Tutti a Catania sotto la bandiera dell’Unità

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di Salvo Barbagallo

 

“Non ci resta che piangere”: chissà perché ci viene in mente il titolo del bel film (e romanzo) di Benigni e Troisi del 1984, venendo a conoscenza che Catania dal 28 agosto all’undici settembre dell’Anno Domini 2016 sarà la “capitale” della Festa nazionale dell’Unità. Due settimane di kermesse (il programma non è stato ancora reso noto) che vedranno i Dem di tutta Italia (?) confluire sul capoluogo etneo, e rendere questa città vivace e vivibile come non lo è da anni.

L’iniziativa (ovviamente) è stata fortemente voluta dall’attuale sindaco “Metropolitano” Enzo Bianco, che in tal modo spera (o si augura) possa (ri)tornare la “Primavera” che negli Anni Novanta lo fece conoscere nel Paese (e altrove). Peccato che (intanto) siamo in Estate e anche se è vero che le stagioni non seguono più il loro tempo naturale, di “Primavere” Catania può averne solo di tipo “arabo”, visto il grande flusso di migranti/profughi che continuamente vengono sbarcati al porto dalle navi che li soccorrono.

Enzo Bianco quando era sindaco etichettato PRI
Enzo Bianco quando era sindaco etichettato PRI

Non sappiamo se il sindaco Enzo Bianco abbia preso in considerazione la nota del segretario del Siap Tommaso Vendemmia, che sottolinea come Il numero di sbarchi che si susseguono a Catania, tra l’indifferenza generale, e l’inadeguato sistema di accoglienza strutturale, rende sempre più difficoltoso il lavoro di poliziotti, medici e volontari. E la nota prosegue: Centinaia di uomini, donne e bambini vengono fatti sbarcare a ritmi insostenibili nella precaria struttura di accoglienza ossia “il molo del porto ad aria libera”. Poliziotti ed enti preposti, sono costretti ad adeguarsi al sistema e alla celerità con cui si deve procedere al controllo, sia esso sanitario sia di identificazione, con il concreto pericolo di far saltare i sistemi di prevenzione sanitaria. La problematica probabilmente lascia indifferente la maggior parte della collettività che, forse, assisterà con curiosità a ciò che la Festa dell’Unità riuscirà a proporre. Probabilmente la cittadinanza avrà modo di vedere “direttamente” le conflittualità esistenti all’interno del PD e, magari, si godrà “direttamente” l’intervento che terrà il premier Matteo Renzi a chiusura della manifestazione “in nome” dell’Unità. Certo ci sarebbe da disquisire anche sul termine “Unità”, in quanto, con l’aria che tira, non appare chiaro il suo significato. Ma la tematica ipotizzabile non è la “Primavera”, né “l’Unità”. C’è, infatti, ben altro.

Quattro giorni addietro (9 agosto) Alessandro De Angelis sul quotidiano online Huffington Post che “il manifesto della festa nazionale Pd è un volantino per il SÌ”, e lo si può vedere bene nella foto che presentiamo. Scrive Alessandro De Angelis: Guardate la foto, dice tutto: un gigantesco sì, con una croce sotto, che evoca la scheda elettorale del referendum di ottobre. Scritto piccolo, in alto a sinistra, “Festa dell’Unità”. “Pd” è scritto in alto a destra, che quasi si perde. Ecco la bozza, al momento definitiva, del manifesto che annuncerà la festa nazionale dell’Unità a Catania, tra il 28 agosto e l’11 settembre. È stata già spedita in tipografia. Ed è, per la prima volta, più simile a un manifesto di propaganda elettorale che a un manifesto di una festa di partito, che solitamente aveva il simbolo di partito un po’ più visibile. Dopo settimane di dibattito su personalizzazione-spersonalizzazione, futuro del governo, ruolo del partito, arriva il tazebao renziano della battaglia della vita. Annuncia una festa che sarà, soprattutto il megafono delle ragioni del SI, a cui è appeso tutto: futuro del governo e del premier. Trapela qualcosa anche sul programma, che prevede il comizio finale del premier l’11 settembre. E pochi faccia a faccia, nella formula giornalista-politico. Quelli della minoranza interna, di fatto trattati da ospiti. Bersani parteciperà a una tavola rotonda il 7, senza avere riconosciuto lo status dell’ex segretario a cui è di solito veniva data un’intervista singola. A Speranza, lo stesso, senza aver riconosciuto lo status dello sfidante.

Alla Festa nazionale dell’Unità la collettività di Catania (sempre “probabilmente”) non “vedrà” e non comprenderà le “lotte” che agitano i Dem al loro interno, oppure (sempre “probabilmente”) resterà indifferente. Il protagonista della Festa nazionale dell’Unità a Catania sarà solo ed esclusivamente Enzo Bianco: i vari Renzi, Bersani, Speranza e quant’altri giungeranno per l’occasione, saranno soltanto di “passaggio” e (sempre “probabilmente”) la loro presenza se non ignorata passerà quasi inosservata. Indubbiamente anche per Enzo Bianco sono trascorsi (inesorabili!) gli anni, e ora il Referendum istituzionale sotto l’etichetta del “Si” potrà costituire un forte momento di rilancio della sua immagine, sia nel PD che sul piano politico in generale. E poi c’è un dato certo: i Maestri di Enzo Bianco (i Battaglia, i La Malfa e gli Spadolini, per citare solo alcuni nomi) non hanno la possibilità (essendo defunti) di richiamarlo all’ordine e ricordargli i “Valori” della Costituzione che intende cambiare.

In fondo avevano ragione Benigni e Troisi quando affermavano “Non ci resta che piangere”?

 

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