Ferrovie Sicilia… disservizi e ritardi puntuali

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di Luigi Asero

Ferrovie siciliane, un disastro tira l’altro. I treni “veloci” tra Palermo e Catania, dopo il ripristino della tratta in zona Fiumetorto, viaggiano con un ritardo annunciato di circa 30 minuti (per circa 190 Km di tragitto), ritardo che può giungere anche a 57 minuti o più come accaduto all’odierno Regionale 3802  giunto da Palermo a Caltanissetta Xirbi con ben 56 minuti di ritardo (Trenitalia ne stimava 50 ma l’orologio non è smentibile). Contrariamente a quanto affermato in agosto con comunicato ufficiale FS News i convogli -dopo il ripristino della linea a seguito della frana in zona Fiumetorto- sono ben lontani dall’essere raddoppiati, con capienza garantita da 380 posti, e così il treno regionale proveniente da Catania e diretto a Palermo (stessa fascia oraria) era colmo già alla stazione di Caltanissetta Xirbi, quella che secondo il fiero annuncio dell’onorevole Pagano dovrà diventare snodo cruciale dell’Alta Velocità (sic! Cosa ci tocca ascoltare!!!). Talmente colmo che un viaggiatore regolarmente munito di biglietto convalidato è stato fatto rimanere a terra dal capotreno che attenendosi scrupolosamente al regolamento ha segnalato la completa indisponibilità di posti sul Regionale in questione. Il viaggiatore si è visto costretto a chiamare la Polizia Ferroviaria per presentare un esposto contro la dirigenza regionale Trenitalia.

Schema di biglietto da Trapani a Ragusa pubblicato da Violapost.it
Schema di biglietto da Trapani a Ragusa pubblicato da Violapost.it

Insomma se avremo un po’ di pace dagli ambientalisti consigliamo a tutti di ricorrere, per muoversi all’interno della nostra disastrata Sicilia, all’utilizzo di muli, cavalli e sceccarelli. Perché di muoversi a mezzo di sistemi di trasporto moderni ed efficienti proprio non se ne parla. Come dimostra la tratta Trapani-Ragusa che al momento è percorribile in appena 10 ore e 39 minuti.

Sì, certo, a breve inizieranno i lavori per la famosa Alta Velocità. Consentirà (quando -e se- completata) di muoversi tra i due principali capoluoghi siciliani in appena un’ora e quindici minuti. Salvo ritardi e omissioni, salvo frane e capienza posti.

Intanto, tanto per fare un po’ i “gufi” come spesso additati dal premier Matteo Renzi e dai suoi ciechi accoliti, siamo in attesa a gare d’appalto svolte, delle prime indagini per tangenti e corruzione. Indagini che siamo certi non mancheranno. Perché ormai le “cose siciliane” (e italiane in generale) le conosciamo già e siamo facili “profeti di sventura”.

La Sicilia è sempre più terra di nessuno e a nessuno importa. Nemmeno ai siciliani che dei disagi si lamentano ma poi vogliono, insistentemente vogliono, gli stessi politici (e loro eredi) che per decenni li hanno defraudati di tutto. Dignità in primis.

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