Sigonella, potenziamento bellico non stop

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di Salvo Barbagallo

Il ministro della Difesa spagnolo in visita a Sigonella
Il ministro della Difesa spagnolo in visita a Sigonella

Di “italiano” sta rimanendo ben poco nell’installazione militare di Sigonella, anche se ufficialmente la base è (?) “italiana” ed è ufficialmente sede del 41° Stormo Antisom dell’Aeronautica militare del nostro Paese. Gli Stati Uniti d’America hanno da oltre cinquant’anni il loro “spazio” vitale e autonomo all’interno di ciò che è (o dovrebbe essere) soltanto territorio nazionale (non certo “siciliano”!), con la Naval Air Station, che dal 1955 ha accresciuto il suo potenziale “stabile”. Ora Sigonella (anche se prima lo era in forma limitata) è punto di riferimento fondamentale anche della NATO per lo scacchiere del Sud, cioè per l’area del Mediterraneo e del Medio Oriente. Gli USA hanno speso (o, per meglio dire, “investito”) miliardi di dollari su Sigonella e su buona parte della Sicilia: basti pensare soltanto a quanto è costato il MUOS (il noto sistema di comunicazione satellitare) e quanto costano i continui ammodernamenti dei depositi (nucleari?) ad Augusta.

A Sigonella da anni ci sono i temibili droni (gli aerei senza pilota) Global Hawks che non sono soltanto di “osservazione” ma possono essere armati con gli ordigni più disparati e “multifunzioni”, e fra non molto risiederanno pure i droni dell’Alleanza, i più sofisticati e aggiornati Global Hawks “AGS” (Airborne Ground Surveillance), punto di forza del programma “Alliance Ground Surveillance”. Come informa il giornale “Difesaonline”, il nuovo Global Hawks della Northrop Grumman ha completato con successo una serie di test volando a 40.000 piedi e fra non molto sarà dislocato in Sicilia. La base principale dell’Airborne Ground Surveillance della NATO è, infatti, Sigonella. Proprio nella base italiana, saranno schierati cinque piattaforme aeree UAV, sostenute da due ulteriori basi terrestri mobili. Queste ultime garantiranno maggiore connettività e velocità di trasmissione dei dati. Entro il 2016 tutte le piattaforme aeree del programma AGS saranno dislocate a Sigonella. La capacità operativa iniziale è prevista per il 2017.

sigonIl giornale “Difesaonline” nel numero del 28 dicembre scorso sostiene che “…sarebbe corretto affermare che Sigonella, tra poche settimane, diverrà una delle basi principali della Marina degli Stati Uniti e certamente la più importante della NATO”. Noi affermiamo che questa “posizione di preminenza” Sigonella-Statunitense la possiede da tempo, anche se in Sicilia governanti e popolazione sembrano non rendersi conto di cosa rappresenti veramente questa installazione militare che sembra crescere come potenzialità bellica in maniera esponenziale.

sigon3Ed è sempre “Difesaonline” che sottolinea come in tema di interoperabilità con i sistemi della NATO, non si può non menzionare il MUOS della US NAVY, sistema tattico a banda stretta di nuova generazione di comunicazione via satellite tra le forze Usa in movimento. Il MUOS è stato progettato per fornire ai militari maggiori capacità di comunicazione rispetto ai sistemi esistenti. I quattro satelliti (più uno di riserva) MUOS in orbita geostazionaria, sono dotati di Code Division Multiple Access a banda larga (WCDMA), con una velocità di trasmissione 16 volte maggiore rispetto l’attuale sistema satellitare Ultra High Frequency (UHF). Ogni satellite MUOS è pienamente compatibile anche con le precedenti frequenze utilizzate così da assicurare una transizione fluida nella tecnologia WCDMA, mandando in pensione il sistema UFO (UHF Follow-On). Le quattro stazioni di terra sono associate ad un satellite. La prima sorge presso l’Australian Defence Satellite Communications Station, a Kojarena, circa 30 km a est di Geraldto. La seconda a Niscemi, a 60 km dalla Naval Air Station di Sigonella. La terza nella Virginia sudorientale e la quarta nelle Hawaii.

sigon1Informazioni “tecniche” destinate agli “addetti ai lavori”. I mass media non trattano questi argomenti perché ritengono che non facciano audience, e così sono cadute nel vuoto (del tutto prevedibile) le proteste contro il MUOS e i ricorsi alla magistratura. Così come passa del tutto inosservato (e, ovviamente, ignorato) il potenziameno delle strutture belliche di Sigonella e nessuno, ovviamente, si chiede il perché e in previsione di quale guerra questi micidiali apparati siano stati approntati. Per la difesa? Da chi e da cosa? Quale “pericolo” imminente o futuro minaccia questa parte della Terra? E se non è per “difesa”, in previsione di quale evento si stanno attrezzando gli Stati Uniti d’America e la Nato e, di conseguenza, per diretto coinvolgimento, l’Italia?

Chi governa la Sicilia, chi governa le province dove queste pericolose basi militari sono insediate (come Catania, Siracusa, Trapani, eccetera) non è interessato a cosa accade? Se non sono interessati a questi argomenti, a cosa sono “interessati” coloro che governano l’Isola?

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