Elezioni. Trump, Clinton / Obama: la faccia “brutta” degli USA. E…la Sicilia…

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di Salvo Barbagallo

 

Per un Paese che si è da sempre posto come “leader” del mondo, come “sentinella/gendarme” della Pace nel mondo, quanto sta accadendo per il cambio della Presidenza (ormai agli sgoccioli) ha dimostrato ampiamente, chiaramente e a tutti gli abitanti del globo cosa significhi la lotta per acquisire il “potere assoluto”. Potremmo disinteressarci di quanto si stia svolgendo in questi giorni negli Stati Uniti d’America, se non fosse che in Sicilia abbiamo (purtroppo) una presenza stabile di una forza militare USA, fortemente armata, fortemente sofisticata in termini di mezzi e di uomini. Quindi, se non per “curiosità” ma semmai per “interesse” della Comunità nostrana (anche se si mostra indifferente alla problematica) ci sembra opportuno osservare gli avvenimenti di quest’ultimo scorcio di campagna elettorale nel Grande Paese.

Riteniamo che poco importa se l’uno o l’altro dei contendenti (Trump o la Clinton) finisca alla Casa Bianca: li riteniamo entrambi “pericolosi”. Questa, ovviamente, è solo la nostra opinione, e potremmo essere “anche” in errore, ma questo lo si vedrà e si comprenderà meglio soltanto “dopo”.

Quel che abbiamo potuto (o “dovuto”) constatare nei lunghi mesi di campagna elettorale statunitense che niente è chiaro, che la “battaglia” per la poltrona presidenziale è stata combattuta ferocemente e che di certo nessun paragone può essere fatto con gli avvenimenti politici di Casa nostra, seppur presentano aspetti di enorme squallore. Contrapposizione feroce, senza esclusione di colpi, che offrono uno “spaccato” della vita americana che dovrebbe fare preoccupare ogni essere cosciente, e guardare con occhi meno nebbiosi le situazioni socio-politiche-economiche-militari che da anni caratterizzano l’esistenza dei Paesi europei, dei Paesi dell’area del Mediterraneo e oltre, sconvolti da crisi tremende che traggono (principalmente) origini dalle decisioni prese Oltre Oceano, in quella Casa Bianca che Trump e Clinton intendono conquistare.

Sicilia invasa dal 1943
Sicilia invasa dal 1943

In Italia spesso ci siamo meravigliati delle “interferenze” dell’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano, poca cosa in confronto alla “mano pesante” di Obama contro Trump a favore della Clinton. Non molti in Italia si sono chiesti il “reale” motivo di un invito presidenziale all’ultima cena del premier Matteo Renzi (e della sua “selezionata” corte) in quell’edificio che è il simbolo degli Stati Uniti d’America: l’Italia deve rimanere legata a filo doppio. Il perché è più che comprensibile. Il nostro Paese (e non solo, dunque, la Sicilia che è punto “focale”) è costellato da installazioni militari USA, installazioni che per gli USA sono di primaria importanza per gli attuali e futuri scenari aperti con i conflitti bellici (interni o provocati dall’esterno) che si stanno svolgendo in questa parte a sud del mondo. Una “sudditanza” che se è vero che è difficile da “sciogliere”, potrebbe essere messa comunque a rischio. Lo sa bene l’ex PCI Giorgio Napolitano, ne è consapevole lo stesso Renzi che cerca di tenere lontano dall’attenzione dell’opinione pubblica questa tematica.

A conti fatti il “cambio” della Presidenza USA dovrebbe interessare gli Italiani e (soprattutto) i Siciliani, avamposti territoriali statunitensi in un’area che diventa sempre più cruciale per il futuro dell’Umanità.

I “poteri forti” statunitensi (avanti a tutti la Massoneria, senza dimenticare che quasi tutti i Presidenti USA dalla Massoneria sono stati espressi), i “poteri forti” non sono in crisi, ma sicuramente sono gli uni contro gli altri nella conquista di quel “potere assoluto” al quale ambiscono. Recente dimostrazione lo scontro FBI/Clinton. In crisi, come diretta conseguenza, sono gli USA, quasi ormai alla loro ultima spiaggia. In queste condizioni gli Stati Uniti d’America continuano a perdere credibilità e affidabilità: gli Italiani, i Siciliani dovrebbero prendere coscienza di questo stato di cose e…decidersi ad assumere una posizione equilibrata, se non vogliono essere trascinati in un vortice estremamente pericoloso.

 

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