48 ore senza giornali, Tv e internet

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di Salvo Barbagallo

 

Tutto personale. Per motivi contingenti, 48 ore senza giornali, Tv, internet e qualsiasi fonte d’informazione o comunicazione: improbabile, ma possibile. In una città qualsiasi del Continente, dove dalla Sicilia si arriva in aereo magari con oltre tre ore di ritardo (le proteste non servono a nulla). Tempo instabile: dal cielo azzurro splendente, dopo meno di mezz’ora nuvole, tuoni, fulmini e pioggia solo per una decina di minuti, poi il vento e quindi il sereno. Per ricominciare con la stessa cadenza a distanza di un’ora o poco più. Ti trovi in Italia, al nord e non in un Paese tropicale, le cose, anche se maggio è a conclusione. Temperatura sotto i quindici gradi, ma quando spunta il sole sale rapidamente a 24 gradi e oltre. Le cose vanno in questo modo.

Hai esigenze sanitarie. Beh, qui il discorso è molto diverso dal profondo Sud: qui al nord la macchina della salute è perfetta, ogni meccanismo “burocratico” funziona in tempi strettissimi; certo c’è l’attesa del turno ma in limiti più che accettabili, che passano in secondo piano a fronte dell’accuratezza dei controlli ai quali vieni sottoposto, così come appaiono comprensibili i rinvii in fasce orarie dilatate per ulteriori accertamenti. Concezione della Sanità diversa o diverso modo professionale di attenzionare il paziente? Il raffronto, purtroppo, è costantemente rivolto al modo di procedere nelle strutture del profondo Sud, un Sud che vanta (giustamente) personale altamente qualificato che (purtroppo) non viene supportato dall’indispensabile supporto logistico, costretto all’adattamento dei tempi “burocratici” lunghissimi, sproporzionati alle esigenze individuali e collettive.

Ore, dunque, di intermezzi fra un controllo e l’altro da trascorrere, realtà fuori dimensione reale dove si rigetta “naturalmente” il contatto con ciò che avviene fuori: nessun interesse a leggere giornali o appiccicarti al televisore per sapere cosa sta accadendo in Italia, nel profondo Sud, nel mondo, niente internet o facebook o altre diavolerie tecnologiche, cellulare volutamente staccato. Una pausa mentale che sarebbe utile prendere al di là delle contingenze e così, istintivamente, hai modo veramente di osservare con altri occhi ciò che ti circonda. La gente.

La gente del nord non è poi tanto diversa da quella del sud: certo, qui molti, moltissimi vanno in bicicletta, le piste ciclabili funzionano e non ostacolano veicoli o pedoni così come veicoli o pedoni non ostacolano le piste ciclabili. Beh, siamo al nord e le piste sono come la Sanità che và per il verso giusto. In bicicletta vedi sfrecciare molti uomini di colore (africani?), e non ti chiedi se qui l’integrazione sia un fatto acquisito da tempo, non ti meravigli. Da queste parti i barconi dei profughi che tentano di raggiungere le coste del sud non li vedi, non vedi né disperazione, né centri di accoglienza superaffollati, ma è facile che incontri per strada giovani africani con l’auricolare e l’Mp3 in tasca che camminano dondolandosi a passo di musica. Un’altra dimensione.

Ti ritrovi anche in un palazzo medioevale ben restaurato (o ben conservato) da meraviglia, e ti appare fuor di luogo la solitudine di Edward Hopper nella mostra allestita con cura, con tele che non avresti mai pensato di vedere in Italia. Ma, certo, siamo al nord, dove tutto è possibile.

Solo 48 ore, poi ti ripiombano addosso giornali, televisione, internet, e ti ritrovi i personaggi di sempre, dall’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano che vorrebbe ancora “indirizzare” il suo (?) Paese, da Matteo Renzi a Salvini, dalla Boschi che ti “seleziona” ciò che rimane del mito della Resistenza, partigiani (ma quanti ne sono rimasti?) buoni e cattivi, a seconda se si pronuncino per il “si” o per il “no” referendario, i migranti/profughi che affogano nelle acque del Mediterraneo (ma non c’è “emergenza”, nonostante duemila arrivi di “salvati” al giorno), Firenze (la città del premier) che sprofonda miseramente. Eccetera, eccetera. Almeno (per ora) non si sente parlare di terrorismo, anche se ti devi sorbire la difesa (forse “interessata”?) dell’Islam da parte di Diego Fusaro.

Poche 48 ore per sfuggire a questa realtà…

 

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