Regali di morte dall’Occidente, per tutti anche per i Siciliani

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di Guido Di Stefano

Diceva Sofocle: “I doni dei nemici non sono doni, né benefici”.

    Virgilio, poco più di quattro secoli dopo, nella sua Eneide  ribadiva il concetto imputandone i contenuti ai Greci con la celebre sentenza “Timeo Danaos et dona ferentis” (nella traduzione più corrente  “Temo i Greci anche quando portano doni”). E  se  quel “ferentis” non fosse stato usato da Virgilio come  forma arcaica di “ferentes”  ma fosse un “genitivo”? L’espressione assumerebbe significati più inquietanti e (purtroppo) più attuali: “e i doni di colui che (li) porta (al servizio e per conto dei Greci)”.

    Comunque nel medioevo la frase assunse le connotazioni di “proverbio” e come tale fu citato da tanti dotti tra cui Tommaso Becket  arcivescovo di Canterbury (circa sette secoli dopo).

    Restando nel tema del dono-inganno citiamo la fiaba dei fratelli Grimm “Biancaneve e i sette nani”. Partendo dal presupposto che fiabe e miti affondano le loro radici in fatti realmente accaduti, mai raccontati dalle storiografie ufficiali ma tramandate e revisionate dalle voci popolari, alcuni “curiosi” hanno concluso che i fatti sono databibili nel periodo del regno di Filippo II di Spagna (nato d’Asburgo), detto Filippo il  Prudente. Esistette allora una Margaretha (di origini germaniche) di cui sua maestà era innamorato ma non doveva sposare per gli equilibri geopolitici di allora che vedevano in instancabile belligeranza Spagna, Francia, Inghilterra. La giovane doveva morire e (Margaretha) morì per avvelenamento: un frutto o un cibo avvelenato. Sarà vero? Chissà! E’ certo che i contendenti (o forse è meglio dire le loro eminenze nere) non andavano tanto per il sottile e quindi nessuno di loro è assolvibile aprioristicamente.

   Queste sono alcune lezioni provenienti dal passato.

Ed oggi non va certo meglio.

   Da molti anni ormai l’impero d’oltre oceano distribuisce letali regali al mondo intero, con il supporto attivo o passivo e con l’ulteriore conforto degli inneggianti “peana” del miope occidente. Pressochè tutti i paesi occidentali (della NATO in particolare) fanno a gara a condividerne amici e nemici e all’occorrenza  si dilettano “sponte propria” a confezionare e distribuire doni (del male).

   Enormi pacchi-dono vengono spediti verso il sud e verso oriente; elegantemente confezionati con “carta”  su cui campeggiano “stelline”  simboleggianti libertà, democrazia, diritti umani, benessere, prosperità, l’eden occidentale.

   Gli ignari destinatari, variamente obnubilati e condizionati, si fidano dei generosi ex-nemici e si tuffano letteralmente negli ingannevoli pacchi. E subito esplodono spargendo lacrime e sangue, distruzione e morte, minacce e terrore, persecuzioni e fughe, violenze gratuite e arricchimenti disumani.

   Tanti  collaborano alla pubblicizzazione e alla distribuzione dei doni della morte: non mancano certo i lupi (o dovremmo dire le iene?) travestiti da agnelli.

    Così tanto per fare qualche esempio ricordiamo che molte nazioni africane “bruciano”; ricordiamo i Balcani; ricordiamo le rivoluzioni colorate e quelle profumate; ripensiamo all’ingloriosa e ingiustificata fine di Saddam Hussein e Gheddafi;  riflettiamo sulle tensioni attorno al mar Nero e al mare d’Azov; riflettiamo sulle inquietudini, democratiche e territoriali,  che si affacciano sull’oceano Pacifico; trepidiamo per le braccia armate del terrore, auto-dichiaratesi nemiche di tutti e in particolare dell’occidente “infedele”  e da questo stesso occidente sottovalutate o forse (come dicono tanti “detrattori”) coccolate.

    Per la Sicilia l’effetto dei doni degli amici (ex-nemici) e di tutti i loro “referenti” (termine che ha la stessa radice semantica del virgiliano “ferentis”)  è ancora più inquietante.

    Siamo al centro del Mediterraneo, in prima linea a fronteggiare tutti i disastri bellici e umanitari che altri, a nord e a ovest di noi, hanno caparbiamente voluto.

    E ci arrivano i doni di questi cari amici (ex-nemici): basi militari e satellitari; aerei con pilota e senza; sommergibili nucleari e (si dice) testate nucleari dislocate ove si ipotizza e ove non si ipotizza; occupazione in cielo, terra, mare, in superficie e nei cunicoli sotterranei e forse anche sottomarini. Che ci siano ognuno lo dice; dove esattamente siano non lo sa nessuno e se qualcuno (in alto e ben informato) lo sa  tace.

    E poi  per allietarci un poco esercitazioni congiunte e affollate (con numeri ipotizzabili più che riscontrabili).

Sembra proprio che i generosi “amici” USA e NATO vogliano puntare i riflettori sulla Sicilia, colonia di tutti dai tempi dell’annessione e per “malcelato” volere della Roma contemporanea. L’isola viene presentata ai nemici “attuali” e ai nemici di domani (non si sa mai) come una fortezza fondamentale per la vittoria. Chissà: magari lo è veramente! Soprattutto se il MUOS è più di quello dichiarato!

Ma se proprio hanno bisogno di sfoggiare tutta la loro potenza perché non si esibiscono alle Hawaii (per intimorire i nemici a oriente) o nel canale della Manica o nel mare del Nord o nell’Artico a impressionare direttamente i Russi? Chissà se tengono nella giusta considerazione l’importanza del “fattore” umano in pace e in guerra!

    E il Trattato di Parigi del 1945? La Sicilia doveva essere smilitarizzata del tutto? Sinceramente cominciamo a dubitarne. Leggendo attentamente il testo sembrerebbe che con abili scelte semantiche il gruppo anglo-franco-americano sia riuscito (all’atto della firma) a fare passare come universale un divieto esplicito solo per l’Italia. Se è così sarebbe configurabile nel Trattato una perfidia senza limiti; altrimenti bisognerebbe credere che per l’Occidente i Trattati non valgono neppure la carta su cui sono scritti.

    In ogni caso c’è poco da scegliere: con gli scritti, con le parole, con i fatti i nostri “registi” stanno  dimostrando al resto del mondo che i “buoni”  occidentali  operano (per dirla con i Latini) “ab ovo usque ad mala”  (dall’inizio alla fine) con perfidia premeditata e/o con dispregio totale degli impegni assunti.

    Studiassero un poco di più tanti onnipotenti! Le più grandi vittorie si ottengono con la pace; ma è molto difficile governare (o comandare) in pace e nel pieno rispetto della dignità di ogni essere umano. Ci sorge il dubbio che scarseggiano (numericamente) i grandi “esseri umani”!

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