Sicilia isola “occupata” militarmente. Le “bugie” su Sigonella

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di Salvo Barbagallo

 

Sulla nuova svolta bellica in Libia intrapresa dagli USA, il Governo nazionale italiano cerca di minimizzare sull’eventuale coinvolgimento del nostro Paese da un punto di vista militare, sostenendo anche che ancora non è stato dato il “via libera” all’uso delle installazioni di Aviano e Sigonella per le forze aeree degli Stati Uniti. Ieri (3 luglio) il quotidiano Huffington Post ha scritto in due articoli: L’ultima cosa di cui il governo italiano sente di avere bisogno, in questa fase, è di aprire un fronte libico. Ecco perché il ministro Gentiloni, al termine di un colloquio telefonico col primo ministro libico Fayez al Serraj, rende noto di “aver confermato che l’Italia continua ad essere disponibile a fornire aiuto al governo sul piano umanitario e sanitario” augurandosi, al tempo stesso, che “l’intervento Usa sia risolutivo”. Tradotto, dal linguaggio diplomatico: non è l’ora di Sigonella, come base logistica per i raid americani. E, precisano fonti della difesa, qualora dovesse arrivare richiesta, “si valuterà” (…). Aviano e Sigonella, per cominciare. La richiesta americana per l’uso delle basi italiane nella campagna di bombardamenti aerei contro Daesh in Libia è pronta e forse è già sulla scrivania di Matteo Renzi. Fonti governative fanno sapere che a fronte di questo passo ufficiale, la risposta sarà inevitabilmente positiva perché rientra nel quadro degli accordi di reciproca collaborazione sottoscritti dagli oltre trenta paesi che hanno sostenuto la creazione del governo di coalizione nazionale guidato dal premier Serraj. Per il momento, ma solo per il momento, all’Italia non è ancora giunta una sollecitazione per un intervento diretto. Ma entro pochi giorni, quando si riuniranno i rappresentanti della coalizione, c’è da mettere nel conto che ai caccia americani potrebbero affiancarsi anche i nostri.

Predator a SigonellaMa è solo questa la situazione attuale per quanto attiene l’uso delle cosiddette basi italiane alle forze aeree USA? Gentiloni, Pinotti e Renzi vogliano perdonarci: a loro chiediamo Come si fa a ingoiare un pasto di dichiarazioni che appaiono fuori dalla realtà? Forse (ma non lo crediamo) la collettività di Aviano non sa cosa costituisca per gli statunitensi effettivamente quella base militare, ma in Sicilia (anche se nessuno, dicasi nessuno a livello governativo o politico abbia mai protestato), ma in Sicilia dicevamo tutti conoscono cosa è Sigonella USA, cosa è Augusta USA, cosa è il MUOS, cosa è Trapani-Birgi, e cosa è eccetera, eccetera.

Sigonella a Stelle e Strisce esiste dal 1959: prima era una Naval Air Facility, poi si è trasformata in Naval Air Station completamente autonoma. Gli americani per le loro operazioni di volo (dai jet, ai cargo, agli elicotteri) hanno bisogno soltanto del “permesso radar” e solo perché quel radar di Sigonella (un assurdo!) controlla anche il traffico civile del vicinissimo aeroporto di Fontanarossa (oltre sette milioni di passeggeri) e lo spazio aereo dalla Calabria a Lampedusa. I mezzi aerei USA atterrano e decollano e vanno e fanno quello che vogliono a seconda delle loro necessità operative (ricordiamoci che la Naval Air Station Sigonella è la principale base di supporto della Sesta Flotta USA). Per questa attività non hanno mai avuto bisogno di permessi particolari che fossero posti a conoscenza del Parlamento italiano: in merito comandano (?) le regole e le norme dei trattati bilaterali Italia-USA stipulati progressivamente dagli Anni Cinquanta in poi.

SigonellaOra i mass media informano che è decollato un drone da Sigonella diretto in Libia. Anche questa notizia è limitativa. I droni USA (i micidiali Global Hakws) sono di stanza “residenziale” a Sigonella da anni, e da anni compiono voli, diretti “dove” non è mai stato reso noto. Tanti voli che gli USA emettono regolarmente dei notam con precisi orari con lo scopo di liberare lo spazio aereo e per evitare possibili collisioni con i velivoli civili diretti e in partenza dall’aeroporto di Catania Fontanarossa. Su questi voli non ci sono “segreti visivi”: chiunque si trovi a transitare dalla statale Catania-Caltagirone all’altezza dell’aeroporto di Sigonella può vederli alzarsi in volo o atterrare. Ai Global Hawks da qualche tempo si sono affiancati (stabilmente) i Predator, altro “tipo” di drone armato.

L’Italia non è coinvolta? Se la Sicilia non è considerata Italia, ebbene il Paese Italia non è mai stato e non è coinvolto in ciò che gli Stati Uniti hanno portato e portano avanti a livello militare. È così? Sarebbe opportuno in merito chiedere il parere della Corte Costituzionale e sapere con dati di fatto in mano se l’Italia è veramente un Paese Sovrano o se la sua “sovranità” è pura apparenza e non sostanza.

In tutto ciò la Sicilia che fa? Nulla, perché a chi l’ha governata in passato e a chi la sta governando oggi, queste problematiche non interessano. Se c’è da discutere, è più facile parlare di mafia e antimafia, così come si parla da anni senza risolvere granché. La Sicilia “occupata” militarmente da forze straniere (se pur “alleate”) non fa notizia.

Seguiremo con attenzione lo svolgersi degli eventi che vedono e vedranno sempre maggiormente la nostra Isola protagonista passiva di ciò che altri decideranno. Così come è stato da decenni…

Global Hawks a Sigonella

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