La presenza militare USA a Sigonella e Niscemi non è un problema solo Siciliano

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di Salvo Barbagallo

 

A monte la questione dei migranti. Dicono tutti (o quasi tutti): i migranti fuggono dalle guerre e dalla fame. Sarà vero, noi di certo non mettiamo in discussione questi “presupposti” di un esodo mai registrato nell’ultimo secolo per come si sta verificando in questo Terzo Millennio giunto appena al suo diciassettesimo anno.

Senza andare ad approfondire (per il momento) le “vere” ragioni dello “spopolamento” di intere regioni afro-mediterranee, ci limitiamo (per il momento) ai due “termini” con i quali i più identificano i motivi che spingono centinaia e centinaia di esseri umani ad abbandonare la loro Terra: Guerre e fame. Senza andare a cercare il pelo nell’uovo, chiediamoci: a chi giovano “principalmente” le guerre? Lo sanno, lo sappiamo tutti: alle grandi (e piccole) industrie che producono armi. Senza armi difficile fare guerre se non tornando all’età della pietra menando colpi di bastone e tirando sassi. La fame? Chi è che ha affamato e affama, alimentando, poi dove sono servite e servono, le guerre? Interrogativo puramente retorico… Radici lontane, dal colonialismo a seguire, costantemente è responsabilità degli “occidentali”. Quegli “occidentali” che continuano a sfruttare “quei” Paesi affamati facendo man bassa delle loro risorse, dal petrolio ai diamanti ai metalli che vengono utilizzati in mille modi.
C’è stato “anche” chi si è mosso a fare guerre contro le dittature, per portare nei Paesi afflitti dalla tirannia la democrazia, ma non certo la “pace”. Le “primavere arabe” ne sono una testimonianza lampante.
Ed ecco allora che esplode il “fenomeno” dei migranti: ma quale “fenomeno”? Era tutto messo in conto. Ed ecco allora e ancora che c’è chi si schiera in nome di false “solidarietà”, trincerandosi dietro altrettanto false motivazioni di natura “umanitaria”, ecco allora c’è chi schiera per “favorire” la migrazione incontrollata. “Dopo” (spesso casualmente, spesso strumentalmente) si scoprono le malefatte che vengono classificate “scandali” le speculazioni sull’accoglienza che finiscono con il favorire (direttamente o indirettamente, consapevolmente oppure inconsapevolmente) integralismi e intolleranza, tutte matrici del terrorismo pseudo religioso.

Muos

Ogni elemento di questo sporco guazzabuglio è sotto gli occhi di tutti, ma tutti (o quasi) preferiscono voltarsi dall’altra parte cose se questo “tipo” di questioni non li riguardasse. Ma così non è. Sono questioni che toccano tutti, ma proprio tutti.
L’altro aspetto della medaglia, che nessuno (o quasi) vuole mettere in mostra è quello che riguarda la presenza (stabile) delle forze militari statunitensi nel nostro Paese e, soprattutto, in Sicilia. Sono tutti pronti a una “nuova” guerra: basterebbe vedere l’enorme armamentario bellico disseminato nel territorio isolano per rendersene conto. Se non c‘è un nemico, bisogna inventarselo, in caso contrario l’armamentario bellico non potrebbe essere utilizzato, e se non viene utilizzato viene largamente superato dalle innovazioni tecnologiche.

Donald Trump

La NATO, istituita per fronteggiare il “pericolo” Unione Sovietica (la dimenticata URSS), avrebbe dovuto esaurire da anni i suoi compiti essendo crollata e ormai inesistente l’Unione Sovietica. No, non è così poiché all’URSS è subentrata l’ancora più “pericolosa” Russia, la NATO, dunque, non si scioglie, non deve essere sciolta, anzi, deve essere rafforzata. Il “pericolo”, a conclusione resta inevitabilmente di colore “rosso”.
Le ultime decisioni dell’ex presidente USA Barack Obama nel dicembre dello scorso anno hanno riguardato il trasferimento delle attrezzature militari pesanti nei quattro siti di stoccaggio identificati in Europa come parte dell’operazione della Nato Atlantic Resolve, “per rassicurare gli alleati di fronte ad una Russia assertiva”. I quattro depositi sono situati in Belgio, Germania e Paesi Bassi. In prevalenza si tratta delle stesse strutture utilizzate durante la guerra fredda. Lo stoccaggio di 1600 mezzi pesanti nel complesso olandese di Eygelshoven, 500.000 metri quadrati compresi nove magazzini a temperatura ed umidità controllata, è già iniziato. La forza corazzata comprende carri armati M1 Abrams, veicoli da combattimento Bradley ed obici semoventi M109 Paladin. Abrams e Bradley sono consegnati armati, secondo le direttive emanate per una risposta rapida in caso di crisi. Il deposito olandese si trova presso l’ex base militare Eygelshoven vicino a Kerkrade. Inaugurata nel 1985 come base di supporto dell‘esercito statunitense contro una possibile invasione dell’Unione Sovietica in Europa, è stata dismessa nel 2006. Dallo scorso settembre, il Pentagono ha ripreso formalmente possesso dello base. I quattro impianti di stoccaggio, garantiranno agli USA la rapida disponibilità di seimila attrezzature pesanti (fonte Il Giornale). Si tratta del più grande rafforzamento militare della Nato ai confini della Russia dai tempi della guerra fredda.

Vladimir Putin

In Sicilia Barack Obama ha rafforzato la Naval Air Station di Sigonella con i droni “Reaper” che si sono aggiunti ai pre-residenti “Global Hawks”, ha rafforzato la presenza di sottomarini nucleari ad Augusta, ha messo Ko la magistratura locale che si opponeva al MUOS. Ciò grazie ai compiacenti Governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni che hanno tranquillamente lasciato fare.

Il nuovo Presidente USA Donald Trump ha sostenuto che la Nato è organizzazione obsoleta? Con le attuali contestazioni alla sua Presidenza non sono negli Stati Uniti ma in mezzo mondo (ma chi finanzia queste manifestazioni?), avrà altro da pensare e quanto è stato messo in moto prima del suo insediamento, procederà come stabilito. La Sicilia si trova già con una scomoda presenza russa dietro l’angolo, a Tobruk, dove Putin ha legato una fattiva collaborazione con il generale Haftar, aperto oppositore di Fayez al Saraj, capo del governo libico riconosciuto dall’ONU e dall’Italia. Conclusione? Sigonella, Niscemi, Agusta, eccetera eccetera, non sono oggi come oggi un problema “solo” Siciliano, ma soprattutto un problema di Vladimir Putin e Donald Trump i quali, prima o poi, decideranno sul da farsi… Ai Siciliani non resterà che guardare passivamente ciò che hanno permesso che già si è verificato e ciò che potrà accadere.

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