Il Mediterraneo tra giustizia e nequizia, paladini e sanguinari parolieri

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di Guido Di Stefano

 

Quando parliamo di (bacino del) Mediterraneo intendiamo quella porzione del mondo che fu (a nostro avviso) la culla dell’umanità della più variegata civiltà e cultura, cui contribuirono anche le acquisizioni spontanee (scambi inter-etnici) da altri popoli non necessariamente racchiusi entro gli indicativi e non rigorosamente vincolanti confini che proporremo.

Tracce labili o marcate ci portano a individuare le terre  i popoli che popolarono o ebbero contatti nelle terre comprese tra il meridiano 10-est e il 60-ovest e tra il parallelo 43-nord e il 5-nord: qui si creò, qui si costruì per il bene dell’umanità. Portiamo un esempio forse sottovalutato da tutti e cioè che  qui si svilupparono tre lingue di “valore” universale: il greco, il latino e l’aramaico.

Da ovest a est tutti contribuirono alla crescita lasciando un grande retaggio al mondo in genere e all’occidente in particolare.

Il bacino del Mediterraneo:  culla di ogni bene prima, laboratorio di ogni male adesso. Non si può certo affermare che sia mai regnata la perfezione  assoluta o la giustizia perfetta, ma non era prevedibile che dilagassero le orde guerriere assatanate dal potere e dall’oro.

Invero sono sempre esistite le figure che con l’odio e la guerra hanno acquisito risonanza storica. Ne è classico esempio Marco Porzio Catone, passato alla storia per  il suo “Carthago delenda est” (Cartagine si deve distruggere), minaccioso monito lanciato al termine di ogni suo intervento prescindendo dalla “levatura” delle argomentazioni in corso. I suoi convincimenti e le sue azioni improntati al più rigido “moralismo” forse lo collocherebbero oggi tra i “neocon” dai quali non avrebbe niente da imparare.

Insomma il signor censore, probabilmente conscio di non riuscire a “santificare” il pop0olo romano e i suoi notabili, aveva demonizzato il “lontano” (ma non troppo) nemico d’Africa e a ogni “apertura di bocca” ne chiedeva l’annientamento.

Non vi ricorda niente? Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Russia, Irani non vi dicono niente? Tutti  “Mediterranei” e tutti diretti da demoni da eliminare secondo politici con velleità di statisti e dai loro mainstream che, incredibile ma vero, assordano tutto l’occidente e dintorni. Non passa giorno che qualche trombone occidentali non inquieti il mondo con i suoi incitamenti alla guerra alla Russia, all’Iran, alla Siria, alla Cina, alla Corea del Nord: novelli “Catone”, come lui esasperanti nei loro ritornelli con una aggravante da loro immor(t)ali non valutata: la presenza delle armi atomiche, batteriologiche, chimiche! Ci manca solo che incomincino a “vedere”  i draghi fiammeggianti delle saghe e miti medievali!

Intanto vi spieghiamo velocemente cosa intendiamo per veri statisti, richiamando qualche “brandello” della nostra eredità perduta, tratto dalla vita di Gesù di Nazareth, il figlio dell’uomo, il figlio di Dio: “Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Esistono nel mondo (specie in occidente)   persone capaci di praticare i superiori insegnamenti, giusti meritevoli di giusto potere e fratelli di tutti gli uomini, desiderosi e capaci di diffondere la luce salvifica e fieri oppositori delle tenebre di Pluto?

 Insomma: quanti “Cesare” conosciamo che seduti sul trono del potere non pretendono di assurgere al ruolo di “Dio” o di suoi prediletti?   Disse Isaia:

Ecco il mio servo che io ho scelto;
il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annunzierà la giustizia alle genti.
 Non contenderà, né griderà,
né si udrà sulle piazze la sua voce.
 La canna infranta non spezzerà,
non spegnerà il lucignolo fumigante,
finché abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le genti
.

Non servono ulteriori commenti, tranne uno: l’occidente continua a tradire, a incominciare dall’obbligo del “servizio” intimamente connesso all’autorità. E di alcuni vertici accidentali abbiamo subito gli arroganti e ironici giudizi e condanne (inappellabili), quasi castighi divini “contra homines”.

Anche a volerci limitare a quella porzione di servizio che si chiama “giustizia umana” c’è da piangere, soprattutto per noi Siciliani asserviti all’Italia delle 150.000 Leggi (50 volte quelle inglesi oppure 30 volte quelle tedesche). Scrisse Tacito nei suoi “Annales”:Corruptissima re publica plurimae leges  (per lo Stato  corrottissimo moltissime leggi  )”.

Senza arrivare agli estremi  citiamo un altro principio del diritto romano, in base al quale molte leggi sicule e/o italiche andrebbero semplicemente cassate e riscritte: “Leges ab omnibus intelligi debent (le leggi debbono  essere comprese da tutti)”, a prescindere dagli scimmiottamenti poliglottistici e dagli arzigogolismi cerebrali imperanti.

E ci permettiamo di ricordare ai potenti di turno “per il dichiarato e poco curato bene comune” l’imperativo di “un fare e un dire” scevro da ambiguità e ipocrisie poiché  “Нomo ornat locum, non locus hominem  (l’uomo  dar decoro al posto, non il posto all’uomo )”.

Invece  assistiamo  sempre più scorati  alla travolgente applicazione  dell’ammissione attribuita al cardinale C. Carafa (16° secolo)  “Vulgus  vult decipi, ergo decipiatur  (Il popolo  vuole essere ingannato, e allora sia ingannato)».

Esistono dunque  i paladini del Mediterraneo? Sì: sono i popoli del bacino che “ab antiquo”  hanno costruito, arricchito, modellato, rimodellato la culla in una miracolosa continuità storica che ha del divino per la co-presenza di passato-presente-futuro. Noi Siciliani lo siamo! Dipendesse da noi si potrebbe  addirittura  dire  “toto universo in pace composito”!

Ma, ahimè, mancano le “luci umane” ai vertici dei “poteri”. In Sicilia, in Italia non vediamo alcuna fiammella “apicale” (qualsiasi apice)  a rischiarare le tenebre del caos: forse ci sbagliamo.

In Europa si è visto qualche sprazzo di luce; raggi di luce sembrano pervenire dall’oriente e dal mezzogiorno; forse c’è ora un lucignolo ancora fumigante all’estremo occidente: chissà forse nel mondo si avranno dieci fiammelle “giuste” e atte a mostrare la strada all’umanità avviata al declino!

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