Trident Juncture chiude con una coda di proteste

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di Salvo Barbagallo

Con una coda di proteste si conclude domani (6 novembre) la Trident Juncture, la più imponente esercitazione aeronavale e terrestre della NATO dai tempi della Guerra Fredda che ha visto la partecipazione di 28 Paesi dell’Alleanza Atlantica, nove Paesi partner e 18 nazioni osservatrici con un dispiegamento di 36.000 militari, 230 reparti, oltre 60 navi, 7 sottomarini e 140 aerei da guerra. Alle manovre hanno preso parte anche l’Australia, l’Ucraina, l’Austria, la Svezia, la Finlandia, la Bosnia Erzegovina e la Macedonia.

L’ultima manifestazione antimilitarista si è tenuta in Sardegna martedì scorso (3 novembre) attorno al poligono di Capo Teulada, durante la quale i manifestanti si sono scontrati con le forze dell’ordine in assetto antisommossa. Altre proteste si sono animate in precedenza a Marsala, Napoli e in altre città del Continente, ma quella che si è tenuta in Sardegna ha raggiunto momenti di maggiore tensione. La Sardegna, a quel che era stato recepito dal programma, non doveva rientrare nello scenario delle manovre essendo stato spostato il punto focale all’aeroporto di Trapani Birgi; ma non è stato così e già al porto di Cagliari si è notata la presenza di navi militari con carri armati e i missili anticarro Tow, Spike, Milan che dovevano essere operativi i poligoni di Capo Teulada e anche Capo Frasca, sulla costa occidentale, e il Poligono sperimentale interforze Salto di Quirra. In merito c’era stata anche la reazione del presidente della Regione Francesco Pigliaru che come risposta dal Ministero della Difesa ha avuto che le manovre si svolgevano per “Esigenze nazionali di difesa e addestramento”. Martedì scorso le forze dell’ordine hanno caricato i pacifisti a Porto Pino, una cinquantina di persone ha tentato di sfondare il cordone di sicurezza predisposto per impedire che il corteo si avvicinasse alla struttura militare. ma un gruppo di una decina di antimilitaristi è riuscito a entrare nel territorio della base dove si stavano svolgendo le esercitazioni della Nato. I manifestanti sono stati bloccati dalla vigilanza interna e denunciati per essersi introdotti in un’area interdetta al pubblico.

trid3Nel poligono di Capo Teulada in Sardegna la Trident Juncture ha visto in campo la Brigata meccanizzata “Sassari”, che nell’esercitazione ha dato vita ad una Brigata Multinazionale in cui erano presenti unità albanesi, statunitensi, austriache, tedesche e ungheresi impegnate a fronteggiare una ipotetica crisi internazionale operando sotto mandato delle Nazioni Unite. Alle manovre hanno assistito il Capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, il Capo di stato maggiore della Difesa albanese, generale Jeronim Bazo, il Capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Danilo Errico e il comandante del Joint Force Command della NATO di Brunssum, Generale Hans-Lothar Domrose. Le operazioni sono state dirette dal comandante della Brigata Sassari, generale di brigata Arturo Nitti, e hanno avuto come “soggetto” la simulazione di un intervento terrestre con il supporto di elicotteri dell’Esercito, di aerei AMX dell’Aeronautica Militare e con l’appoggio di una brigata di artiglieria, in azione insieme una unità italiana ed una statunitense. L’unità di manovra che ha condotto l’operazione principale era costituita da uomini del 3° reggimento bersaglieri.

Il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa, il più autorevole think tank strategico italiano, già comandante dell’Aeronautica e sovrintendente la campagna aerea NATO in Kosovo nel 1999, così si è espresso in merito alla Trident Juncture: Un’esercitazione per essere definita tale deve operare su uno scenario realistico, quanto più simile a quello in cui ci si può trovare a combattere. È lapalissiano. Altrimenti si tratta solo di uno spreco di risorse ed energie (…) Quelli dell’esercitazione sono scenari ammuffiti, da guerra fredda, che mostra una situazione di sudditanza verso gli interessi statunitensi, a cui aderiscono totalmente i nuovi membri della Nato, come la Polonia e i Paesi baltici, e a cui anche l’Italia continua ad accodarsi…”.

Le affermazioni del generale Leonardo Tricarico si commentando da sole.

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