Handy – la rivolta delle mani siciliane. Un film per restituire dignità nel mondo alla Sicilia. Intervista a Vincenzo Cosentino

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di Giuseppe Stefano Proiti

La “rivoluzione delle mani siciliane” è finalmente approdata nelle sale cinematografiche, in anteprima assoluta nazionale al Cinestar I Portali (Catania) e al Cinema iris (Messina) dal 20 al 26 aprile.

Da sinistra, Stefania Bianchi (direttore artistico Trailers FilmFest), Giuseppe Proiti, Vincenzo Cosentino
Da sinistra, Stefania Bianchi (direttore artistico Trailers FilmFest), Giuseppe Proiti, Vincenzo Cosentino

Handy” è un film bellissimo che rispecchia appieno l’indole del siciliano. Ci sono proprio tutti gli ingredienti: una storia d’amore che commuove, la morale, i buoni sentimenti, il vento fresco in faccia di chi ama viaggiare controcorrente, la voglia costante di mettersi in gioco, di rialzarsi e superare a testa alta le difficoltà, l’originalità di una genialità che fa sorridere, lo spirito d’avventura del marinaio, la forza di dedizione del contadino, le braccia di una mamma che culla il suo bambino.
Era tra i film più attesi della settimana, insieme a “Monster Trucks” e “Fast And Furious”, ma ancora il regista, produttore e attore Vincenzo Cosentino non crede ai suoi occhi … li ha battuti tutti: nessun posto libero nelle multisale dove ieri si è trasmesso “Handy” !
Si sta proprio avverando il sogno che già nel lontano 3 ottobre del 2015, egli confessava a cuore aperto a Giuseppe Stefano Proiti, in occasione della 23esima edizione del Trailers FilmFest. Dopo la storia in breve, leggiamo l’intervista.

LA STORIA

Sicilia, corre l’anno 1995 e un bambino di nome Martini decide di iniziare la sua carriera di scrittore. Si, ma con quale mano? La mano sinistra di nome Handle o la mano destra di nome Handy? Sceglie la mano sinistra (quella raccomandata) e per 30 anni il giovane scrittore non fa altro che scrivere storie pessime, continuando a ignorare la talentuosa mano destra di nome Handy. Durante una notte però capita l’inverosimile: Handy, stufa di non essere usata per nulla di importante, decide di staccarsi e fuggire dal corpo di Martini in modo tale da dimostrare a se stessa e al mondo di essere la migliore scrittrice di sempre. Un bel giorno Handy correva in spiaggia ascoltando musica, si imbatte in un’altra mano solitaria di nome Manicure. È amore “a prime dita”. Handy e manicure viaggeranno il mondo sotto l’occhio vigile di Frank The Black (interpretato da uno straordinario Franco Nero).
Handy infine ispirerà la rivolta di tutte le mani italiane che, stanche di non essere adeguatamente valorizzate, scapperanno dai propri umani creando una vera e propria rivolta: Umani contro Mani.

Le mani siciliane in questo film non rappresentano altro che i sogni di noi italiani, a cui troppo spesso siamo stati costretti a rinunciare per via di un “corpo” troppo ingiusto che non ci ha lasciato esprimere il nostro vero potenziale. Molte “mani” sono state costrette a fuggire via, a emigrare … eppure questo film è dedicato anche alle mani di chi ha avuto il coraggio di restare e combattere per un ideale di giustizia, per se stessi e per chi stimiamo.

Handy è una metafora ironica, un film premiato, che parla di sogni e coraggio a grandi e piccini.

L’INTERVISTA

Vincenzo Cosentino, un nuovo genio siciliano che è riuscito a mettere in atto le più celebri parole di Albert Einstein: “C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dellenergia atomica: la volontà”. Allora, partiamo dall’inizio. Quando e dove è nata quest’avventura cinematografica?

Io sono di origine siracusana, ho vissuto a Catania per gli studi, dove ho conseguito la laurea in Economia, poi mi sono spostato in Australia per due anni, un anno e mezzo in America, ed in questo periodo ho imparato a fare regia. Il mondo del cinema mi ha da sempre affascinato. Nel 2008 già partecipavo alle competizioni dei corti al Festival di Cannes, dove mi sono aggiudicato “The flip trip”. Grazie a questa vittoria ho guadagnato una cifra di 17 mila euro che poi ho speso nella produzione del film. “Handy” prima era un cortometraggio. Poi, arrivano certi giorni che ti cambiano la vita: l’incontro con Franco Nero, che s’innamorò del corto, offrendo il suo lavoro gratis per me, sapendo che non avevo il budget per fare il film intero. Lui per me è un mito, ha creduto subito nel mio progetto, ha prestato la sua incredibile performance, e alla fine, dopo 4 anni di duro lavoro insieme, sono riuscito a completare “Handy”. Da quel momento la trama fantastica del film sembra essersi “incarnata” nella realtà, il film ha iniziato come a “vivere” di vita propria. Vedendo il successo nei Festival americani, ho lanciato una raccolta fondi, in modo da poterlo portare al cinema in maniera indipendente. Ho raggiunto circa 40.000 euro di donazioni da tutto il mondo e ora stiamo pensando quale sala scegliere per il suo debutto in Italia. Dobbiamo allocare bene questa somma, trovando per la distribuzione i canali giusti, quelli che questo film realmente merita. E’ veramente molto complicato fare tutto questo, per un giovane come me, che non ha un produttore alle spalle. Volevo fare solo il regista … e invece mi sono trovato a fare 10.000 lavori. Ma credo sia questa la vera forza di noi siciliani. Non ci arrendiamo mai di fronte alle difficoltà, ci crediamo sempre.

