Mistero, quiete o tragedia di (s)bilancio?

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di Guido Di Stefano

     Alcuni magari maligneranno sui Siciliani in genere, dimentichi magari del dittatoriale peso di Roma sempre pronta a negare e carpire quello che è della Sicilia, in dispregio a ogni giustizia terrena ed etica. Da non dimenticare nemmeno le miliardarie regalie di Palermo a Roma, forse per “empatia” ideologica o forse per misteriose e abbaglianti “illuminazioni”.

      Nel sito istituzionale del “Dipartimento del bilancio e del tesoro – Ragioneria generale della Regione” anche questo periodo “lavorativo”  dal 14 al 18 marzo 2016 è caratterizzato dalla calma assoluta: pensate non abbiamo riscontrato in pubblicazione decreto alcuno di qualsiasi genere! Mai successo!

     Abbiamo quindi “navigato” nel sito della Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana (GURS), sperando invano di stupirci un poco.

      E abbiamo leggiucchiato tanto per trovare spunto e alimento per quella (ormai fragile ed evanescente)  entità (o astrazione?) chiamata speranza.

      Alla pagina n. 1  della GURS n 12 del 18.03.2016 – Parte I “apprendiamo” che dall’ormai remoto anno 2015 arrivano ancora decreti di variazione di bilancio: esattamente sette decreti di produzione autunnale, essendo trascorso, dallo loro emanazione, un lasso di tempo oscillante dai tre ai quattro mesi appena.

       Noi la prendiamo come una mancanza di rispetto per tutti noi cittadini e ricordiamo a tutti    che meritiamo più rispetto.  Non siamo stupidi o accidiosi, forse troppo fiduciosi: la storia racconta che “ab antiquo” tendiamo alla pace e alla misericordia, quando possiamo fruire della nostra piena libertà e indipendenza. Quindi non ci sentiamo colpevoli di ogni male: piuttosto (lo evidenziamo anche per voi) viviamo in un contesto pseudo-neo-liberista  dove a volte intransigenti neo-riformatori “hanno buttato e continuano a buttare con l’acqua sporca anche il bambino”  perché non “guaisce” (scusate: “non strilla”) in maniera “politically correct” secondo le dogmatiche direttive del “potere costiuito”.

       Alla pagina n. 3 apprendiamo che sono parte integrante della GURS  anche 3 SUPPLEMENTI ORDINARI e cioè:

il   Supplemento ordinario n. 1  alla GAZZETTA UFFICIALE DELLA REGIONE SICILIANA (p. I) n. 12 del 18 marzo 2016 (n. 9, d’ordine):         LEGGE 17 marzo 2016, n. 3. Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2016. Legge di stabilità regionale.

Il   Supplemento ordinario n. 2 :      LEGGE 17 marzo 2016, n. 4. Bilancio di previsione della Regione siciliana per l’esercizio finanziario 2016 e Bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018;

 Il     Supplemento ordinario n. 3  alla GAZZETTA UFFICIALE DELLA REGIONE SICILIANA (p. I) n. 12 del 18 marzo 2016 (n. 11, d’ordine):      Presidenza – Incarichi attribuiti e compensi corrisposti a componenti

di commissioni, comitati, consigli e collegi operanti nell’Amministrazione regionale (art. 1, comma 8, legge

regionale 11 maggio 1993, n. 15).

      Leggendo l’indice delle gazzette pubblicate si può verificare (alla data 18.03.2016) lo stato delle pubblicazioni alla data 18.03.2016.

Indice

2016

     Sembrerebbe proprio che manca alla pubblica visione degli internauti il “Supplemento ordinario n. 2”, che secondo le tradizioni dovrebbe essere corposo.

     Eppure il tempo materiale per provvedere c’era. Leggiamo infatti che i “contenuti” del supplemento ordinario n. 1 sono stati approvati dall’aula (Assemblea Regionale) nella seduta dei giorni 22-23-24-25-26-27-28-29 febbraio e 01-02 marzo: datazione di riferimento (o ci sbagliamo?) anche    per i contenuti del supplemento ordinario n. 2.

Sono passati ben 16 giorni!

      Forse ci sfugge qualcosa. O forse non ci è stata comunicata qualcosa! Non vogliamo credere che in alcuni “ambienti” si sono convinti di avere a che fare con un popolo che “appende la sveglia al collo”!   Se così fosse dovremmo riflettere e agire di conseguenza tutti: noi per dimostrare che teniamo le sveglie liberamente sui tavoli e non al collo; e “i superbi” per prendere atto che certi emblemi (quale può essere la “sveglia al collo”), distintivi in certi ambienti chiusi, non si confanno al  pensiero e al mondo liberi e giusti.

      Chissà quali ricordi storici riaffiorano nelle menti nostre e altrui con le parole “giustizia e libertà”!

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