Ricoverato in ospedale non ha diritto di voto senza tessera elettorale

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di Nello Cristaudo

Voto si al quesito referendario o voto no? Questo dilemma è stato subito risolto ad un elettore ricoverato nel nosocomio di Taormina, da parecchi giorni, al quale non è stato consentito di votare in quanto privo della tessera elettorale. L’assurdità dell’evento, legata ad una questione meramente burocratica, ossia di riscontro elettorale pur nel rispetto della normativa scritta, consiste nel fatto che nonostante sia stata fatta richiesta ad esercitare il diritto di voto al comune di residenza del ricoverato, mediante la direzione sanitaria dell’ospedale, l’elettore non può esercitare il diritto costituzionalmente garantito se non è in possesso della tessera elettorale. E come in questo caso il nostro elettore, ricoverato da parecchio in ospedale e non avendo nessuno cui delegare l’ingresso nella propria abitazione per prelevare la tessera elettorale, si vede non sostenuto nell’esercizio del proprio voto da parte delle istituzioni preposte.

ospedale-taormina-ingressoDifatti,  recatosi nel seggio dell’ospedale accompagnato  da un operatore socio sanitario, dal presidente gli viene richiesto il documento in questione, ovvero la tessera elettorale. Non avendola, malgrado l’elettore abbia fatto notare che sia stato autorizzato dal proprio comune di residenza a votare in ospedale, ahimè  non gli si consente di votare in quanto mancherebbe il riscontro con la tessera elettorale da inserire successivamente nei riscontri al presidente di seggio. Malgrado di ciò venga informato l’ufficio elettorale del comune di Taormina che assevera il fatto che non si possa votare senza tessera elettorale.

L’elettore, suo malgrado e ringraziando i componenti dell’ufficio elettorale dell’ospedale, non demorde e chiede lumi all’ufficio elettorale della prefettura di Messina, spiegando il fatto ad un funzionario il quale, però, pur comprendendo la difficoltà dell’elettore,  ribadisce che senza tessera elettorale non si può votare.

La domanda che nasce spontanea arrivati a questo punto è una: cosa prevale il diritto costituzionalmente garantito o un mero riscontro burocratico come è la tessera elettorale? Ma qual è la funzione della tessera elettorale se non quella di accertare che l’intestatario abbia i requisiti per poter esercitare il diritto di voto? L’autorizzazione comunale richiesta e ricevuta non è equipollente all’esibizione del documento elettorale? Da queste domande si deduce come spesse  volte scritta la legge si debba andare alla ricerca dell’inganno intimamente mistificato nei rivoli della burocrazia.

Riteniamo che nel 2016, nell’epoca dell’informazione telematica e di internet, l’esclusione dal voto per i motivi futili sopra indicati, certifica l’incapacità di usare in maniera corretta la tecnologia e non essere in grado di capire le potenzialità cui essa esprime. Il tutto si poteva risolvere, per esempio, con una semplice mail di posta certificata tra il comune di residenza dell’elettore e il seggio  dell’ospedale consentendo così all’elettore, di esercitare il proprio diritto di voto. Altro che le tanto declamate riforme  della funzione pubblica propagandate in tutte le salse e in tutti i talk show dai componenti dell’esecutivo renziano. Ancora siamo distanti anni luce dal vedere realizzare una Italia che si muova  in maniera certa e sicura nei meandri della tecnologia e che sia al passo con i mezzi di informazione più moderni, attuali e giovani catapultando la nostra nazione nella classifica degli stati tecnologicamente all’avanguardia. Ci auguriamo che episodi del genere facciano riflettere e meditare quanti hanno responsabilità decisionali.

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