avvio ad un percorso di spettacoli incentrati sul tema dell’arte e della religione.

La cultura è alla base della rinascita. Il grande successo di quest’operazione interamente auto-sostenuta in un momento di crisi economica come questo, è indice di un bisogno ormai particolarmente avvertito a livello sociale, rappresenta un importante punto di approdo del progresso civile e culturale, un nuovo Rinascimento che l’Italia sta via via compiendo, a partire dalle singole comunità.

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