Dai Cruise di Comiso alla Sigonella della Pinotti e di Renzi

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di Salvo Barbagallo

 

È sepolto dalla polvere in archivi dimenticati il ricordo delle grandi mobilitazioni popolari degli Anni Ottanta/Novanta contro l’installazione dei missili nucleari a Comiso. Dagli archivi possono ripresentarsi qualche foto e qualche scritto, qualche evento sporadico e occasionale, come è accaduto il 9 aprile di quattro anni addietro quando venne organizzata la manifestazione per rievocare il raduno di massa del 4 aprile 1982 e il sacrificio del suo ideatore Pio La Torre, segretario regionale del PCI, assassinato, con Rosario Di Salvo, dalla mafia, il 30 dello stesso mese. A Comiso trent’anni dopo tornarono studenti e cittadini aderenti a una trentina di associazioni e movimenti progressisti, ma in realtà anche in quella circostanza poco si fece di incisivo per denunciare la persistente&stabile militarizzazione dell’Isola da parte degli USA. Certo vale la pena riprendere un intervento di Agostino Spataro, ex deputato del PCI ed ex componente della Commissione Difesa, espresso in quell’occasione: (…) a tre decadi di distanza, la situazione è peggiorata: l’Isola è in preda al più grave e generale declino e il Mediterraneo è divenuto non un mare di pace e di prosperità condivisa, ma luogo di conflitti sanguinosi e di tragiche ondate migratorie. Insomma, non basta una Sicilia senza missili, occorre contrastare l’attuale disegno che assegna all’Isola un ruolo strategico sovradimensionato che non si giustifica con le minacce reali alla nostra sicurezza, ma solo in vista di altre “guerre umanitarie”.  Questo- a me pare- il dato nuovo della situazione, al centro della quale si trova la Sicilia, da cui  discende un compito precipuo per tutte le forze progressiste siciliane, per le istituzioni che dovrebbero attivarsi quantomeno per prevenire l’insediamento d’infrastrutture militari pericolose  com’è il Muos di Niscemi che quella popolazione sta combattendo (da sola) a salvaguardia della salute e della prospettiva economica. In questo clima di disattenzione, talvolta connivente, un impegno deciso è venuto  dalla “nuova generazione Comiso” ossia dagli studenti medi della provincia ragusana, non per mero allarmismo, ma per una legittima preoccupazione per il loro e per il nostro futuro. Tacere o non vedere sono la più grave colpa. D’altra parte, una prova di tale pericolo si è avuta con il recente intervento della Nato in Libia, operato, in gran parte, a partire dalle basi siciliane. Su questa strada si vuole continuare. Le guerre esaltano gli spiriti ingordi e il ruolo strategico assegnato all’Isola ma deprimono, stravolgono la sua prospettiva di crescita economica e civile, di cooperazione reciprocamente vantaggiosa con i popoli mediterranei e asiatici. Poiché – come diceva Pio – una Sicilia trasformata in una formidabile piazzaforte militare, sarà un pericolo incombente sui siciliani e un ostacolo per lo sviluppo nella pace e nella legalità.

Roberta Pinotti con Enzo Bianco
Roberta Pinotti con Enzo Bianco

Ma l’altro ieri (6 settembre) Agostino Spataro non era presente alla Festa nazionale dell’Unità a Catania, e quindi non ha potuto ascoltare Roberta Pinotti, attuale ministro della Difesa del Governo Renzi, che si è tanto prodigata nel far tacere il gruppo di manifestanti anti Muos (fatti allontanare subito dopo la loro modesta contestazione) e con poche battute cercare di convincere i presenti tentando di dimostrare che la Sicilia è una zona strategica e la base di Sigonella di fatto una porta-aerei sul mare per la posizione che ha e per la situazione che vive oggi il Mediterraneo un luogo centrale nello scacchiere della sicurezza.

Non sappiamo dove fosse e cosa facesse la “ventenne” Roberta Pinotti ai tempi dei Cruise a Comiso, ma una sua battuta rivolta ai “contestatori” che chiedevano un “contradditorio”, mostra realmente cosa è questa Festa nazionale dell’Unità a Catania: Non è detto che il contraddittorio si faccia con chi si inserisce violentemente nei dibattiti degli altri. Questa “Festa” è stata ed è una Festa privata, di quelli che sostengono che c’è un’Italia che dice “Si”, di quell’Italia del premier Matteo Renzi che vuol cancellare la Costituzione, di quell’Italia che consente a Potenze straniere di installare strutture belliche fisse sul territorio nazionale.

Nonostante tutto, c’è chi si è chiesto come è possibile dare torto ai manifestanti anti-Muos quando hanno definito Roberta Pinotti la “ministra dell’Offesa” in trasferta a Catania nella città del sindaco Enzo Bianco, che altri ora definiscono “ministro dell’oblio” in quanto disconosce i pericoli costituiti dalla base di Sigonella USA nel territorio etneo/siciliano.

 

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