In Italia non ci sono misteri ma solo segreti

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di Valter Vecellio

E’ un corposo libro di quasi trecento pagine, a doppia firma: un avvocato, Valerio Cutonilli; e l’ex magistrato Rosario Priore, titolare di tante inchieste importanti: dal caso Moro, alla strage di Ustica, all’attentato a papa Giovanni Paolo II a piazza San Pietro. Si chiama I segreti di Bologna: La verità sull’atto terroristico più grave della storia d’Italia, I-segreti-di-bolognae si occupa della strage alla stazione nel capoluogo emiliano del 2 agosto 1980, la più grave tra quelle che hanno insanguinato l’Italia, 85 morti e oltre 200 feriti. Un libro che propone ipotesi e piste diverse da quella che è stata certificata dalle sentenze giudiziarie, per la quale la magistratura condanna quali esecutori materiali alcuni appartenenti a un’organizzazione di estrema destra, iNuclei Armati Rivoluzionari, tra cui Valerio Fioravanti e Francesca Mambro; sconosciuti i mandanti, ma condannati per una infinita serie di depistaggi Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte, Francesco Pazienza, tutti in un modo o nell’altro legati ai servizi segreti italiani.

Il libro di Cutonilli e Priore offre linee interpretative di quel tragico evento che si discostano dalla “verità” giudiziaria. La strage viene inserita in una cornice geo-politica che sembra uscite da un romanzo di John Le Carrè o Frederick Forsyth. Dentro troviamo di tutto, non solo i servizi segreti, e non solo italiani, ma di mezzo mondo. C’è di mezzo Gheddafi, la strage di Ustica, i brigatisti rossi e i terroristi tedeschi della RAF, la Francia di François Mitterrand, in una girandola di fatti, situazioni, trame che sconcerta; ed è un libro attorno al quale, inevitabilmente, sono scoppiate polemiche; ma non è di queste che qui si vuole parlare. Piuttosto di un aspetto diciamo cosi’ “collaterale”.

vec4In “I segreti di Bologna” alcune pagine sono dedicate alla misteriosa scomparsa in Libano, e alla più che probabile eliminazione, di due giornalisti italiani, Italo Toni e Graziella De Palo, da parte di palestinesi in qualche modo legati all’OLP; una vicenda ancora oscura, e che vede coinvolti, tanto per cambiare, anche i nostri servizi segreti. I due, imbarcati da Roma, giungono a Beirut; alloggiano all’hotel Triumph, procurato loro dall’OLP; vi soggiornano per un po’, alla fine scompaiono. I loro bagagli sono ancora in hotel, ma di loro non c’è più traccia. Svaniti. Mille le illazioni, le ipotesi, nessuna certezza. Anche perché col tempo, chi forse sa qualcosa come il capo-centro del Sismi di Beirut, il colonnello Stefano Giovannone, muore, e porta con sè nella tomba i suoi innumerevoli segreti.

vec3Ma conviene leggere il passaggio finale del capitolo che riguarda Toni e De Paolo:

Resta tuttora ignoto il movente del sequestro Toni e della De Palo che, con ogni probabilità, si è concluso molto presto con l’uccisione degli ostaggi. Alcuni ritengono che i palestinesi abbiano deciso di sopprimere i due reporter perché ritenevano Toni un informatore dei servizi italiani o addirittura israeliani. Su questa vicenda c’è un segreto di Stato. Un segreto scaduto il 28 agosto 2014”.

E ancora, testuale: “Gli atti non sono stari resi ancora pubblici. Cosa si nasconde, tra questi documenti, che nessuno deve leggere?”.

vec2Con questo interrogativo, si chiude il capitolo. Bella, la domanda: un segreto di Stato, scaduto il 28 agosto 2014; atti però non ancora consultabili. E’ l’ex magistrato Priore a chiedere: “Cosa si nasconde, tra quei documenti, che nessuno deve leggere?”.

Nessuno, finora, si è scomodato a dare una risposta. Magari la domanda potrebbe essere formulata sotto forma di interrogazione da qualche deputato o senatore. Ma il Parlamento é chiuso per ferie… Fa caldo, e al momento non c’è nessuno che mostri curiosità di sapere: “Cosa si nasconde tra quei documenti, che nessuno deve leggere?”

11 agosto La Voce di New York

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