Renzi e gli orologi della discordia: solo imbarazzo…

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di Salvo Barbagallo

Ieri (sabato 9 gennaio) quasi tutti i quotidiani nazionali hanno titolato e parlato dell’imbarazzo di Palazzo Chigi per i Rolex regalati dagli sceicchi in Arabia Saudita. Perdonate il nostro scetticismo, ma ci viene difficile pensare che chi frequenta Palazzo Chigi e dintorni provi imbarazzo per i doni più o meno giustificati o per quant’altro di più grave possa accadere o si è già verificato.

L'orologio della discordia
L’orologio della discordia

I Rolex? Di che si tratta? L’episodio lo descrive il giornale Il Fatto Quotidiano nell’edizione di ieri: una delegazione istituzionale italiana di oltre cinquanta inviati con a capo il diplomatico Armando Varricchio in visita in Arabia Saudita (lo stesso Paese dove giorni addietro sono state giustiziate una quarantina di persone, fra le quali l’iman Nimr al Nimr) riceve dei regali. Nulla di particolare, è consuetudine ricevere e fare doni in queste circostanze. Quella che non appare “normale”, secondo quando riferisce Il Fatto Quotidiano, è la bagarre che si è scatenata: il parapiglia tra i dirigenti del governo Renzi è scoppiato quando uno dei delegati, piccato per aver ricevuto un «pacchiano cronografo», ha preteso di ottenere anche lui uno dei preziosi orologi svizzeri. Secondo le testimonianze raccolte dal giornalista Carlo Tecce, i sauditi avevano offerto due tipologie di regali, come riporta anche il Corriere della Sera: degli «avveniristici cronografi prodotti a Dubai, con il prezzo che oscilla dai 3 ai 4mila euro», e dei Rolex da «decine di migliaia di euro». Sarebbe stato proprio uno di questi orologi a causare l’accesa discussione tra i delegati italiani.

Renzi in una visita in Arabia Saudita
Renzi in una visita in Arabia Saudita

In altri tempi e se fossero state altre persone coinvolte, si sarebbe parlato di “pataccari” o “accattoni”, ma una delegazione istituzionale, cioè che rappresenta l’Italia e tutti gli italiani, merita rispetto. Una nota di Palazzo Chigi spiega che «I doni di rappresentanza ricevuti dalla delegazione istituzionale italiana, in occasione della recente visita italiana in Arabia Saudita, sono nella disponibilità della Presidenza del Consiglio, secondo quello che prevedono le norme. Come sempre avviene in questi casi, dello scambio dei doni se ne occupa il personale della presidenza del Consiglio e non le cariche istituzionali». Ma Il Fatto Quotidiano continua, cosi come riporta il Corriere: la vicenda rischia di diventare ancora più misteriosa. Gli orologi sarebbero spariti da Palazzo Chigi: non sono nella stanza dei regali al terzo piano, denuncia Il Fatto. Se la cosa fosse confermata significa che i preziosi regali sarebbero finiti nelle mani di qualche singolo funzionario, contravvenendo così alla direttiva Monti che impedisce ai dipendenti pubblici di accettare omaggi del valore superiore a 150 euro. Dove sono finiti, allora, i Rolex degli sceicchi?

Dobbiamo, dunque, parlare di imbarazzo? E per episodi ancora più gravi quale termine si dovrebbe usare? Quale vocabolo adoperare per la vicenda delle banche, l’Etruria in particolare, che vede il padre del ministro Maria Elena Boschi (insieme ad altre persone) in prima linea accusato da Bankitalia, come riferisce il Corriere, di sprechi, abusi, e atti omissivi che hanno svuotato le casse di Etruria e – dopo il decreto del 22 novembre varato dal governo – causato perdite enormi per azionisti e obbligazionisti. Tra loro anche piccoli risparmiatori convinti di aver messo al sicuro i propri soldi e invece travolti da un fallimento che ha reso il loro investimento carta straccia, quale vocabolo in questo caso si dovrebbe adoperare? Ancora imbarazzo? C’è da ritenere che nel vocabolario del premier Matteo Renzi non risulta la parola imbarazzo come non risulta la parola vergogna? Non lo sappiamo. Di certo imbarazzo e senso della vergogna restano agli Italiani, costretti a registrare episodi di questo genere. A tanti Italiani che non sanno a quale Santo votarsi per voltare pagina.

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