Non lodare un uomo

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di Guido Di Stefano

Dal libro del Siracide: “Non lodare un uomo prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini”.

     Ovvero come si ripeteva nei secoli successivi: “Non lodare il giusto fino a quando non scopri il suo valore”.

Sono perle di saggezza perse tra la polvere del tempo e sepolte nelle tenebre dei palazzi del potere per privarne in eterno le coscienze.

     Già i nostri precursori avevano vissuto l’inganno delle “sperticate e ingannevoli lodi” interessate a favorire  personaggi spesso non provvisti di eccelse doti e ancor meno di  “adamantine” onestà e  giustizia.

     Allora come ora per meschini interessi di “bottega”. Conobbero i nostri padri, per millenni, tutte le forme di assolutismo totalitario, vestito con le mentite spoglie dell’ipocrisia per rendere giusto quel che giusto non era.  I potenti, laici o religiosi indifferentemente, assegnavano le “patenti” di nobiltà e sacralità ai “fedeli servitori e ancor più agli adulatori e delatori”; agli spiriti liberi riservavano i marchi di infamia con le connesse pene che partivano dalla spoliazione di ogni diritto e di ogni bene per arrivare alle pene corporali quali fustigazioni, gogne, forche, decapitazioni, roghi e tutte le altre sevizie che menti di infima perversione  riuscivano a concepire, tristamente orgogliosi per la loro malvagità.

      E pensare che i “media dei tempi che furono” non erano idonei per il lavaggio sistematico del cervello delle genti! Però invero non sono mancati mai i “servi” (nel senso più vile) dei “padroni” (forse errori genetici?). Eppure bastava che il “potente” di turno mandasse i suoi araldi a “pubblicizzare” la “reità” di un uomo libero per annientarlo (in genere).

     Lungo e periglioso è stato il cammino dell’umanità per cercare di coronare il sogno di autodeterminarsi e affidare il potere terreno a chi ne fosse stato più degno.

     Sembrava proprio che l’Occidente, almeno, fosse (quasi) pervenuto al traguardo quando oltre oceano fu edificato un grande tempio al nuovo “regime” del dio denaro: insaziabili e spietati i suoi “sacerdoti”, variegato e interessato il suo esercito.

    Un regime “moderno” e subdolo maestro  nell’impiego di tutti i “mass-media” passati, presenti e futuristici. Per gli operatori del regime “da subito” diventò un gioco creare volti, immagini, icone di giusti e di perfetti  riservandole agli amici, ai fedeli, ai sudditi; un gioco pure divenne raggirare gli autoesaltati e spingerli verso il baratro e un “piacevole” diversivo demonizzare ,  condannare a morte ed eseguire la sentenza nei confronti dei “ribelli”, cioè quelli che hanno rifiutato di svendere le proprie nazioni: e a conunicare al mondo le sentenze  di condanna (senza prove e senza equo processo) sono comparsi spesso  volti angelici e “insospettabili-insospettati”.

     Potessero tornare in vita Saddam Hussein, Muammar Gheddafi e altri chissà cosa direbbero! Anche tra i vivi c’è qualcuno che avrebbe molto da raccontare ma “diplomaticamente” tace o si “misura” come a esempio Federovych Janukovich e Bashar al-Assad e altri. Non parliamo, per pudore, delle centinaia di migliaia di esseri umani “cacciati” o trucidati per soddisfare la brama di potere e ricchezze del nuovo regime, alla cui costruzione hanno contribuito e contribuiscono esseri (spesso definiti grandi) che di umano hanno l’aspetto non l’animo e l’intelletto.

    Questa dilagante “usanza” o moda occidentale dei processi mediaticamente celebrati (per lo più senza prove e senza equo dibattimento) e condanne tempestivamente e senza appello eseguite ci ricorda un altro passo biblico, forse ancora rintracciabile nel libro di Daniele: ”la bella e casta Susanna e i due giudici indegni (si potrebbe dire due vecchi lussuriosi)”. Diremo in breve.  La bella Susanna aveva respinto le sconce “avanches” dei vegliardi. E questi la calunniarono con l’accusa di adulterio e la fecero condannare alla lapidazione. L’incontro e l’intervento salvifico di Daniele (ascoltato dal popolo e da giudici giusti) portò al riconoscimento dell’innocenza della fedele e onesta Susanna e di converso alla condanna a morte dei due iniqui.

   Purtroppo Hussein e Gheddafi non sono stati salvati da nessun “Daniele”. Però Janukovich e  Assad hanno incontrato il favore di Vladimir, che non sarà un profeta o un santo ma, nel contesto attuale, è un giudice molto più giusto dei “giudici mediatici”! Sarà per questo motivo che anche lui è nell’elenco degli “orchi cattivi”?

     Intanto nel caos reale e mediatico attuale sembra proprio che un solo parlamento abbia ottenuto l’accesso agli atti  della trappola “cosmica” in cui tanti governi “sovrani” stanno buttando le loro genti: al parlamento tedesco primeggia la deputata Katja Kipping (di Die Linke) che ha pronunciato il termine “totalitarismo” nei riguardi di un trattato dall’impronta “sovra-nazionale”: precisamente trattasi del TTIP (una specie di NATO economica-finanziaria a stretta guida USA), la cui documentazione è tenuta nella massima riservatezza (sconfinante nella segretezza) dagli USA e dagli ossequiosi governi europei. La deputata nutre forti dubbi sulla trasparenza degli accordi in stesura (e forse già pre-concordati). Qualcuno lascia intendere che, una volta sottoscritti gli atti, per i patti e condizioni contemplati, renderebbero l’Europa intera schiava, in tutto e per tutto, degli yankee!

     Se un “Daniele” verrà a salvare la “bella e casta” Europa difficilmente sarà italiano! Sembra che i nostri  (cantati come eccelsi e onnipotenti) sono avanti a tutti nella cessione dei beni di casa: si parla di cessione ai Francesi di buona parte delle nostre acque territoriali lì, in prossimità della Liguria!

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