In scena il teatro dell’assurdo alla Regione siciliana

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di Mirco Arcangeli

Il giorno 8 aprile scorso viene Pubblicato in Gazzetta Regione Siciliana il decreto del dipartimento regionale delle attività produttive che approva la convenzione per la gestione degli Artt. 60 e 63 della L.R. 23/12/2000 n. 32 che disciplinano gli Aiuti agli investimenti e all’esercizio in favore delle PMI commerciali e di servizi. “Finalmente”, qualcuno potrebbe dire, ma…..

Il Fondo Commercio agevola i programmi di investimento che abbiano per oggetto:

  1. a) l’acquisto, la costruzione, ivi compresa l’acquisizione della relativa area, il rinnovo, la trasformazione, l’adattamento e l’ampliamento dei locali adibiti o da adibire all’esercizio dell’attività commerciale; b) l’acquisto delle attrezzature e il rinnovo degli arredi necessari per l’esercizio dell’attività commerciale; c) per un importo non superiore al 25% dell’investimento ammissibile, costi immateriali relativi alla certificazione di qualità, alla tutela ambientale e all’innovazione tecnologica, all’acquisto di programmi gestionali per l’informatizzazione e agli oneri derivanti dai contratti di franchising. Nell’ambito dei programmi di investimento di cui al punto a), possono essere ammesse le seguenti spese: progettazioni ingegneristiche riguardanti le strutture dei fabbricati e gli impianti, sia generali che specifici, direzione dei lavori, oneri per le concessioni edilizie, collaudi di legge. L’ammontare massimo agevolabile delle su indicate spese non può superare il 5% dell’investimento complessivo ammissibile. I macchinari, gli impianti e le attrezzature oggetto dell’agevolazione devono essere nuove di fabbrica. Si precisa che per beni nuovi di fabbrica si intendono quelli mai utilizzati e fatturati direttamente dal costruttore (o dal suo rappresentante o rivenditore); qualora vi siano ulteriori giustificate fatturazioni intermedie, fermo restando che i beni non devono mai essere utilizzati, dette fatturazioni non devono presentare incrementi del costo del bene rispetto a quello fatturato dal produttore o dal suo rivenditore;

Le tipologie di intervento sono: Finanziamenti a tasso agevolato con Fondi Regionali fino al 75% della spesa realizzata, – Contributi in conto interessi sui mutui contratti con gli Istituti di credito, – Contributi in conto capitale pari al 30% degli investimenti.

Si ricorda che inizialmente la gestione di questa convenzione, unico strumento di aiuto per le imprese commerciali e servizi della Sicilia, è stata affidata a Banca Nuova (2002-2012) ed ha funzionato perfettamente, per poi passare alla gestione da parte dell’IRFIS, fino al 30-6-2015, funzionando “malamente”. Da questo momento la gestione si è bloccata. La legge, anche se tra mille problemi, ha svolto una funzione importante per il settore di competenza ed il suo blocco crea rilevanti problemi per le aspettative che comunque le imprese hanno.

Fin qui potremmo dire storia di ordinaria disamministrazione, poiché in due anni (la convenzione con Irfis è scaduta il 30-6-2014 poi è stata prorogata di un anno) non si è riusciti a trovare soluzione alla gestione del fondo commercio, e da un anno tale gestione è ferma. Ma il bello deve ancora venire, poiché, audite audite, la convenzione per la gestione viene sottoscritta e la sua pubblicaziione in Gazzetta Regionale del 8 aprile scorso, ne certifica la validità legale. Ma potreste immaginare con quale società è stata firmata la convenzione? Bene la società che gestirà finalmente il Fondo Commercio è  Sviluppo Italia Sicilia spa, che come sappiamo si trova in piena turbolenza, dato che i 76 dipendenti sono in fase di licenziamento e la società in liquidazione.

A questo punto cosa succederà della convenzione? Che senso ha avuto pubblicare in Gazzetta Regionale Siciliana il decreto che contiene la convenzione con Sviluppo Italia Sicilia spa visto che sarà liquidata? Forse si vogliono risparmiare i fondi del commercio? Circa 84 milioni?

Questa Regione si caratterizza per dialoghi senza senso, per abbandono di un costrutto razionale e per il rifiuto del linguaggio logico-consequenziale, le cui azioni sono capaci di suscitare a volte il sorriso, nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo i personaggi (noi siciliani). Peccato che non ci troviamo nel teatro “dell’assurdo” ma in questa triste realtà.

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