–  <<Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare>>, dal film Il padrino.
E Vincenzo Cosentino, invece, quale Sicilia ci offre? Cosa si sente di dire a
 “Don Vito Corleone”?

Che ha sporcato l’immagine della mia Terra e della nostra gente. Spero di riuscire a restituire a noi siciliani quello per cui andiamo fieri: il nostro vero modo di essere, di pensare, di agire. Spero di portare avanti una Sicilia diversa rispetto allo stereotipo mafioso, che l’ha resa nota nel mondo “grazie” a questi film e fiction televisive. Noi non siamo mai riusciti a vincere gli Oscar o i grandi premi coi film del “morto ammazzato”, che magari ti danno il “pubblichetto”, ma non rispecchiano la nazione, e ogni volta che li seguiamo diamo forza ad un marketing sbagliato di noi stessi. Fino a quando ci sarà pubblico questi “filmetti” continueranno a produrli e a non dare una bella immagine del sud. Noi abbiamo un carattere gioioso e sarebbe più bello mostrare quello che siamo davvero, invece di quello che solo alcuni e pochi di noi erano negli anni ’50. In America credono ancora che noi camminiamo con l’asino e andiamo in giro per le piazze col fucile in mano. Per non parlare di quando ai Festival mi chiedevano: “ Cosa sono quei tre scogli? ” – E io rispondevo: “Quelli non sono tre scogli, sono i Faraglioni di Aci Trezza.” – e ancora: “Ma quel tempio così bello si trova a Roma? ” – “No, si trova in Sicilia, ad Agrigento”. E’ questo il motivo per cui il copione iniziale del film è in americano, perché sapevamo che gli sforzi maggiori dovevamo iniziare a compierli lì, affinché gli americani potessero finalmente scoprire una Sicilia diversa. Ora ci stiamo adoperando per doppiarlo in italiano.

– “I have a dream” … una frase che ha cambiato il mondo. Con l’immaginazione, Vincenzo Cosentino, ha un grande sogno fra le dita di una mano … da consegnare ad ogni italiano …

Si, questo mio sogno nasce per unire e non dividere gli italiani. Non mi piace distinguere il siciliano dall’italiano, perché io mi sento italiano. Vorrei che riuscissimo a parlare non da pugliese, da siciliano, da lombardo, ma da italiani. Vedo che si specula troppo sulla negatività della camorra di Napoli, della ‘ndrangheta della Calabria, della mafia in Sicilia, quando invece abbiamo una creatività che tutti ci invidiano. “Handy” è un film di fantasia che vuole esaltare la nostra grande creatività.
La mano simboleggia il cercare qualcuno vicino, una mano è un “mezzo” che abbiamo tutti,  e possiamo usarla per distruggere oppure per aiutarci l’un l’altro.

– Insomma, la mano di “Handy” c’insegna a pensare all’in grande, a credere comunque nella gente, nell’umanità, come ne “La vita è bella”, dove domina la grande voglia di vivere. Ma in questo film emerge  soprattutto l’affermazione del principio della meritocrazia, dove chi merita deve avere il giusto spazio che merita. Le considerevoli presenze di oggi al “Trailers FilmFest” di Catania, la confortano per il futuro?

I propositi direi che sono ottimi. Oggi la sala è “esplosa”, più di 1200 persone hanno applaudito il mio trailer. Io credo nelle persone, il problema è che tra me e la gente a volte ci vuole una persona sola. Tu puoi ricevere 99 “no” nella vita, ma un solo “si” che è determinante! Qui c’è un pubblico di 1200 persone che potenzialmente è espandibile all’infinito. C’è gente che oggi è venuta da Milano, da Roma, 2 ragazzi che avevano finanziato il film dall’Austria, 3 dalla Svezia e 5 da Los Angeles. Sono venuti semplicemente per vedere un trailer. Questo mi da forza e mi rincuora. Naturalmente è gente che si può permettere di far questo, ma che comunque ha deciso di sacrificare del tempo per vedere come sta andando questo film “in embrione”, realizzato con un budget iniziale di soli 13.000 euro. Si riconoscono e immedesimano nei sacrifici non tanto miei, ma di ognuno di ognuno di noi che si è battuto per qualcosa di nobile e meritevole. Chi merita, deve avere il giusto posto nella società, e purtroppo, spesso questo non accade. Io, da parte mia, ho sempre fatto e farò tutto il possibile. A me del film di Vincenzo Cosentino non mi importa. “Handy” è un simbolo, la mano di tutti che rimanere nel tempo. Quella mano, per certi versi divina … che ci ha “salvato” … e ha riscattato un popolo!    


Non importa quanti soldi hai, non importa quanto tempo ci metterai, non importa quanti contro ne avrai. 
Se camminerai a testa alta, se la tua mano resterà ferma, se il tuo pensiero sarà incorruttibile nei mesi e poi negli anni…allora non ci sarà notte troppo buia, alba troppo corta. 
Ci incontreremo lì al confine tra loro e noi. E vedremo insieme che due mani unite saranno più forti del loro pugno chiuso.” (Vincenzo Cosentino)

 

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