La Sicilia dei lustrascarpe (e dei papponi)

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di Luigi Asero

 

C’è fame di lavoro in Sicilia. E c’è fame di Giustizia. Non quella dei Tribunali (che serve sempre), ma quella sociale. Quella giustizia per cui la parola “equità” non sia una mera chimera, quella per cui ci si chiede perché delle professioni oneste e dignitose siano state fatte sparire. A suon di multe, di orgoglio, di tassazioni sul suolo pubblico impegnato e di tutto quanto la burocrazia ha saputo inventarsi in uno Stato che tende sempre più ad avvilire i suoi cittadini.

Poi arrivano le “notizione”, quelle di cui si occupa anche il Tg 3 nazionale parlando di “sviluppo” e di “nuove idee imprenditoriali“: a Palermo ora fanno il bando per ben 70 (dicasi settanta) “lustrascarpe”, anche se si stima che soltanto qualche decina troverà occupazione. Nella terra di Verga e Pirandello, di Sciascia e Archimede, di Maraini e permetteteci l’ironia, di Totò Riina, si sono spremute le meningi per partorire il “lustrascarpe”…

C’è poco da ridere però, la Confartigianato di Palermo ha presentato l’idea offrendo un “fisso mensile” di mille euro (mille eurini… mica bruscolini, potrebbero anche -in base agli incassi- diventare 1.200) e gli aspiranti “Sciuscià” sono finora 74, fra questi molti hanno inviato un curriculum in cui figura come titolo di studio la laurea.

La Sicilia in cerca di equità oggi si accontenta quindi di un posto da lustrascarpe, mentre nei grandi centri commerciali (che per decenni la politica ci ha menato col fatto che “danno lavoro”) chiudono importanti negozi, mentre anche i dipendenti dei call center non sanno più a che Santo votarsi pur di continuare a lavorare per poche monete l’ora (anche questi con lauree in tasca a mo’ di fazzolettino comprato ai semafori dai “vu cumprà”).

Giustamente soddisfatto, dal canto suo, il presidente di Confartigianato Palermo, Nunzio Reina, precisa all’agenzia Ansa: “Evidentemente i ragazzi credono nel progetto. Lo stipendio in media potrebbe aggirarsi tra i mille e i 1.200 euro al mese. A chi sarà selezionato, oltre al periodo di formazione forniremo gratuitamente gli strumenti di lavoro. Ci saranno 15 postazione in centro a Palermo e in alcuni nodi strategici come la stazione, il tribunale e l’aeroporto di Palermo“.

Lodevole che Confartigianato abbia pensato anche di rilanciare antichi mestieri per dare ossigeno alla nostra regione ormai in stato comatoso. Rimane un’amara considerazione: ci sono parecchi giovani laureati disposti pur di lavorare a imparare il mestiere del lustrascarpe, e questi giovani sono nello stesso Paese in cui ministro e vice ministro all’Istruzione esercitano tali importanti funzioni con appena il diploma.

Qualcosa, forse, non funziona in questo Paese.

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