“Unicuique suum”: a ciascuno il suo!

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di Guido Di Stefano

“Unicuique suum”: a ciascuno il suo! È proprio un meraviglioso detto con “sapore” e reminiscenze evangeliche: ma, come sempre, tra il dire e il fare c’è il mare dell’umana inadempienza.

A livello puramente teoretico può benissimo interpretarsi: in un mondo ideale a ogni essere umano va garantito tutto quello che gli “spetta” e cioè  libertà, giustizia, diritti e doveri, riconoscimento e compenso di meriti e impegno, lode  per le virtù nonché riprovazione e/o castigo per i vizi (e/o delitti).

Nella vita reale (sin dal pronunciamento del motto) assistiamo a ben altro, quell’altro che il “popolo” ha compendiato nel detto “chi è sopra comanda e chi è sotto si danna”: chiunque sia  (o sia stato) in possesso di un qualche potere è sempre lì dedito ad accaparrarsi sempre più potere in ogni “direzione”, in un parossistico crescendo che travolge ogni consesso civile. Gli assatanati del potere non vedono attorno a se (o meglio sotto di se) singoli esseri umani ma una massa informe di altri, costituenti le novelle greggi di pecore da tosare e mandare al macello.

Se in Europa fu concepito il detto “unicuique suum” che, travalicando il suo invito alla speranza, fu ed è applicato nell’abuso e nello scontro dei poteri, oltre oceano sono andati ben oltre, poiché  sembra abbia avuto seguito il macabro motto (di T.F.) “Mantieni viva la paura”. E in occidente in genere e in Italia (e in Sicilia) di paura ne abbiamo vissuta e ne viviamo tanta: si è parlato anche di strategia della tensione! Di contro all’Europa da almeno un secolo è stato assegnato quale minaccioso e calamitoso nemico la Russia, complici solidali tra di loro vertici istituzionale politici e non politici.  E poi non bisogna dimenticare: un secolo di storia sembra anche raccontare che oltre oceano da circa cento anni si sono autoproclamati giusti e perfetti, dispensatori indiscutibili di libertà (di assentire) e di democrazia (pilotata); inoltre in forza della iniziale superiorità bellica A.B.C. (atomica-batteriologica-chimica, complice una scienza non responsabile, non etica, non giusta) i signori d’oltreoceano si sono assegnati i compiti di vigilanza-polizia-giudizio-esecuzione sull’intera umanità specie se non consenziente.

Purtroppo a chi comanda (soprattutto se male) non mancano amici, seguaci, alleati. Il male è come il miele e il dovere (per molti) come l’aceto: attira più mosche una goccia di miele che un barile di aceto.

Sorridenti, arroganti, decisi, sordi alle urla dei popoli tanti “statisti” (?) stanno trascinando il mondo verso il baratro: sarà quello della distruzione totale o quello di una dittatura globale? Non ci è dato sapere quando sarà la fine del mondo, però un poco ovunque si manifestano i “segni” che hanno sempre accompagnato le  derive dittatoriali: violenze e sopraffazioni fisiche e mentali: i morti parlano, i fuggitivi raccontano, i perseguitati lamentano. Cerchiamo di ripescare nella storia: ogni dittatura si è avvalsa di violenze fisiche , violenze mentali, emarginazione ed “etichettature”, giungendo anche all’annichilimento dell’essere (libero e intellettivo). Di violenze parlando sembra che la maggioranza qui in Italia abbia dimenticato la violenza dirompente della derisione (e dell’etichettatura) dei non allineati a ogni “diktat” del regime.

In questo clima di ansia, paura, incertezza si sono levate con sempre maggiore vigore e frequenza le voci degli auspicatori (specie nell’italico stivale) del nuovo ordine mondiale. Un bene? Un male?

Sembrerebbe che il nuovo ordine mondiale dovrebbe essere basato su un sistema economico-finanziario globalizzato e ciò vorrebbe dire: 1) un unico centralizzato potere finanziario-economico-bancario dovrebbe governare il mondo (o quanto meno per iniziare tutto l’occidente); 2) i vertici non avrebbero proprio un’origine elettiva-popolare.

Quindi chiediamo a questi auspicatori: se i rappresentanti eletti dal popolo spessissimo (pur disponendo di istituzione collaborative e strumenti di controllo da loro “legiferati”) non sono riusciti a contenere nell’alveo di legalità e giustizia i movimenti di piccole entità bancarie-finanziarie, chi e come dovrebbe o potrebbe controllare  un organismo sovranazionale e sovragovernativo (anzi esso stesso governo globale) composto da “nominati” (non eletti) di estrazione finanziaria-bancaria, molto lontani dal popolo?

Poiché al coro dei classici “attendisti”  che nel disegno del nuovo ordine mondiale vedono solo la moneta virtuale (anche la loro divinità deve essere invisibile ai comuni mortali!) se ne è aggiungono altri (di per se insospettabili) ci rivolgiamo agli insospettabili. Supponiamo fondate le varie indiscrezioni che al nuovo ordine mondiale  collegano  un’umanità  microcippata  in tutto e per tutto (salute, spostamenti, comunicazioni , un semplice caffè….); e altresì supponiamo fondati i periodici allarmi dei disastri (cibernetici) che potrebbero cadere sugli umani nell’eventualità di qualche tempesta elettromagnetica solare (o non solare).

Tutto ciò premesso rivolgiamo agli insospettabili prima e agli “statisti” poi alcuni quesiti:1) conoscete il significato di “dignità umana”?; 2) quali risultati incontrollabili  avrebbe una terribile tempesta elettromagnetica su tutti gli esseri microcippati? Forse si perderebbe tutto perché pecore e agnelli perirebbero o (peggio per voi e per  tutti) impazzirebbero? A meno che le tempeste elettromagnetiche “paventate” sono una bufala; 3) ai “supporter” esterni del nuovo ordine mondiale toccherebbe un trono o un piccolo sgabello nelle stanze della servitù?; 4) avete mai pensato che se si va alla catastrofe gli eventuali sopravvissuti, tornati alla barbarie, vi tramanderanno alla posterità come le perfide divinità del male, magari storpiando i vostri nomi e/o titoli?

Per chiudere sul tema invitiamo a una riflessione. Quando non esistevano i computer fu scritto: “… e le porte degli inferi non prevarranno …”  È un grande messaggio di speranza che deve accompagnarsi  alla fede; quella fede che per primi dovrebbero coltivare tutti quelli che ce la “tramandano”.

Noi osiamo sperare, nonostante i “molti superbi”.

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