Jihadisti invisibili sui barconi dei migranti/profughi

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di Salvo Barbagallo

 

Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, ha lanciato l’allarme: in Libia dopo la fuga dei jihadisti dalla Sirte ora liberata lo scenario è completamente cambiato e cresce oggettivamente il rischio che dei militanti possano fuggire in Europa anche via mare.

In pieno caos, e nella fuga dalla Libia quelli che non sono diretti verso sud potrebbero anche decidere di tentare la carta del viaggio in mare verso l’Europa. Sono cani sciolti, gente allo sbando, che scappa. Poi si tratta di capire quali intenzioni ha chi dovesse davvero arrivare in questo modo: semplicemente far perdere le proprie tracce oppure voler continuare a “combattere” in nome della propria causa? Parole sagge, analisi condivisibile, ma l’allarme a chi è stato lanciato? Alle autorità competenti, oppure alla collettività nazionale che ancora non percepisce una minaccia immediata? Giacomo Stucchi conferma che, in merito a eventuali “cellule” jihadiste residenti nel territorio, la situazione è attentamente monitorata dalle nostre forze dell’ordine e dalla intelligence: ci sono state delle inchieste e altre sono in corso ma in diversi casi potrebbe anche trattarsi di elementi solo di passaggio, che sono stati in certe zone e che adesso si trovano da tutt’altra parte…

PORTOCerto, se prima poteva essere improbabile che i “dirigenti” del Califfato nero facessero “imbarcare” con i migranti/profughi i loro militanti, adesso che la Libia non è un luogo ritenuto “sicuro”, l’improbabililità potrebbe trasformarsi in possibilità “necessaria”. E i barconi che vengono soccorsi dalle navi dove “sbarcano” principalmente i profughi/migranti? Ovviamente “principalmente” nei porti della Sicilia.

A Manbij, la città siriana liberata dalle milizie jihadiste, le donne si sono tolte e hanno bruciato il loro burqa, gli uomini si sono fatti radere e hanno eliminato la barba per mostrare apertamente che con l’Isis non avevano nulla a che vedere. E in Sirte? Forse i miliziani jihadisti hanno fatto la stessa cosa per non farsi riconoscere e rendersi invisibili fra le migliaia e migliaia di migranti/profughi che fuggono cercando di attraversare il Mediterraneo. Come possono essere riconosciuti da chi soccorre quanti sono in pericolo?

Sono in crescita i migranti arrivati a luglio in Italia: 25.300 persone, ne ha contati Frontex, l’Agenzia europea che controlla la frontiere esterne dell’Unione europea. È un “più” 12 per cento rispetto a luglio dello scorso anno. Il nuovo incremento porta a quasi centomila il numero dei migranti arrivati nei primi sette mesi del 2016. Nei giorni scorsi a Pozzallo la nave “Topaz Responder” dell’ong Moas ha sbarcato 168 migranti provenienti da paesi subsahariani: 158 uomini, tre donne e sette bambini, ha contato Medici senza frontiere. Al Molo Marconi del porto di Messina sono stati sbarcati 327 migranti, 104 le donne. Sono stati condotti in strutture di Messina, ma anche fuori dalla Sicilia. Centosessantanove gli approdi a Trapani: 24 sono donne, di cui tre incinta, e 21 minori. Il flusso è continuo, i controlli presentano enormi difficoltà, anche se ormai da una settimana il livello di sicurezza in tutti i porti italiani dove fanno scalo le navi passeggeri e da crociera è passato a “2” (su 3) con lo scopo di contrastare il rischio di una possibile azione terroristica. In merito, infatti, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha tenuto a precisare che L’aumento del livello di sicurezza fatto dalla Guardia costiera non ha nulla a che fare con i discorsi Libia sì, Libia no”. È una presa d’atto di una situazione complessiva, credo che questo vada nel senso degli sforzi che stiamo compiendo in tutti gli ambiti per aumentare  il livello di sicurezza”.

porto1Giorni addietro a Catania il Siap ha inviato una lettera al Questore, chiedendo una apposita e urgente riunione per la valutazione del rischio a cui sono esposti i poliziotti e le misure di prevenzione che metterà in atto: Scabbia, tubercolosi e chissà cos’altro ancora si aspetta e nel frattempo, i turni massacranti di 10 ore e la fretta di mandare via i migranti, espongono a gravi e invisibili pericoli gli operatori in special modo i poliziotti dell’Immigrazione e della Polizia Scientifica. L’appello del Siap è stato indirizzato anche al Prefetto e al Sindaco, affinché rimedino alla lentezza nell’adeguare i sistemi strutturali, di prevenzione, salute pubblica e di accoglienza, finora lasciati ai singoli operatori sul campo. Del “rischio” infiltrati jihadisti fra i migranti/profughi che sbarcano nei porti italiani ha parlato solo il Copasir. La soluzione del problema? E chi può rispondere all’interrogativo?!

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