Migranti/profughi: accoglienza, affari e speculazioni

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di Salvo Barbagallo

 

Non c’è essere umano, che “civile” voglia considerarsi, che non comprenda la grande tragedia di chi abbandona la propria patria quando è sconvolta dalle guerre, o chi fugge per disperazione dalla fame e dall’assoluta mancanza di prospettiva. Non può esserci essere umano che non soffra quando apprende che le fughe dei migranti/profughi finiscono in fondo al mare portandosi tutte le speranze di una nuova vita. Non dovrebbe esserci essere umano “civile” che non provi un senso di disgusto e di sdegno nell’apprendere che su queste tragedie dell’immigrazione c’è chi fa affari e c’è chi continuamente ci specula.

mine2Ci rendiamo conto che il problema è complesso, così come suscitano perplessità le enormi somme che vengono erogate dall’Unione Europea per l’accoglienza (vedi il caso Turchia) spesso non raggiungono la finalità prefigurata. Sarebbe utile, se non ritenuto “necessario”, riflettere sul significato delle politiche dissennate di accoglienza indiscriminata e incontrollata dei migranti/profughi che non portano alla sbandierata integrazione fra culture diverse, ma ad una strisciante “commistione” di varia e non eterogenea umanità, pilotata e imposta da forze sconosciute che si prefiggono scopi inquietanti. E a questo punto sarebbe utile, se non ritenuto “necessario”, riflettere sul significato dell’attuale rapporto Islam-Europa in merito al ruolo dirompente di questi flussi migratori, prima ancora di parlare di “integrazione” delle diverse identità culturali. Bisognerebbe ricordare che “civiltà” si incontrano e si confrontano nel rispetto delle loro diversità: lo “scontro” equivale a supremazia dell’uno sugli altri e ciò non è accettabile e non si può rimanere indifferenti.

Ma, al di là di queste “dovute” riflessioni, c’è da tenere presente come alla base ci siano i movimenti di denaro che dovrebbero assicurare la “giusta” accoglienza e il “giusto” controllo per quanti chiedono asilo, e mettere chiaramente in luce dove e come e da chi il denaro viene “utilizzato”.

Non devono, dunque, meravigliare gli scandali o gli abusi che in materia la magistratura riesce a scoprire, ma dovrebbero porre in uno stato di allerta complessivo le forme e i modi dell’erogazione di danaro destinata all’accoglienza dei migranti. L’ultimo caso che tocca ancora una volta il ben noto centro di accoglienza Cara di Mineo (qualora non si fossero comprese le dinamiche di base!) mostra in maniera evidente come l’accoglienza costituisca un reale e concreto business. Come i mass media hanno riportato più o meno marginalmente, due giorni addietro (20 giugno) sei persone sono state iscritte nel registro degli indagati per una presunta truffa. La Procura di Caltagirone ha disposto perquisizioni e sequestri in tutta Italia. I reati ipotizzati sono falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa aggravata. L’inchiesta riguarda una presunta truffa da un milione di euro nella contabilità sulle presenze di migranti nel centro, che sarebbero state gonfiate per ottenere importi superiori a quelli dovuti. I fatti contestati risalgono al periodo 2012 -2015. Le indagini sono scaturite da un ramo del procedimento Mafia Capitale della Procura di Roma: la gara d’appalto, indetta il 24 maggio del 2014, per la gestione triennale dei servizi del Cara di Mineo per un importo di 97 milioni è stata ritenuta illegittima nel febbraio del 2015 dall’Autorità nazionale anti-corruzione, con parere del presidente Raffaele Cantone. Su questo filone è ancora aperto un fascicolo alla Procura distrettuale di Catania.

mineSintetica e efficace l’osservazione che Sergio Rame fa nel suo articolo di ieri sul quotidiano Il Giornale: Che al Cara di Mineo ci fosse qualcosa che non andava, era già emerso da tempo. Ma che i responsabili della struttura gonfiassero il numero di immigrati ospitati per far lievitare i compensi alle ditte che svolgono i servizi all’interno del centro è una novità che getta nuove ombre su un centro di accoglienza che nel corso degli anni è diventato un polo di potere e un bacino di voti elettorali.

L’altra faccia della medaglia, a nostro avviso, riguarda il reale numero dei migranti/profughi che passano dai centri di accoglienza come questo del Cara di Mineo, e la quasi immediata dispersione dei fuggitivi sul territorio siciliano e, conseguentemente sul territorio nazionale ed europeo: il controllo sarebbe carente. E ciò va a discapito anche della sicurezza. È possibile che i grandi esperti dell’UE non considerino questi elementi? Oppure è solo una questione di speculazione: ideale (cioè umanitaria) o economica (cioè affaristica) poco cambia…

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