L’11 settembre del nazional/etneo Matteo Renzi

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di Vittorio Spada

 

L’11 settembre è un giorno che ricorda un evento nefasto, un evento che ha cambiato di certo il modo di vivere globale: 11 settembre 2001, l’attacco alle Torre gemelle di New York contemporaneamente ad altri tre attentati in territorio statunitense. Fu allora che il mondo intero rimase sbigottito e incredulo, e il mondo intero quindici anni addietro conobbe il terrore piangendo le tremila vittime. Una data che non si dimentica, non solo negli Stati Uniti.

Il ministro AlfanoIn Italia c’è la memoria “corta”, e pochi ricordano un’altra fondamentale ricorrenza, quella dell’8 settembre del 1943, mentre la maggior parte dei giovani sconosce cosa accadde 73 anni addietro. Non saremo noi a rinverdire quella data: qui intendiamo dire che nel mese di settembre (dopo le meritate vacanze d’agosto) accade sempre “qualcosa” d’importante. E infatti qualcosa d’importante in Sicilia si verificherà fra sei giorni, anche se sicuramente sarà un evento meno incisivo di quello che si registrò a Cassibile nel 1943, quando il maresciallo Pietro Badoglio firmò l’armistizio con i nuovi alleati made in USA, e anche se questo evento probabilmente non passerà alla storia. Cosa accadrà il prossimo 11 settembre, Anno Domini 2016? Lo sanno in tanti, anche se non molti-moltissimi: il premier Matteo Renzi sarà a Catania per dare degna conclusione alla Festa nazionale dell’Unità!

I nostri lettori ci vorranno perdonare questo tortuoso giro retorico/storico nel volere portare all’attenzione un evento che, in sincerità, dovremmo definire “privato”: il premier Matteo Renzi, infatti, non viene a Catania per una circostanza “istituzionale”, ma per calare il sipario sulla “Festa” del suo partito, il PD, per incontrare quanti (?) lo ammirano e lo apprezzano e per ribadire la validità del “Sì” referendario. Una visita, dunque, tutta di parte.

Non è dato sapere se il premier Matteo Renzi atterrerà a Fontanarossa con il “suo” maxiJet, o si calerà a Catania in elicottero, o raggiungerà la città del Vulcano in auto, dopo avere controllato lo stato dei lavori sulla Salerno/Reggio e attraversato lo Stretto senza Ponte; sicuramente ci aspettiamo per questa prestigiosa presenza che arricchisce la collettività, misure di sicurezza eccezionali, molto più consistenti  di quelle già vistose che si sono avute in queste giornate attorno alla Villa Bellini, location voluta dal sindaco del capoluogo etneo Enzo Bianco per questa “Festa” dei Dem.

Matteo RenziTutta Catania ha seguito le frenetiche giornate, dense di convegni e dibattiti aperti (?) al pubblico di questa memorabile Festa? Non lo sappiamo e qualunque numero “finale” (grande o piccolo) verrà annunciato non corrisponderà alla realtà. Sarà stato un “successo” o un “flop”? Poca rilevanza avrà, a conti fatti. Questa “Festa”, pubblicizzata solo sul giornale locale, ha avuto buona partecipazione e assenze più o meno ingiustificate di personaggi politici e no. Diversi quotidiani online hanno sottolineato (documentando con foto) uno scarso interesse da parte della collettività catanese. Fernando Massimo Adonia su LiveSicilia di due giorni addietro (4 settembre), titolando “Quelle sedie vuote alla festa nazionale dell’Unità”, ha scritto: “Flop, fiasco, deserto”. Sono le parole che nessuno si arrischia a pronunciare in zona Villa Bellini. E nessuno infatti le dice, almeno ufficialmente. A poche ore dal giro di boa, è tempo di bilanci per la festa nazionale dell’Unità. Dopo la prima settimana di lavori, il pendolo oscilla fra il bicchiere mezzo pieno e il mezzo vuoto. Mai come in questo caso, è tutta questione d’impressioni. E così sarà fino alla fine della kermesse democratica. Non fosse altro perché non verrà emesso alcun bollettino ufficiale delle presenze. “Non è prassi”, dicono gli organizzatori. Nel frattempo, c’è chi guarda al passato, alle vecchie feste celebrate al Parco Gioeni di Catania o al Giardino Inglese di Palermo. Location più raccolte, sicuramente. Ma forse più attrezzate in termini di offerta, sia commerciale che militante, e quindi di colore. Sì, perché di rosso ce n’è ben poco e con esso l’idea di una festa in linea con le nostalgie del Pci-Pds-Ds all’apposizione (…).

Noi non intendiamo entrare nel merito di quella che è stata definita una “kermesse”. E non entriamo nel merito in quanto vogliamo sottolineare che si è trattato di una Festa “privata”, lontana dalla collettività catanese, nonostante che si sia tenuta in uno “spazio” che è dei catanesi. Lo sa bene il ministro Angelino Alfano che per avere un pubblico consistente nel corso del suo intervento di due giorni addietro, si è avvalso di tutto il supporto del duo Firrarello/Castiglione che, di certo, non lo ha deluso convogliando i tradizionali “affezionati” ex Forza Italia. Nei lontani tempi della Dc, queste “affluenze” venivano definite “truppe cammellate”:

A quali catanesi si rivolgerà il premier Matteo Renzi? Molti si chiedono già chi vorrà (o dovrà) “rottamare” a Catania…

 

 

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