Dopo stragi e golpe il turismo cambia rotta: verrà in Sicilia?

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di Carlo Barbagallo

 

Questa Estate 2016 sarà sicuramente ricordata anche dai tour operator che hanno registrato un calo considerevole (il cinquanta per cento rispetto agli anni precedenti) nella richiesta di viaggi all’estero. Vengono disertate dai turisti della bella stagione le mete che sono state privilegiate fino a poco tempo addietro: migla Francia, la Tunisia, la Turchia, l’Egitto, la stessa Gran Bretagna (dove pesa l’uscita dall’Unione Europea) oggi sono considerate a “rischio”. Località preferenziate come Sharm El Sheikh hanno visto dimezzato il numero dei turisti e incassi, così come si era verificato a Istanbul prima della strage all’aeroporto di Atatürk, con una diminuzione del 20 per cento di presenze dall’inizio dell’anno, e ancora peggio dopo il fallito colpo di Stato. L’attentato di Nizza, il tentativo di golpe in Turchia, la questione migranti/profughi stanno ridisegnando la mappa di quanti, nonostante tutto, hanno voglia di partire, fosse solo per disattivare timori e paure di un futuro che presenta molte incognite.

Parigi, Istanbul, Londra non sono, al momento, le città preferite, così come dopo la strage del 14 luglio sulla Promenade des Anglais ha fatto allontanare da Nizza gli stessi turisti che avevano programmato una vacanza lunga sulla Costa Azzurra.

mig1Il turismo è, invece, in ripresa in Spagna, isole Canarie e Baleari, Grecia, Portogallo, Islanda, Ungheria e, in modestissima parte, in Italia.

La Turchia, soprattutto in Estate, e pure come “porta” di passaggio verso le rotte asiatiche e dell’Oceano indiano, ha chiuso da tempo il suo primato di presenze straniere, in special modo dopo l’abbattimento del jet russo al confine con la Siria. Ed è un vero peccato perché in città come Istanbul e Ankara i turisti si trovavano bene e l’accoglienza era formidabile. Anche in quest’area instabilità e attentati hanno convinto i viaggiatori a mutare la loro destinazione. Il discorso attualmente vale anche per la Francia e per tutti quei Paesi dove la presenza violenta del terrorismo jihadista si è già fatta sentire.

Vittime innocenti ed economie compromesse, questi i risultati più drammatici e immediati degli attacchi del terrorismo jihadista: i kamikaze del Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi, capo dell’autoproclamatosi e fantomatico Stato Islamico, incutono terrore e sanno bene quali reazioni possono provocare a livello emotivo.

mig2In queste condizioni la Sicilia potrebbe trasformarsi in “tappa” quasi obbligata, e in realtà Sicilia e Calabria figurano nella lista dei beneficiari delle nuove rotte dei vacanzieri. In Sicilia, se ancora non è certamente vero boom, i numeri parlano in positivo, e sono segnali più che confortanti: l’aeroporto di Palermo ha registrato in questo primo semestre del 2016 un incremento di passeggeri (nazionali e internazionali) del 13,2 per cento e di voli dell’8,6; lo scalo di Catania un incremento passeggeri dell’8,1 per cento e di voli del 15 per cento. L’aeroporto di Catania Fontanarossa aveva chiuso il 2015 con oltre sette milioni di passeggeri (esattamente 7.105.487).

mig3Il dato negativo che riguarda la Sicilia è, però, l’alto numero di migranti/profughi ancora non ricollocato opportunamente nei vari centri d’accoglienza nazionali, e, soprattutto, l’inadeguatezza dei servizi per i turisti. La Sicilia può offrire già un soggiorno tranquillo, ma dovrebbe supportarlo con iniziative idonee ad attirare i grandi flussi di forestieri. Occorrerebbe una politica dell’emergenza Turismo per dare non solo quanto di meglio la nostra Terra possiede naturalmente, ma per proporre anche iniziative che siano all’altezza della nuova situazione.

E, principalmente, non offrire solo e continuamente l’immagine dei migranti/profughi appena salvati.

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