Un continuo buco nell’acqua

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di Luigi Asero

Un rincorrersi di notizie, un coprirsi l’una con l’altra. Dire tutto per non dire nulla. Questo ormai è il nostro Paese, questa ormai è la nostra regione. Questa è in sintesi la situazione in cui si vive. E non si vede luce in fondo al tunnel.

Tutto ormai è “distrazione di massa” e in questo perdersi delle notizie resta a mala pena il tempo di cercare di ricongiungere i fili delle informazioni per provare ad avere un quadro della situazione. Proviamoci.

Panama Papers – Lo scandalo coinvolge nomi di ogni Paese e tratta dell’annoso tema dell’evasione fiscale operata a mezzo di società offshore attivate a Panama. Il paradiso fiscale ideale per sfuggire al fisco e riciclare proventi illeciti (quale la natura dell’illiceità poi va vagliato caso per caso). Nel nostro Paese sarebbero circa 800 nomi illustri. Ma non va meglio in Francia, come in Germania o in Cina e in Russia. I files sarebbero stati hackerati dal principale studio legale panamense specializzato in questo tipo di operazioni e coinvolgono personalità politiche, sportive, imprenditoriali ma anche noti istituti bancari compiacenti.

Lotta all’Isis – Se ne parla a giorni alterni. Importante che scorra sangue europeo. Malgrado il sedicente Califfato Islamico ogni giorno tramite i suoi adepti sparsi nel mondo uccida e incute terrore in tantissime persone la lotta all’Isis salta fuori a orologeria, ogni volta che un atto considerevole di esser giudicato “grave”, una vera e propria dichiarazione di “guerra” all’Europa se ne parla. Poi passa nuovamente nell’oblio. Lo avevamo scritto pochi giorni fa, all’indomani della strage a Bruxelles. Lo stesso giorno dramma e disperazione, dichiarazione di guerra, operazioni chirurgiche e attacco in massa. Ognuno a dire la sua, poi, come sempre il silenzio. Intanto in Libia (e di Libia) nessuno sa nulla. Ai suoi confini si ammassano jihadisti provenienti dalla vicina Siria e, piaccia o meno ai benpensanti, presi a calci dall’unico leader disponibile sul “mercato” oggi: Vladimir Putin con il suo esercito russo.

Caso Giulio Regeni – Anche qui a far da padrone è il caos più assoluto. Il quotidiano La Repubblica ha pubblicato il testo integrale tradotto di una mail scritta in arabo dove una presunta verità viene fuori, la mail è giudicata attendibile perché riporta tre dettagli della morte di Giulio Regeni che erano stati secretati, di cui quindi può essere a conoscenza soltanto una persona direttamente informata dei fatti. Potrebbe essere uno spiraglio di verità, ma anche un nuovo e più arguto tentativo di depistaggio. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dice che l’Italia “vuole la verità”, ma lo dice con un tono come se dicesse “ce lo chiede l’Europa, comprendeteci…” Una verità che forse non sapremo mai, come quella della morte di Ilaria Alpi, per la cui morte si apre ora il processo di revisione della pena per l’unico condannato, un somalo che da sedici anni è in carcere, e che forse non avrebbe alcuna colpa in quell’orribile delitto, stante le nuove prove.

Jobs Act – Sembrava che la partita del lavoro in Italia fosse chiusa con il tanto decantato jobs act. Invece arrivano ora le prime ripercussioni, i primi licenziamenti (tipici di un Paese in ripresa come stanno a sottolineare i politici di governo). Non che non si fosse detto, ma la gente, sempre distratta rispetto alle analisi politiche non si era ancora resa conto di come fosse possibile un licenziamento con un posto di lavoro a tempo indeterminato. Ma è così e ora potete rassegnarvi.

Mafia – La mafia sarebbe stata sconfitta, da almeno gli ultimi cinque governi in carica. Il leit-motiv della mafia è l’omertà per cui non vediamo perché parlarne noi, qua. Non credete che lo abbiamo scritto? Bene, vuol dire che fino a questo punto avete letto. Ne parliamo tranquilli. Quelli che non ne parlano sono coloro che non ci dicono più che fine avrebbe fatto “Mafia Capitale”  e il business dell’accoglienza, da dove transitano i fiumi di droga che uccidono i giovani e perché ci sono capitali immensi investiti in aziende e cemento e nessuno si accorge della cosa.

Tempa Rossa – L’unico scandalo che ha portato un ministro, Federica Guidi, a dimettersi. L’unico scandalo che porta i magistrati a interrogare il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Ma anche l’unico scandalo che ci ricorda che il 17 aprile ci sarà un referendum del quale pochi hanno capito senso, motivazioni, opzioni e soluzioni.

Le notizie si accavallano, immaginiamo che vi siate già smarriti cercando di comprendere il senso. La verità è che senso, a rigor di logica, non c’è. Se non per il business, l’unico filo comune che lega tutti gli avvenimenti citati e i tanti, troppi, qui omessi.

Nulla cambia, solo una maggior sfacciataggine. Fino a poco tempo fa si nascondeva la verità, ora si dichiara, assieme a molte altre. Così tante che a un certo punto non c’è più voglia di ascoltare. E se è vero che il motto massonico è “dal caos nasce l’ordine” (Ordo ab Chao) allora chi e come ha potuto scatenare così tanto caos nel mondo?

Così nessuno più ne parla. E tutto prosegue. Un continuo, appunto, buco nell’acqua, sempre liscio come l’olio (e il petrolio).

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