USA decidono, Renzi risponde: “Signorsì!”

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di Salvo Barbagallo

Alcuni lettori ci hanno chiesto se “La Voce dell’Isola” sia un giornale “antiamericano” poiché molti articoli “criticano” in maniera forte l’operato degli USA. Per togliere subito qualsiasi equivoco: questo giornale non è “antiamericano”, ideologicamente ha considerato sempre l’America (cioè, gli Stati Uniti) come un punto di riferimento e un baluardo della democrazia. Lo stesso discorso non può essere inteso in questi termini nei confronti di chi ha governato o governa gli USA quando commette “errori”, o quando abusa del proprio potere per imporre (spesso con la forza) fuori dagli States un sistema sociale tendente a mutare gli assetti geopolitici economici di altri Paesi. Come dire: l’influenza politica deve avere dei limiti, in caso contrario si trasforma in padronanza “coloniale”. Quanto affermato, ovviamente, non vale solo per gli USA ma per tutte quelle cosiddette potenze (grandi o piccole che siano) che con il loro operato (politico o militare) mirano a creare solo ed esclusivamente “sudditanze” fuori dai propri confini, anche se in molti casi può esserci acquiescenza di governi-fantocci.

Obama in AfghanistanDetto questo, “La Voce dell’Isola” parla spesso della “occupazione militare” della Sicilia da parte degli USA poiché è un dato di fatto che tutti (t u t t i!) possono riscontrare direttamente e non affidarsi ai “si dice”. Se poi la presenza militare statunitense nasce da accordi (leggasi Trattati) bilaterali, è sufficiente ricordare come la collettività nazionale non sia mai stata chiamata ad esprimere la propria “volontà” in merito ai contenuti e che tali “contenuti”, nella maggior parte dei casi continuano a rimanere “segreti”, anche se pochi si chiedono il perché.

E in riferimento alla indicata questione della “sudditanza” dagli USA, i governanti italiani ne danno prove in ogni circostanza. L’ultima dimostrazione la fornisce il premier italiano (attuale) Matteo Renzi, che definendo “amici e partner gli americani” sta “valutando in queste ore la richiesta” da parte degli USA di mantenere il contingente militare italiano in Afghanistan per un altro anno: “Se l’impegno americano in Afghanistan prosegue penso sia giusto anche da parte nostra ci sia un impegno”. Come definire le dichiarazioni di Matteo Renzi?

Renzi in Afghanista2Allora, chiediamo ai nostri lettori: mettere in luce questi aspetti della situazione (e criticare apertamente come espressione d’opinione!), evidenziare questi aspetti significa essere “antiamericani”? O siamo soltanto Italiani che non vorrebbero essere sudditi (o servi) di nessuno? O italiani che non vorrebbero vedere loro connazionali coinvolti in guerre altrui e per interessi alieni al Paese? Ricordiamo che le parole di Renzi sono state pronunciate dopo che il presidente americano Obama ha deciso: niente ritiro definitivo da Kabul e che gli Usa lasceranno in Afghanistan un numero di truppe più alto del previsto, fino a 5.500 unità, anche oltre il 2016, ovvero la scadenza del suo secondo mandato. L’Italia, grazie al premier Matteo Renzi, si accoda alla decisione di Obama. Dunque, come ha sottolineato il quotidiano “La Stampa” venerdì scorso (16 ottobre) “A Camp Arena, il quartier generale dei militari italiani ad Herat, non è ancora tempo di fare gli zaini. La missione italiana in Afghanistan, che sarebbe dovuta finire ad ottobre, poi a dicembre, sembra destinata a protrarsi ancora per molti mesi (…) E il segretario statunitense della Difesa, Ashton Carter, qualche giorno fa a Roma ha insistito moltissimo affinché gli italiani non mollino. Una presenza, la nostra, che a Washington viene considerata «utilissima» sotto il profilo militare, ma addirittura «indispensabile» sotto il profilo simbolico. Il perché è chiaro: italiani, tedeschi, spagnoli e inglesi sono ancora presenti in forze in Afghanistan; se mollassero, gli americani resterebbero da soli a reggere l’urto dei talebani. Soli soprattutto nell’affrontare le polemiche… ”.

Putin in AfghanistanDa Mosca il ministero degli Esteri russo ha bollato come segno del completo fallimento della campagna militare intrapresa dagli Stati Uniti nel Paese la decisione di Washington di sospendere il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, e ha affermato in una nota: “Questo passo forzato è un’altra eloquente testimonianza del completo fallimento della campagna militare portata avanti per 14 anni dagli Usa e dai suoi alleati in Afghanistan. Nel periodo di stanza in Afghanistan, gli Stati Uniti non sono riusciti a sradicare il terrorismo e il traffico di droga e non hanno neanche addestrato una forza militare nazionale in grado di garantire sicurezza al Paese”.

E l’Italia cosa ne pensa? Come scrive “Repubblica” (venerdì scorso) “… Soltanto a giugno di quest’anno, il capo del governo in jeans e mimetica incontrava il contingente italiano a Herat e pronunciava queste parole: “Vi chiedo di restare ancora qualche mese. Vi chiediamo uno sforzo in più perché la fase finale è la più difficile e abbiamo bisogno di non disperdere il lavoro fatto e il sangue versato. Abbiamo il dovere di concludere una transizione per la libertà e pace del Paese”…

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One Thought to “USA decidono, Renzi risponde: “Signorsì!””

  1. Nino

    Anzi, il giornale ha simpatizzato speso con gli americani, ma ora il mondo sta cambiando ci avviciniamo alla catastrofe globale. Noi dovremmo essere Siciliani e non italiani questo è stato il nostro errore, chi doveva lottare per la svolta si è venduto ai poteri forti, è stato alienato da false promesse ed ha svenduto la propria dignità. La Voce dell’isola è un giornale libero e non prezzolato come normalmente lo sono molti.

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